Si chiama Mes l'ennesima tegola che rischia di abbattersi sul governo Conte. L'eventuale impiego del fondo salvastati continua a creare divisioni nell'opposizione. Ma anche nella stessa maggioranza. Se, infatti, da un lato Fratelli d'Italia e Lega insistono per il no, all'unisono con la "costola dura" del M5S, dall'altro Forza Italia spinge per adoperarlo. E arriva addirittura a minacciare il premier di non votare lo scostamento di bilancio qualora dovessero esserci altri rinvii. Di tutt'altro parere, come detto, il leader del Carroccio. "Il Mes? Lo fermiano. Quelli sono i soldi del Monopoli" ha sbottato ieri Matteo Salvini". "Se le risorse ci sono, sono convenienti e senza condizioni, è un peccato non usarle" ha replicato Maria Stella Gelmini, capogruppo alla Camera per il partito di Berlusconi. Come detto, però, anche nella maggioranza giallorossa si registrano forti divergenze. Il partito Democratico, ad esempio, continua a premere per il sì: "Il Mes? Non prenderlo è demenziale". E "il Pd dovrebbe farne una questione decisiva nella maggioranza" ha scritto su Facebook il governatore della Toscana Enrico Rossi, arrivando quasi a "consigliare" i dem di fare pressioni (minacciando clamorose spaccature?) sulla componente pentastellata del governo, pur di indurla a votare a favore del Meccanismo europeo di stabilità. Addirittura "tranchant", in tal senso, la risposta di Francesco Berti, deputato del Movimento 5 Stelle: "il presidente Rossi ha preso l'ennesima cantonata. In realtà, il Mes è sostenuto dai sovranisti del nord Europa proprio perché è uno strumento che non prevede la solidarietà europea". Insomma, sull'argomento, i grillini non sembrano pensarla proprio come gli uomini del Nazareno, andando a formare, in tal modo, un "ipotetico" asse trasversale di marca tutta populista-sovranista, con Lega e Fdi. Attenzione però, perché neanche si possono escludere pericolose turbolenze interne al Movimento, dal momento che non mancano tra i 5Stelle quanti, all'opposto, non sono completamente contrari all'impiego del fondo salvastati. Un terremoto che nella peggiore delle ipotesi potrebbe anche sfociare in scissione. Con gravi ricadute sulla stabilità del governo. E qualcuno già ipotizza una crisi a luglio.

STEFANO GHIONNI