Coraggio, proviamoci. Non è in palio il quarto posto (l’Atalanta ha il robusto vantaggio di 12 punti sul Napoli), ma sarà un match di prestigio, la squadra bergamasca col carico di sei vittorie consecutive e un’artiglieria di 80 gol, il Napoli cinque vittorie consecutive e una minore dotazione di fuoco (46 gol). Quattro squadre hanno fatto il colpo sul campo orobico, ma sono sortite lontane. Hanno vinto a Bergamo il Torino, il Cagliari e la Juventus nelle prime tredici giornate, la Spal nella prima di ritorno. Non fanno testo. È prevedibile che Gattuso torni al sodo, all’ingorgo difensivo e al contropiede manovrato. Molto dipenderà dalle energie in serbo alle due squadre, provate dal ritmo serrato di questo finale di campionato dopo lo stop di cento giorni.

L’Atalanta sembra non risentirne. Ha macinato la Lazio, a Udine quattro giorni fa ha patito il contropiede dei friulani portando però la vittoria a casa (3-2). È un’Atalanta che non sai come prendere, quattordici giocatori in gol, attaccanti (Muriel 15 reti, Ilicic 15, Zapata 14), centrocampisti (Papu Gomez 6 gol; Gosens, Pasalic, Malinovskiy 5 a testa) e difensori. Nel 4-3-1-2 di Gasperini, l’uno è il Papu che si rintana lontano dall’area, muove gli attaccanti e improvvisamente te lo ritrovi al tiro. Non è facile prenderlo. Ha tecnica e velocità di gioco, anima e piedi argentini (32 anni). Toccherà a Demme mordergli le caviglie?

Gattuso sa come preparare le partite più impicciose. Avrà un suo piano per cavarsela e tentare la sorpresa. Col continuo movimento dei suoi giocatori e gli inserimenti dei difensori, l’Atalanta ha una grossa capacità d’attacco. Per affollare la metà campo avversaria, rischia l’uno contro uno davanti alla sua area. Forse sarebbe utile la velocità di Lozano, ma pare che sia Politano a partire sulla fascia destra. In campo aperto, Mertens e Insigne possono far male se il Napoli avrà capacità non rara di ripartire.

È una sfida fra due squadre in palla, l’Atalanta quarta ben piazzata per giocare anche la prossima Champions, nove punti avanti alla Roma, quinta. Non ha necessità di classifica, giocherà per arricchire questa sua stagione-record. Non ha problemi di classifica neanche il Napoli. Potrebbe essere una partita aperta anche se il potenziale offensivo dell’Atalanta sembra schiacciare il Napoli. Per gol incassati, le difese si equivalgono (Atalanta 39 gol presi, Napoli 37).

All’andata, c’era Ancelotti, la squadra bergamasca portò via dal San Paolo un 2-2 irregolare, il pareggio finale di Ilicic viziato, all’origine dell’azione, dal rigore negato al Napoli (fallo di Kjaer su Llorente), l’arbitro Giacomelli sconsideratamente orbo. Per non contare i due pali colpiti da Milik e cinque occasioni-gol sprecate dagli azzurri.

Atalanta e Napoli si somigliano nel miglior ruolino esterno (Atalanta 31 punti, Napoli 25) rispetto al bottino casalingo (Atalanta 26, Napoli 20). Ma è un rilievo che conta niente. Immergiamoci, come suggerisce di questi tempi un immaginifico telecronista, e vediamo chi resterà a galla stasera a Bergamo.

MIMMO CARRATELLI