Code da coronavirus, nel senso di residui e conseguenze. La movida nelle grandi città intrise di vergogna e incoscienza; addirittura uno scandalo i viaggi della domenica verso il mare. Immagini di week end in grado di provocare nuove catastrofi sanitarie. L’Italia allegra e incosciente sembra aver dimenticato mesi di privazioni, sacrifici, chiusure. Passato da Paese out per pandemia, le strade delle città vuote, restate a casa, l’Italia sembra godere della sbracatura ribelle nei fine settimana. Come colpita da progressiva follia di ritorno. Risse, assalti ai treni, e una regione in tilt, la Liguria. È accaduto sabato e domenica, senza mascherine, al diavolo il distanziamento sociale, tutti ammassati appassionatamente, affamati di mare e di necessità di falsa libertà. Il Paese in piena odissea per raggiungere le spiagge, il mare. Autostrade bloccate per i cantieri e sui treni gente, bagnanti potenziali, anche in piedi tra ombrelloni e borse frigo. Ma non erano previsti i posti a scacchiera, una poltrona libera, vuota, tra un viaggiatore e l’altro? I posti contingentati e prenotati per tempo? Infatti, almeno trenta persone hanno viaggiato senza biglietto. Un calvario sotto il sole. Un disastro. Carrozze dei treni sovraffollate. Visto com’è andata in autostrada, per chi ha preferito l’auto al treno, gli albergatori ora chiedono il pedaggio gratuito per i turisti. "Altrimenti li perderemo tutti". Qualcuno, sui treni in viaggio verso il mare della Liguria, si è arrampicato sulle cappelliere. I giovani si sono come appollaiati in alto, nel tentativo di scansare la calca. A Sestri Levanti, in serata, i carabinieri hanno ordinato lo sgombero di un convoglio stipato fino all’inverosimile. In mattina- ta, il guasto a uno scambio, nei pressi di Pavia, ha causato un ritardo di dure ore dell’intercity partito da Milano. Il primo vero fine settimana di vacanza estiva trasformato in un incubo. Un clamoroso flop per una regione, la Liguria, che cerca faticosamente di risollevarsi dopo le tragedie dell’alluvione e il crollo del Ponte Morandi. Gli incolonnamenti di auto, da levante a ponente, sono cominciati nel- la tarda mattinata di venerdì. Week end quindi lungo, e per fortuna non c’era un ponte da sfruttare. Il coronavirus doveva renderci migliori, ci ritroviamo con molti italiani fuori di testa. La Liguria, poi, non è in pianura, con i suoi 510 ponti e viadotti, un terzo dell’intera rete italiana, 285 gallerie, e una miriade di cantieri aperti per lavori in corso. Scambi di careggiata, continui slalom a sessanta all’o- ra poi a trenta, e tutti fermi su un’unica corsia. I turisti hanno impiegato in me- dia sei ore per raggiungere la Riviera dei Fiori dalla Lombardia. Un calvario, tout court. "Sanno quanto è bella la nostra terra, sanno pure quello che abbiamo sofferto negli ultimi anni, vogliono darci un aiuto e divertirsi. Desideri impossibili con queste condizioni", è il lamento degli albergatori liguri, affidato al presidente Americo Pilati. Il governato Giovanni Toti chiamato all’assunzione di provvedimenti immediati, coerenti con le drammatiche esigenze emerse nell’ulti- mo week-end. "Dobbiamo invogliare gli ospiti a venire di nuovo da noi, consapevoli dei sacrifici che dovranno fare. Cerchiamo di rimediate in qualche modo". Basta stress, per tutti noi reduci da indi- gestioni durante il lockdown. Se non è possibile chiudere i cantieri aperti lungo l’autostrada, almeno si abolisca il pedaggio. Intanto, è emerso il dramma di viaggiare in treno. Verso il mare in dispregio di qualsiasi regola. Il distanziamenti impossibile anche sui regionali. Il 23704 per Savona preso d’assalto alla stazione Porta Principe, malgrado il filtro operato dalla Polizia. All’arrivo del treno, le porte si sono aperte e si è scatenata la gazzarra. Una mischia da rugby, gente invasata. Gli agenti sono saliti sul treno, hanno invitato i passeggeri a indossare la mascherina secondo regola. Hanno chiesto l’esibizione del biglietto. Una trentina, saliti magari alle stazioni precedenti, ne sono sprovvisti. Anche qualche viaggiatore in regola ha deciso di scendere dal treno. "è troppo pericoloso". Una signora ha mostrato una foto scattata col telefoni- no il giorno prima. "Sul treno c’era una tale ressa che un giovanotto si è arrampicato sulla cappelliera". Scene di ordinaria follia nel fine settimana. Dei trenta viaggiatori senza biglietto, la stragrande maggioranza era straniera. Fatti scende- re, mentre una ragazza ha inveito contro i poliziotti. "Perché ce l’avete con loro? Siete razzisti, ecco cosa siete". Quelli della Polfer si sono presi gli insulti e hanno allargato le braccia. "La persone hanno smarrito il senso civico, non riconoscono l’autorità, per far rispettare la legge dobbiamo usare il buonsenso". Quel treno è partito con quindici minuti di ritardo. Sul successivo si sono ripetute le stesse scene. Le repliche ad intervalli regolari per tutta la domenica. In serata sono volati anche ceffoni, gente che è venuta alle mani. Tensione da sovraffollamento. E la prossima settimana sarà peggio, dicono. È in arrivo uno schifo bis.

Franco Esposito