Al di qua e al di là del Tevere si sta davvero lavorando per dare vita a un Governo alternativo a quello in carica? È possibile. I fatti conosciuti sono ancora pochi, tuttavia sufficienti per lasciare intravedere un abbozzo di architettura che potremmo definire di salvezza nazionale. I motivi che possono giustificare questo progetto, d’altra parte, sono molti, primo fra tutti la straordinaria urgenza di azioni concrete di politica economica e fiscale in grado di fronteggiare la più grande depressione degli ultimi settantacinque anni e di cucire politica interna e politica europea con credibilità e preparazione adeguata.

Di qui il tentativo di verificare se, chiamando in battaglia un generale di corpo d’armata, sia possibile formare una maggioranza parlamentare diversa dall’attuale. Oltre Tevere cos’è successo? Papa Francesco ha nominato Mario Draghi a membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. La nomina papale è un’indiretta ma importante indicazione all’altra sponda del fiume e specialmente al Colle più alto. Draghi è persona gradita a Casa Santa Marta e alla Segreteria di Stato, è un generale di primissimo piano, si manda a dire, che potrebbe agire anche sulla scacchiera internazionale con la benedizione vaticana.

Indicazione di grande peso, insomma, per chi osserva queste cose con le lenti della realpolitik e con disincanto. Il secondo fatto attiene alla politica al di qua del Tevere. Il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio ha incontrato Mario Draghi alla Farnesina. Cosa si siano detti non è dato sapere con esattezza, ma è verosimile che il colloquio abbia incrociato anche il tema politico più scottante: la possibile caduta del Governo in sella. In caso di crisi, infatti, Di Maio e l’area del Movimento 5 Stelle filo-governativa non intendono affatto abdicare a ruoli centrali di comando, sicché potrebbero essere disposti ad appoggiare un Governo di salvezza nazionale, magari guidato, proprio, da Draghi. L’altro fatto è questo. Il presidente Silvio Berlusconi, in un’intervista a Il Giornale, si è dichiarato disposto a valutare la partecipazione di Forza Italia ad un nuovo Governo. Anche Berlusconi ha in mente Draghi come possibile presidente del Consiglio? È altamente probabile. Fu lui a volerlo alla guida della Banca d’Italia e dopo della Banca centrale europea, e fu lui ad ipotizzare, mesi fa, un diretto coinvolgimento di Draghi alla guida di un Esecutivo di unità nazionale. Al momento giusto, quando le con- dizioni della pandemia lo consentiranno, fece capire. Da ultimo sono arrivate le dichiarazioni di Romano Prodi, che inaspettatamente ha riabilitato alla dignità governativa, proprio, Silvio Berlusconi. Il presidente Prodi non è uomo sprovveduto e men che meno un arruffa popolo. Soppesa ogni parola nel significato e nel fine. In questo caso è probabile che abbia voluto allentare il terreno intorno al progetto di formazione di una nuova maggioranza, gettando un ponte tra Partito Democratico e Forza Italia. Ed è molto probabile che anche Prodi abbia in mente il nome di Draghi per guidare un nuovo Esecutivo, come dichiarò apertamente in un’intervista televisiva di qualche mese fa. Sul fronte della società civile, poi, Confindustria ha dichiarato il suo fermo sostegno all’iniziativa ed anzi la sua attiva partecipazione. Fin dallo scorso aprile, tramite le colonne del suo quotidiano, l’associazione di viale dell’Astronomia indicò Mario Draghi come nocchiere di un Governo di salvezza e alcune realtà lo- cali lanciarono una petizione per "Draghi premier" (Il Sole 24 Ore).

Certo, fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e ogni for- za coinvolta in questo pro- getto dovrebbe rinunciare a qualcosa, superare steccati ideologici e interessi particolari. E poi c’è da capire se Mario Draghi declinerà l’invito o se, davanti ad una depressione epocale, come quella dei nostri tempi, lo accetterà.

Niente di sicuro, dunque. Ma la tavola è apparecchia- ta e i commensali sempre più numerosi e autorevoli. I mastri pasticceri, poi, stan- no lavorando alacremente, chi all’ombra delle mura leonine, chi all’ombra di Porta Pia e chi tra le sponde del fiume della città eterna.

Alessandro Giovannini