Nonostante l’emergenza del coronavirus sia entrata in una nuova fase, tornare in Italia dall’Uruguay resta sempre abbastanza difficile. Oltre ai costi notevoli dei biglietti aerei chi torna dovrà sottomettersi alla quarantena obbligatoria. Per viaggiare, quindi, non bastano solo tanti soldi ma serve anche tanto tempo libero. Con la chiusura delle frontiere decisa dal governo uruguaiano il 13 marzo dopo l’annuncio dei primi casi positivi, attualmente l’unica compagnia autorizzata a volare dall’aeroporto di Carrasco è Amaszonas che opera due voli settimanali per San Paolo, il giovedì e il sabato. Dal Brasile però arrivare in Italia non è così semplice dato che Alitalia ha sospeso i voli già precedentemente riprogrammati per i mesi di giugno e luglio: restano alcune compagnie con frequenza limitata come Air France, Lufthansa, Klm e la Tap che vuol dire Parigi, Francoforte, Amsterdam o Lisbona come possibile destinazione facendo così prolungare il viaggio con la ricerca di un terzo volo. Le spese da sostenere per questo lungo viaggio possono variare continuamente arrivando a raggiungere anche i 3mila euro nel caso in cui si aggiungesse un quarto ipotetico volo per un’altra città italiana non collegata con i quattro aeroporti europei citati. Ai connazionali iscritti all’Aire non basta un viaggio lunghissimo e anche decisamente caro per poter tornare a far visita ai propri familiari. Una volta arrivati in Italia scatta obbligatoriamente la quarantena di 14 giorni che discrimina alcuni ma privilegia altri. Per gli italiani residenti nell’area Schengen in Europa questa misura è stata abolita a partire dal 3 giugno mentre per gli italiani che vivono altrove la misura è stata prolungata e proseguirà almeno fino al 1 luglio in questa cosiddetta fase 3.

MATTEO FORCINITI