Sono 952 le nuove specie aliene esaminate dagli esperti riuniti da ieri dal progetto europeo Life ASAP per valutarne le possibilità di ingresso in Italia e i potenziali danni per il patrimonio naturale, per la salute dei cittadini e per la nostra economia. Quelle definite "critiche" perché a massimo impatto sono 87: piante e animali in grado di invadere tutti gli ecosistemi terrestri (74 specie), marini (9) e le acque interne (4). Un rischio enorme poiché queste nuove minacce andrebbero ad aggiungersi alle oltre 3.000 specie aliene già presenti. Questo l’allarme degli esperti, in occasione del lancio del convegno finale del progetto europeo dedicato all’informazione e prevenzione delle specie aliene invasive, che si terrà online fino a giovedì 25 per presentare tutti i risultati ottenuti durante i quattro anni di progetto.

"Per affrontare le minacce legate alle invasioni biologiche bisogna puntare sulla prevenzione, identificando gli organismi che potrebbero arrivare nel nostro Paese, ma soprattutto aumentando la consapevolezza sui rischi connessi a questo fenomeno, perché solo cambiando i comportamenti delle persone possiamo ridurre gli impatti causati dalle specie aliene invasive", ha dichiarato Piero Genovesi, ricercatore di ISPRA e coordinatore del progetto. Le specie aliene invasive sono una delle principali cause di perdita di biodiversità e causano gravi impatti sociali, sanitari ed economici, stimati in oltre 12 miliardi di euro ogni anno nella sola Unione europea. Un fenomeno potenzialmente in crescita: il numero di specie aliene è cresciuto negli ultimi 30 anni del 76% in Europa, del 95% nel nostro Paese.

In Europa, complici anche i cambiamenti climatici in atto, le specie aliene invasive sono, insieme al consumo di suolo, la principale minaccia alla biodiversità. Le modalità di ingresso, volontarie o involontarie, sono numerose. Molte attività economiche possono favorire l’arrivo per lo più accidentale di nuove specie aliene: la navigazione, l’acquacoltura, l’agricoltura, le attività forestali e, negli ultimi anni, il commercio di piante ornamentali e animali da compagnia. Spesso animali e piante invasive vengono introdotte anche da singoli cittadini, in modo intenzionale, come nel caso dei rilasci di animali da compagnia o per attività di pesca sportiva e venatoria, o in modo inconsapevole, per esempio dai viaggiatori attraverso abiti, attrezzature, bagagli o souvenir contaminati.

Tra le 87 specie più insidiose indicate dagli esperti, la Crassula helmsii, pianta acquatica originaria dell’Oceania, di grande interesse per i settori florovivaistico e acquariologico. Una specie molto invasiva, capace di proliferare anche in ambiente terrestre, che forma mantelli vegetali in grado di coprire interamente qualsiasi superficie, soffocando le piante native. Causa anche ingenti impatti economici perché impedisce la navigazione dei corsi d’acqua, la pesca e l’accesso alle sponde, ed è inserita nell’elenco delle 100 specie più invasive del mondo. C’è poi il Callosciurus prevostii, o Scoiattolo di Prevost, scoiattolo arboricolo originario del sud-est asiatico, molto apprezzato e venduto come animale da compagnia per via della sua vivace colorazione, ma molto pericoloso, nel caso in cui dovesse fuggire o essere rilasciato, per il nativo scoiattolo rosso.

Tra gli insetti più pericolosi che potrebbero diffondersi nel nostro territorio, la Solenopsis invicta, o Formica del fuoco. Una specie originaria del Brasile, introdotta come contaminante del suolo e dei prodotti vegetali, altamente invasiva e impattante grazie alla formazione di super-colonie di dimensioni enormi. La formica del fuoco, oltre a creare impatti notevoli sulla biodiversità nativa e le produzioni agricole, è un rischio per la salute umana a causa della puntura dolorosa che può infliggere. A mettere a rischio anche il Mediterraneo, il possibile arrivo dell’Austrominius modestus, un piccolo crostaceo balanide marino originario dell’Oceania, introdotto in molte parti del mondo in quanto in grado di incrostare le chiglie delle imbarcazioni. È una specie aliena invasiva che costituisce un serio rischio per l’ambiente marino in quanto è in grado di competere con successo con varie specie di invertebrati importanti per questo habitat.