Lo scoop l'ha fatto il New York Times. Dalla Big Apple sono andati a spulciare il contratto che aveva firmato Rocco Commisso al momento di diventare padrone della Fiorentina, l'anno scorso. "L'acquisto più rapido nella storia del calcio" l'aveva definito il miliardario partito dalla Calabria senza una lira per poi far diventare la sua creatura, Mediacom, uno dei gruppi nell'ambito della tv via cavo più importanti degli Stati Uniti. La fretta, si sa, non è mai una alleata fedele. Così ecco scoperto l'inghippo (o l'inganno). Secondo quanto riferito dal NYT, alla Viola avrebbero dato a un procuratore il potere di trovare acquirenti per almeno cinque giocatori della Fiore, in cambio di una commissione. Ma non solo: se la società si rifiutasse di sottoscrivere l'accordo ci sarebbe anche una penale da pagare. E non si finisce qui, infatti il procuratore in questione, Abdilgafar Fali Ramadani, a febbraio è entrato al centro di una indagine delle autorità giudiziarie della Spagna per presunto riciclaggio di denaro sporco ed evasione fiscale. E tutto questo mentre la Fiorentina non brilla nemmeno in campo.

Al momento della divulgazione delle notizie nascoste nei contratti stipulati dagli ex dirigenti prima della cessione del club, Commisso e i suoi uomini più fedeli si sono rifiutati di commentare, lo faranno più avanti. Ci ha pensato allora Pippo Russo, sociologo, docente all'Università di Firenze, autore di un libro sul ruolo dei procuratori nel mondo del calcio, nei trasferimenti dei giocatori ovviamente a fornire una idea su quello che era successo. "Sicuramente - il suo pensiero - c'è stata una strana relazione tra Fiorentina e Ramadani". Per diversi anni, prima del cambio di proprietà, la società era dei Della Valle (posseduta per 17 anni) e Ramadani, uomo d'affari macedone, ha avuto un rapporto molto stretto con la Viola, legami profondi con l'accordo privato, venuto ora alla luce, firmato da Pedro Pereira, portoghese, che ora lavora per la Primus Sports dello stesso procuratore e che in precedenza aveva fatto parte del team di talent-scout della Viola. Anche lui, secondo il NYT, si è rifiutato di commentare la clausola... scottante.

E tra i giocatori in questione ci sarebbero due gioiellini, Dusan Vlahovic e Nikola Milenkovic. Tutti gli accordi formulati nella stessa maniera, quello che cambiava le quantità di denaro e le percentuali dovute alla Primus Sports. Contratti non certo inusuali nel calcio, ma in questo caso a fare scattare la curiosità, chiamiamola così, il fatto di essere stati firmati in prossimità della cessione della società a Commisso, oltre al fatto della mancanza di una commissione minima per il club toscano. "Tali offerte - si legge infatti - devono essere in linea con il valore di mercato del giocatore". Tutto qui. Non sarebbe la prima volta, infatti Ramadani, secondo le autorità giudiziarie che stanno indagando sul suo operato e i suoi associati "facevano parte di una rete criminale che gestisce squadre di calcio in diversi Paesi, tra cui Belgio, Cipro e Serbia". L'ultimo esempio in ordine di tempo delle difficoltà che gli americani (anche se in questo caso specifico si tratta di un italo-americano) trovano nel gestire squadre di calcio in Italia.

Perché se a Firenze ora Commisso si è trovato questa nuova sorpresa, davvero malissimo le cose stanno andando per Jim Pallotta a Roma. Anzi qui la situazione è precipitata: zero risultati, tanti debiti e la storia dello stadio ancora lì in alto mare. Pallotta, che a Roma non ha vinto nulla, da mesi vuole vendere: era pronto a cedere al connazionale Dan Friedkin, ma il Coronavirus ha fermato la trattativa, ha ridotto i milioni di euro in ballo e ora tutto appare più complicato. Nel frattempo i soldi scarseggiano, la Roma continua a raccogliere figuracce, la Champions non si raggiungerà e i tifosi giallorossi protestano contro il padrone-presidente, ma anche l'allenatore Paulo Fonseca. Una polveriera la Roma, e per fortuna che i fan non possono andare allo stadio... Pallotta, che una volta aveva uno dei suoi headquarter a Miami, si fa vedere sempre più di rado e solo ogni tanto, attraverso i canali della Roma, fa sentire la sua voce. Sempre più lontano dal calcio italiano.

E non si può dire che tutto fili liscio nemmeno al Milan, l'altra americana della serie A. Il fondo Elliott Management Corporation guidato da Paul Singer, da un paio di anni proprietario del club rossonero, non vuole spendere e appare sempre più vicino alla cessione. Quanto è difficile per gli americani giocare a calcio in Italia...

Roberto Zanni