Due squadre in palla per una partita-spettacolo stasera al San Paolo all’orario spagnolo delle 21,45, il Milan lanciatissimo dalla clamorosa rimonta sulla Juve (4-2) e dal successone sul campo della Lazio (3-0), il Napoli con la continuità dei risultati richiesta da Gattuso, quattro vittorie intervallate dalla sconfitta di Bergamo.​

Il Milan con una motivazione in più, la qualificazione in Europa League nel duello a distanza con la Roma che è due punti avanti ai rossoneri (come il Napoli). Ci sono tutte le premesse per una gran partita.​

Si prevede uno show di gol, un continuo campanello d’allarme per i due portieri, Donnarumma 21 anni, e Meret 23, compagni di nazionale. Potrebbe risultare i protagonisti decisivi della serata.​

Il Napoli torna alla difesa titolare con Di Lorenzo e Koulibaly, Demme metronomo di centrocampo con due laterali offensivi, Fabian Ruiz e Zielinski, in attacco i tre moschettieri degli anni di Sarri, Callejon, Mertens, Insigne.​

Lozano ritorna in panchina. Il messicano è attaccante di contropiede secco che si esprime in campo lungo dove impone la sua velocità. Il Napoli ha una manovra offensiva corale, porta l’attacco in palleggio con più uomini riducendo lo spazio tra il fronte offensivo e la porta avversaria. Questo esclude il migliore utilizzo di Lozano che potrebbe tornare utile a Barcellona dove il Napoli sarà maggiormente costretto sulla difensiva e avrà spazio lungo per il contropiede.​

L’attacco al Milan dipenderà molto dalla vena di Dries Mertens, un po’ in ombra ultimamente, ma dovrebbe avvantaggiarlo la ricomposizione del terzetto sarriano.​

A centrocampo, il Milan piazzerà Kessie (in grande ripresa) e Bennacer alle spalle del trio (Saelemaekers-Rebic-Calhanoglu) con Ibrahimovic punta terminale. Lo svedesone, 39 anni, assicura una forte presenza di esperienza e incoraggiamento, il Milan si sente più forte. Sono in salute i due esterni della difesa rossonera (l’ex atalantino Conti, che ha recuperato la forma migliore, e il marsigliese Theo Hernandez) che spingono molto. Sarà un 4-2-3-1 che imporrà al Napoli una precisa organizzazione difensiva, senza sbavature non ancora del tutto cancellate.​

Il Napoli potrebbe puntare a una partita di ripartenze dopo avere bloccato l‘elegante palleggio milanista. Ma non sarà una partita a senso unico con un Napoli basso che aspetta il Milan per infilarlo di rimessa. Se così fosse, sarebbe utilissimo Lozano. Si sa che Callejon dà più equilibrio e sarà certamente una pedina importante in un centrocampo che si annuncia affollato e ricco di piedi buoni.​

Sarà comunque necessaria una partenza “autorevole” del Napoli da far capire al Milan (sette gol nelle due ultime partite) che non avrà vita allegra come gli è capitato a Roma e contro la Juve.​

Ibra sarà una presenza ingombrante per la difesa azzurra, abile nelle spizzate e ancora “pesante” nei contrasti. Lo svedese cercherà di creare spazio per l’inserimento in gol di Rebic e l’arrivo dei centrocampisti. Sarà decisiva la serata di Koulibaly e Maksimovic, soprattutto la consegna tattica delle posizioni in campo dei due centrali.​

Come s’è detto, il Milan spinge molto sugli esterni. Theo Hernandez, il più pericoloso, giustifica l’impiego di Callejon per proteggere la fascia in cui il francese fa l’incursore di forza e velocità.​

Il Napoli dovrà evitare gli errori in uscita, frutto spesso di eccessiva confidenza e ricercato palleggio. Per piegare il Milan serve un gioco veloce con centrocampisti che portino poco la palla aprendo subito il gioco. Non sarà una partita facile per Fabian Ruiz e Zielinski che dovranno prodigarsi nella fase difensiva.​

Sarà prevedibilmente una partita poco congelata e che si sposterà continuamente da un fronte all’altro a meno che Gattuso non pensi a un 4-1 - 4-1 assegnando al Milan il ruolo di grande squadra (eccellente in questo momento) da affrontare con maggiore copertura e gioco di rimessa.​

Gattuso affronta per la prima volta il Milan da ex, ma è un altro Milan rispetto alla squadra dei suoi tempi e anche alla squadra che ha allenato l’anno scorso portandola al quinto posto. È un match aperto e vincerà chi non commetterà errori. Banale, ma vero in una sfida che proporrà continui ribaltamenti di fronte.

MIMMO CARRATELLI