Il Tribunale arbitrale dell’Aja ha stabilito ieri che i due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, dovranno essere processati in Italia. L’annuncio arriva dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio che commenta su Facebook: "È una notizia molto positiva, che premia il grande lavoro svolto in questi anni dal team legale a tutela dell’Italia nelle sedi giudiziarie indiane e internazionali, nonché l’impegno diplomatico che il nostro Paese non ha mai fatto mancare alla causa dei due fucilieri di Marina". "La tesi dell’Italia, dopo anni di lunghe battaglie, ha dunque prevalso – prosegue Di Maio -. I nostri due militari, funzionari dello Stato italiano, impegnati nell’esercizio delle loro funzioni sono immuni dalla giustizia straniera. L’Italia, in base al dispostivo del Tribunale arbitrale internazionale reso noto dalla Farnesina, dovrà però risarcire l’India per la morte di due pescatori causata nel 2012 dai due marò impegnati in attività di pattugliamento sulla nave Enrica Lexie nell’Oceano Indiano. La sentenza arbitrale, nella sua parte dispositiva, stabilisce in particolare che: i fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone godono della immunità in relazione ai fatti accaduti durante l’incidente del 15 febbraio 2012 e all’India viene pertanto precluso l’esercizio della propria giurisdizione nei loro confronti. Il Tribunale arbitrale – spiega la Farnesina – ha dunque accolto la tesi sempre sostenuta dall’Italia in tutte le Sedi giudiziarie – indiane e internazionali – e cioè che i due fucilieri di marina erano funzionari dello Stato italiano, impegnati nell’esercizio delle loro funzioni, e pertanto immuni dalla giustizia straniera. L’Italia dovrà esercitare la propria giurisdizione e riavviare il procedimento penale sui fatti occorsi il 15 febbraio 2012, a suo tempo aperto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. L’Italia ha violato la libertà di navigazione sancita dagli articoli 87 e 90 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare del 10 dicembre 1982, e dovrà pertanto compensare l’India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all’imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell’equipaggio del peschereccio indiano "Saint Anthony". Al riguardo, il Tribunale ha invitato le due Parti a raggiungere un accordo attraverso contatti diretti. La Farnesina ricorda che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno fatto ritorno in patria dall’India, rispettivamente, il 13 settembre 2014 e il 28 maggio 2016 e che il Tribunale arbitrale era chiamato a pronunciarsi sulla attribuzione della giurisdizione, e non sul merito dei fatti occorsi il 15 febbraio 2012. Italia e India si erano di conseguenza impegnate a esercitare la giurisdizione una volta attribuita a una delle due Parti. La Farnesina fa inoltre sapere che l’Italia è pronta ad adempiere a quanto stabilito dal Tribunale arbitrale, con spirito di collaborazione e sottolinea che la decisione del Tribunale arbitrale lascia impregiudicato l’accertamento relativo ai fatti e al diritto per quel che concerne il procedimento penale che dovrà svolgersi in Italia. Infine la nota del ministero esprime "apprezzamento per l’efficace lavoro svolto in questi anni dal team legale a tutela dell’Italia nelle sedi giudiziarie indiane e internazionali".