Giuseppe Conte continua a tenere la mano tesa all'opposizione, ribadendo che intende incontrare i leader del centrodestra prima di chiudere la bozza del piano di rilancio che l'Italia presentera' a settembre in vista del 'Next generation Ue'. Niente da fare. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per l’ennesima volta ha cercato di invitare al dialogo le opposizioni nel corso degli Stati generali e prima di chiudere la bozza del piano di rilancio che l'Italia presenterà a settembre in vista del 'Next generation Ue, ma la risposta è sempre la solita. Ci dispiace, ma dobbiamo vederci in Parlamento per parlare di questi temi. Tutto nasce da una dichiarazione del premier a Villa Doria Pamphili, quando sul piano di rilancio ha detto che "confidiamo già la settimana prossima di rivedere il programma e provare a chiuderlo. Faremo un confronto con le forze politiche di opposizione, dopodiché avremo la bozza di piano di rilancio cui lavorare alacremente nelle prossime settimane". Un discorso che è scivolato addosso soprattutto alle Lega, che ha fatto sapere che le proprie proposte, insieme a quelle delle opposizioni su sul taglio delle tasse e della burocrazia, sull’apertura dei cantieri e il rinnovo della cassa integrazione "sono già depositate in Parlamento", così come la sospensione dei versamenti Irpef, Ires e Iva fino all'autunno. "Non abbiamo bisogno di ville o sfilate", hanno fatto sapere dal Carroccio, che hanno poi parlato di "soldi a fondo perduto per turismo, partite Iva e settore auto. Flat Tax al 20% per gli autonomi che fatturano fino a 100.000 euro. Stop a sanatorie pro-clandestini. Riapertura delle scuole, con assunzione di 50.000 insegnanti, in sicurezza. Soldi veri a sindaci e Comuni".