Se c’è un nome-simbolo italiano in Uruguay è, senza dubbio, Julio María Sanguinetti! Certamente non ha bisogno di presentazioni in questo paese, neanche nel resto del mondo, essendo un riferimento politico di tutta l’America Latina e il mondo. Julio María Sanguinetti è nato il 6 gennaio 1936 da una famiglia di immigranti italiani di classe media. Secondo alcuni storiografi, il cognome Sanguinetti si rileva per la prima volta nel 1183, prendendo nome da un paese in provincia di Chiavari e dall’anno 1583 i Sanguinetti facevano parte di una famiglia blasonata. Sua nonna materna, Regina Saravia de Coirolo, era la figlia del leader nazionalista Chiquito Saravia. Julio ha studiato nella prestigiosa scuola e liceo Elbio Fernández e nel 1955 è entrato all'Università della Repubblica dove, nel 1961, ha ricevuto il dottorato in giurisprudenza e scienze sociali. Si è sposato con la storiografa Marta Canessa, con la quale ha avuto due figli, Julio Luis ed Emma Sanguinetti, e quattro nipoti.

VITA GIORNALISTICA Con orgoglio possiamo dire che é un prestigioso collega perché, dal 1953 è entrato nel settimanale Calenones e due anni dopo, ha iniziato la sua carriera giornalistica nel quotidiano Acción del Partido Colorado, fondato dall’ex Presidente Luis Batlle Berres. Fu inviato speciale nell’anno 1959 per coprire la rivoluzione cubana di Fidel Castro e nel 1960 fu mandato a coprire, dal giornale, lo storico vertice dei Ministri degli Esteri sudamericani a San José di Costarica che censuró Cuba per avere aperto rapporti diplomatici con l’Unione Sovietica. Nel 1967 è stato nominato presidente della Commissione nazionale delle arti plastiche, carica che ha ricoperto fino al 1973. Nello stesso anno entra a far parte del quotidiano El Día come redattore politico, editorialista e membro del consiglio di amministrazione. Nel 1974 è entrato a far parte del settimanale latinoamericano Vision come editorialista. Un anno dopo fu nominato presidente del Centro regionale per la promozione dei libri in America Latina che occupó fino all’anno che fu nominato, per la prima volta, Presidente della Repubblica. Nel 1981 fondò il settimanale "Correo de los Viernes" diretto fino al 1984. Dal 1991 è editorialista dell’agenzia giornalistica spagnola EFE e El País di Madrid . È anche editorialista per El País dell’Uruguay e La Nación de Argentina. Nel 1998 è stato nominato Presidente onorario del Centro latinoamericano di giornalismo (CELAP) a Panama.

VITA POLITICA Nel 1960 entrò nel Partido Colorado e tre anni dopo, a 27 anni, fu eletto Deputato. Nel 1964 fu invitato come rappresentante dell’Uruguay alla Prima Conferenza del Commercio e Sviluppo a Ginevra. Nel 1965, dopo la morte di Luis Batlle Berres, Sanguinetti partecipa alla Lista 15 elezioni interne, accompagnando il suo leader Jorge Batlle Ibáñez, che è vittorioso. Nel 1966 fu rieletto come deputato per Montevideo e un anno dopo si unì attivamente alla Commissione consultiva della Conferenza dei presidenti dell'OEA, tenutasi nella città uruguaiana di Punta del Este. La sua grande svolta politica avviene nel 1969 quando, l’allora Presidente della Repubblica Jorge Pacheco Areco, lo nominò ministro dell'industria e del commercio. Nel 1972 il Presidente Juan María Bordaberry lo nominò Ministro della Pubblica Istruzione. Da questo portafoglio, ha promosso nel 1972 la "Legge generale sull'istruzione n. 14.101" 9, che ha introdotto sostanziali modifiche alla situazione delle entità auSanguinetti insieme a Hugo Batalla tonome dell'istruzione a tutti i livelli (primario, secondario e industriale) per concentrarle sul "Consejo Nacional de Educación"(CONAE) come unica entità autonoma per l'istruzione pubblica primaria e secondaria. Questa legge ha conferito al CONAE poter controllare e penalizzare le attività di studenti, genitori, insegnanti e funzionari di fronte a certe trasgressioni del secolarismo e dell'ordine pubblico. Il 27 giugno 1973, Juan María Bordaberry effettuò un colpo di stato con l’aiuto delle Forze Armate ma, 6 mesi prima del colpo di stato, Sanguinetti si dimise dalla sua posizione di Ministro della Pubblica Istruzione a seguito dei movimenti che si stavano svolgendo nel governo e che finirono prima di questo colpo di stato. Sanguinetti si oppose pubblicamente al colpo di stato e si oppose alla dittatura militare, i cui diritti politici furono proibiti tra il 1976 e il 29 giugno 1981. Fu protagonista fondamentale del ritorno alla Democrazia e nel 1984, nelle prime elezioni democratiche dal 1971, fu eletto Presidente. Il 1o marzo 1985 Sanguinetti assunse la prima magistratura davanti a tanti capi di stato come Giorgio Pertini che giunse a Montevideo per l’occasione assieme all’allora Premier Bettino Craxi. Dopo essere stato eletto presidente, Sanguinetti chiese al Presidente della Corte Suprema di Giustizia, lo scomparso lucano Raffaele Addiego Bruno, che fosse lui a passargli la banda presidenziale e non chi fino a quel momento era seduto nella poltrona presidenziale, il dittatore Generale Gregorio Álvarez. Era previsto che la banda presidenziale fosse consegnata da Addiego Bruno, che era stato presidente ad interim a causa del suo status di presidente della Corte suprema di giustizia. Ciò fu dovuto ad un accordo politico tra il Partito del Colorado e le forze armate, affinché la banda presidenziale non fosse trasmessa dal dittatore Álvarez. Alla fine, chi mise la banda presidenziale su Sanguinetti fu il suo vice presidente, Enrique Tarigo. Dopo la presidenza del padre dell’attuale Presidente Lacalle Pou, Luis Lacalle Herrera fra il 1989 e il 1994, Sanguinetti fu di nuovo eletto, assumendo il 10 marzo 1995. Al suo fianco, come Vicepresidente un altro italianissimo: Hugo Battaglia, figlio di un calabrese ed una siciliana. Poi Julio Maria ha passato la banda presidenziale a Jorge Batlle Talice, appartenente al suo stesso partito, nel 2000. Per molti anni Sanguinetti si è allontanato dalla politica essendo comunque attivissimo nel settore giornalistico e dando Conferenze in numerose sedi di tutto il mondo. Nel 2018 ha deciso però di tornare alla ribalta e nel 2019 ha rifondato un settore del suo Partido Colorado, essendo tutt'oggi, ai suoi 86 anni, Senatore eletto e Segretario Generale del suo partito. Abbiamo avuto occasione di intervistarlo più di una volta ed è una vera e propria enciclopedia vivente. Portentoso oratore, penna giornalistica finissima, ci ha risposto molte volte in un Italiano fluido. Ha sempre mantenuto un particolare attaccamento alle sue origini liguri ed ha visitato molte volte, anche come Presidente della Repubblica, il nostro paese.

STEFANO CASINI