Si torna a parlare di voto all’estero alla Giunta per le elezioni della Camera che ha esaminato la relazione per la circoscrizione Estero per la verifica dei poteri. Ai due relatori Umberto Del Basso De Caro (Pd) e Alberto Luigi Gusmeroli (Lega) il compito di fare il punto su voto e scrutinio e sulle criticità emerse negli anni da un lato, e sui ricorsi presentati dall’altro. Il tema, come ribadito dal presidente della Giunta, Giacchetti (Pd) è "oggettivo e delicato" e "si ripropone da diverse legislature", "probabilmente amplificato" nelle elezioni 2018 "dall'aumento della partecipazione degli elettori". Entrando nel merito, Del Basso De Caro ha illustrato le risultanze generali della verifica dei poteri nella circoscrizione Estero, soffermandosi sui "molteplici aspetti problematici" rilevati. Ricordato che alle elezioni della Camera del 4 marzo 2018 risultavano iscritti - nei 1869 seggi delle 4 ripartizioni della circoscrizione estero - 3.342.346 elettori e che i votanti sono stati 1.265.849 (157.939 in più - pari a circa il 14,3% rispetto al 2013), Del Basso De Caro ha riportato che le schede bianche sono state 17.265 (nel 2013 erano 16.445, 5% in più), le schede e i voti nulli 124.553 (nel 2013 erano 109.694, 13% in più). Le verifiche sul numero dei voti validi di lista emersi dalla verifica dei poteri nella circoscrizione Estero "confermano i valori posti a base delle proclamazioni" dei deputati nel 2018: "i minimi scostamenti riscontrati (complessivi 592 voti su 610.652 voti validi nella ripartizione Europa; 83 voti su 361.138 nella ripartizione America meridionale; 17 voti su 94.071 voti validi nella ripartizione America settentrionale e centrale; 17 voti su 58.170 voti validi nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide) non incidono infatti in alcun modo sulle proclamazioni", ha confermato il deputato. Ma, "anche se non vi sono dubbi sui risultati dell'elezione della Camera nella circoscrizione", per Del Basso De Caro è comunque "opportuno, prima di procedere alla fase di convalida degli eletti, un esame delle problematiche emerse non solo in ordine alla verifica dei poteri operata dalla Giunta ma anche alla procedura di svolgimento delle operazioni di scrutinio, nonché, più in generale, relativamente all'opportunità, da qualche tempo emersa, di un ripensamento delle modalità di applicazione della vigente legge elettorale". I "numerosi problemi" emersi sono "tali da rendere ormai ineludibile una seria riflessione in ordine alla necessità di modificare la legge elettorale", ha sostenuto Del Basso De Caro, sia "per garantire l'effettivo esercizio del diritto di voto, libero e segreto, da parte degli elettori, quanto per garantire l'effettiva possibilità per la Camera di verificare i risultati". Se sul primo punto sul banco degli imputati c’è il voto per corrispondenza, per il secondo rimane sotto accusa lo scrutinio a Castelnuovo di Porto. Del Basso De Caro ha citato non solo "numerose incongruenze" riscontrate dalla Giunta nei verbali "a causa della loro errata o mancata compilazione", ma anche "documentazione mancante o incompleta" tale da limitare le verifiche della Giunta, che non può far altro che "prendere atto dei risultati forniti dall'UCCE", cioè l’Ufficio centrale circoscrizione estero. Detto questo, però, dalle verifiche dei risultati nelle sezioni esaminate dalla Giunta "non sono stati individuati elementi sufficienti per confermare o modificare i dati generali di scrutinio oppure i voti attribuiti dall'UCCE". Per capire la portata dell’importanza dei verbali, Del Basso De Caro ha spiegato che su 1869 seggi "solo 516 sono risultati immediatamente "quadrati", riportando dati di spoglio congrui e voti di lista corrispondenti a quelli attribuiti dall'UCCE. Delle restanti 1353 sezioni, 1189 sono risultate "quadrate" con conferma dei voti attribuiti dall'UCCE a seguito dell'esame delle tabelle di scrutinio, ovvero dei prospetti elaborati dalla Corte di appello di Roma, e 29 sono state "quadrate" modificando i voti attribuiti dall'UCCE sulla base di verbali e tabelle di scrutinio". "Sono quindi rimaste 135 sezioni per le quali si è fatto ricorso alle copie dei verbali in possesso del comune di Roma: per 31 sezioni – ha spiegato il relatore – la documentazione in possesso della Giunta ha permesso di risolvere le "squadrature" – in 12 casi modificando i voti attribuiti dall'UCCE – mentre per 104 sezioni – pari al 5,5 per cento del totale – non sono stati individuati, sulla base della documentazione disponibile, elementi sufficienti per confermare o modificare i dati generali di scrutinio oppure i voti attribuiti dall'Ufficio centrale circoscrizionale". Nella sua operazione di verifica, la Giunta "nella stragrande maggioranza dei casi ha proceduto a calcolare il numero dei votanti; talvolta non è stato possibile quantificare il numero di schede bianche e nulle; solo in 4 sezioni sono state apportate contestualmente modifiche ai voti attribuiti dall'UCCE. Per 3 sezioni – consolato di Ginevra sez. 775 e 782 e consolato di Londra, sez. 568 – in mancanza di fonti documentali sufficienti, non si è potuto far altro che confermare i dati UCCE, per complessivi 1964 voti validi". Il relatore ha quindi richiamato l’audizione della presidente dell'Ufficio centrale circoscrizionale per la Circoscrizione Estero costituito presso la Corte d'appello di Roma, Flavia Perra, e le soluzioni da lei suggerite per migliorare la procedura degli scrutini (reperire personale, presidenti e scrutatori, nel comune di Castelnuovo e nei comuni limitrofi; prevedere un sistema elettronico per identificare l'elettore votante; suddividere tra diverse Corti d'appello l'elettorato estero; invertire il cosiddetto diritto di opzione: chi vuole votare per corrispondenza, dovrebbe scegliere quest'opzione; modificare i termini entro i quali i plichi contenenti le schede votate vanno presi in carico dal consolato e quindi da questo spediti all'Ufficio centrale). D’altronde, è stato ricordato ancora, sia problemi che soluzioni erano già stati evidenziati in occasione delle tornate precedenti. Quanto alla Giunta, dalle verifiche è emerso che il materiale trasmessole "non era in stato non ottimale (documenti mancanti o mal conservati anche per la scadente qualità del materiale dei plichi), verbali approssimativi, tanto da far dubitare dell'adeguata preparazione dei componenti dei seggi e, in particolare, dei presidenti confusione tra schede nulle e schede preannullate". Per Del Basso De Caro servirebbe "maggiore impiego di strumenti elettronici" sia per identificare gli elettori, che per il voto stesso che per la verifica della congruità dei dati di spoglio nei singoli seggi; "effettivo conteggio delle buste assegnate a ciascun seggio"; una auspicata "adozione di materiali più idonei per la conservazione della documentazione". Al correlatore Gusmeroli (Lega) il compito di illustrare i ricorsi presentati. Dopo aver sostenuto che, secondo lui, il voto all’estero deve essere svolto nei consolati, il deputato ha illustrato quattro ricorsi "di contenuto sostanzialmente identico" presentati da Adele Castellaccio e Nicola Brienza contro l’elezione di Nicola Carè in Australia; di Ivana Mainenti contro l'elezione di Eugenio Sangregorio e Mario Borghese in Sud America; Felice Palone che contesta l’elezione di Fusacchia in Europa, La Marca in Centro e Nord America, Carè in Australia e Di San Martino Lorenzato in Sud America. Tutti "per la genericità delle argomentazioni sulle quali si fondano, devono essere trattati alla stregua di meri reclami" ha detto Gusmeroli che ne ha chiesto l’archiviazione. Diverso il caso del ricorso presentato da Alessio Tacconi, già deputato dal 2013 al 2018 e di nuovo candi dato con in Pd in Europa, contro l’elezione di Schirò e Ungaro. Tacconi, ha spiegato Gusmeroli, "denuncia l'estrema superficialità e grave inefficienza delle operazioni di spoglio" e chiede che "la Giunta delle elezioni deliberi l'apertura dell'istruttoria e conseguente costituzione di un Comitato di verifica incaricato di procedere alla revisione delle schede bianche, nulle, contestate e valide della ripartizione Europa". A differenza degli altri ricorsi, in quello di Tacconi si riscontra "un "interesse personale, diretto e qualificato", in quanto candidato primo dei non eletti per la lista Partito democratico nella ripartizione Europa, con uno scarto di 354 voti di voti di preferenza, a fronte di quasi 58.000 voti nulli nella ripartizione comprensivi delle schede annullate in via preliminare dai presidenti di seggio, e in quanto nel ricorso è prospettata la possibilità che siano state annullate delle schede perché riportanti voti di preferenza senza tenere conto dell'alternanza di genere, la quale peraltro non è prevista nella legge elettorale", ha spiegato il deputato relatore, prima di riportare i dati delle sezioni di seggio contestate dalla cui verifica emerge comunque che Schirò ha avuto più voti: "dalla verifica dei verbali le preferenze di Schirò sono passate da 11942 a 12131 e quelle di Tacconi da 11588 a 11754, con il divario che è passato da 354 a 377 voti in favore di Schirò". Ma, ha aggiunto, "è opportuno, per fugare tutti i dubbi, soprattutto relativi alla asserita dichiarazione di nullità di schede recanti voti di preferenza per due candidati dello stesso genere, approfondire tale questione attraverso l'apertura dell'istruttoria e la costituzione di un comitato di verifica" così da garantire "correttezza e trasparenza". Questo Comitato si occuperebbe "della revisione delle schede nulle recanti voti per la lista PD nella ripartizione Europa, al solo fine di accertare la presenza di schede recanti voti di preferenza indebitamente annullati". La verifica si svolgerebbe a campione "sul 20% di sezioni della ripartizione, cioè 190 su 951" a cominciare da quelle da cui "il plico delle schede bianche e nulle non è stato trasmesso alla Giunta". Dopo un breve dibattito - in cui Giachetti ha ricordato che le schede bianche sono state un problema anche nelle circoscrizioni nazionali, l’eletta all’estero Siragusa si è detta d’accordo sull’inversione dell’opzione e Gusmeroli ha ribadito che va abolito il voto per corrispondenza – la Giunta ha accolto la proposta dei relatori di "aprire l'istruttoria e costituire un comitato di verifica che avrà per oggetto la revisione delle schede nulle recanti voti per la lista PD nella ripartizione Europa, al solo scopo di accertare la presenza di schede recanti voti di preferenza indebitamente annullati. La revisione sarà limitata, inizialmente, ad un campione di sezioni pari al 20 per cento del totale delle sezioni della ripartizione, corrispondente a 190 sezioni su 951". Il Comitato di verifica sarà coordinato dai correlatori Del Basso De Caro e Gusmeroli e composto da un deputato per gruppo.