Scusandosi con il Presidente del Consiglio, gli italiani si domandano: chi siederà dopo di lui sulla poltrona di Palazzo Chigi? I lettori si chiederanno: perché questo interrogativo, se i commentatori più autorevoli sostengono che all’attuale esecutivo non ci sono alternative? Giusto, ma la verità è che gli inciuci si moltiplicano. E chi segue la politica finisce col non capirci niente.

Tutti si dividono e tutti complottano. Un giorno, Pd e 5Stelle litigano, l’altro sono innamorati pazzi. Berlusconi è uno dei tre leader del centro destra, ma di nascosto (non tanto) fa l’occhiolino a Conte. Renzi critica diverse scelte della maggioranza, però del patto di governo lui fa parte. Insomma, c’è da farsi venire il capogiro e in tanti si chiedono: a che cosa servirà il nostro voto se poi ogni cosa si decide nel segreto dei Palazzi?

Ricordate la prima Repubblica? Gli elettori preferivano alcune forze politiche ad altre. Poi quando si trattava di fare il governo, la situazione veniva quasi completamente ribaltata. Colpa del proporzionale, sostengono alcuni. Con il maggioritario tutto sarebbe più chiaro prima ancora di andare a votare.

Situazione preoccupante

Le chiacchiere stanno a zero, perché ora la situazione italiana è assai preoccupante e sarebbe bene che le manovre lasciassero il posto a scelte concrete per il futuro del nostro Paese. Sono i dati a rendere preoccupante il momento del primo dopo virus (nella speranza che non ce ne sia un secondo). Si prevede che il Pil andrà sotto di oltre undici punti. Il Governo, con il decreto semplificazioni, ha dato il via a 130 cantieri a cominciare dal Sud. Ma per ora non ci sono i soldi per avviare questa riforma.

Che il premier ha definito una vera e propria rivoluzione che non ha precedenti nella storia italiana. Una illusione? Si, no, forse. Il centro sinistra è euforico, i loro avversari, Salvini e Meloni in testa, sostengono che si tratti di "un mattone incomprensibile". Sulla scuola, i problemi si accavallano e allora il ministro Azzolina viene affiancato dal solito Domenico Arcuri che dovrebbe trovare una soluzione ai mille interrogativi che ancora assillano la nostra cultura giovanile.

Conte circondato

Il premier è circondato dai suoi e da chi invece vorrebbe farlo cadere non domani, ma oggi. Ragione per cui, prima di partire per il suo viaggio europeo, convoca Gianroberto Casaleggio per la piega che stanno prendendo i Grillini. E gli chiede: "A che punto siamo?". Uno dei padri padroni del Movimento lo rassicura: "Io non remo contro". Tranquillo il presidente? Non molto. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Anche da Palazzo Chigi vedono le manovre sotterranee. Che da due diventano quattro, cinque, dieci.

Parla Carlo Calenda, ex ministro, ora leader di Azione: "Sono per un governo larghissimo: da Berlusconi a Zaia". Il Cavaliere è una parte essenziale del centro destra, però si dice pronto a votare a favore del Mes, perché quei 36 miliardi dell’Europa non si possono perdere. Andiamo avanti: i signori che una volta erano i nemici giurati del patto del Nazareno (protagonisti Renzi e lo stesso Berlusconi) ora non disdegnerebbero un accordo di largo respiro. Pur di cambiare al più presto l’inquilino di Palazzo Chigi. Si naviga a vista. Forse il premier non vede l’ora di tornare a Roma per andare alla ricerca di una mediazione che vorrebbe dire per lui rimanere in sella. Fino a quando glielo permetteranno?

BRUNO TUCCI