Tenta l'allungo, Giuseppe Conte, sul Decreto semplificazioni, da lui definito "la madre di tutte le riforme". Però si vede costretto a fare i conti con i veti incrociati dei partiti che bloccano l'iniziativa del governo. Troppi i nodi ancora da risolvere: dall'abuso d'ufficio al danno erariale. La maggioranza non c'è. E così il testo resta in standby. Il premier tuttavia non molla. E nell'intento di uscire dall'angolo, sceglie due mosse: primo, un pranzo in centro a Roma, tra selfie e scambi di battute con i commercianti; secondo, incontrando Nicola Zingaretti a Palazzo Chigi. Con il segretario dem, c'è "piena convergenza" assicura il premier al termine del vertice. Da parte sua però il Pd si limita a sottolineare che il Nazareno "è il primo sostenitore della sburocratizzazione dello Stato". Per il resto, però, si esprime soddisfazione per il "positivo incontro di chiarimento dopo le incomprensioni" ma si lancia anche l'invito a spingere sull'acceleratore, perché "il governo ha la forza per decidere e fare le cose". Insomma, Conte è invitato a darsi una mossa...