Ora c’è un nuovo incubo. Come spendere i tanti soldi piovuti dal cielo europeo? In primo luogo si discute e si polemizza sulla cifra. I 209 miliardi sono per il momento soltanto sulla carta. In Italia nel 2021 ne arriveranno solo 20, il resto si vedrà. Allora è solo una fregatura questo accordo di Bruxelles? Assolutamente no. In primo luogo perché l’Europa non si è divisa, poi c’è da considerare il fatto che questa somma l’Italia la riceverà. Quando? Il più presto possibile. È su questo punto che una parte del centro destra scarica le sue critiche.

Primo fra tutti Matteo Salvini l’unico a "non farsi abbindolare dalle chiacchiere". Seguito, a una certa distanza, da Giorgia Meloni che dice: "Non cantiamo vittoria subito, è troppo presto. L’euforia di Palazzo Chigi e dei giornali che gli sono a fianco è sproporzionata". Infine Berlusconi che plaude all’accordo raggiunto fra i Paesi europei, ma aggiunge: "Per quanto riguarda l’Italia, ritengo che la destra debba essere coinvolta nelle riforme e nella ricostruzione".

Sconcerto nella destra sovranista

Tira una brutta aria nel trio che fa capo alla Lega? Certamente questa pioggia di miliardi ha fatto toccare il cielo con le dita alla maggioranza. Questo significa che il patto a tre svanisca per le elezioni di settembre? Le previsioni rispondono di no, però è fuor di dubbio che i leghisti e i seguaci di Giorgia Meloni siano un pochino sconcertati. "È stato un brutto risveglio per i sovranisti", tuonano dalla maggioranza. Ma gli ultras dell’opposizione non rimangono zitti: "Adesso per il Pd e per i 5Stelle finiscono gli alibi. Vogliamo vedere come si spenderanno questi miliardi e quanti ne andranno per le riforme e non per l’assistenzialismo". Insomma, neanche dopo un successo raggiunto in Europa si placano le polemiche.

Ci sono gli innamorati del Mes e coloro che della legge salva stati non vogliono nemmeno sentir parlare. Il braccio di ferro coinvolge anche la maggioranza. Di fatto i Dem sono favorevolissimi e sostengono che sarebbe una follia non prendere gli altri 36 miliardi che l’Europa ci presta, mentre il premier frena per la paura di nuovi debiti che si aggiungerebbero alla già precaria situazione economica italiana. Ed ecco che affiora di nuovo la controversia (ormai non smentita) fra il presidente del consiglio e il ministro degli esteri. Perché il traguardo raggiunto da Conte a Bruxelles fa dire a tanti che il premier è maturo per essere il leader dei 5Stelle.

Di Maio, stizzito, risponde: "Se vuole esserlo, si iscriva per intanto al Movimento". Dunque, non c’è pace nemmeno in un momento in cui si dovrebbero concentrare gli sforzi su come far ripartire il Paese dopo la batosta subita a seguito del Covid19. Al contrario, ci sono i disfattisti e i contro disfattisti. Chi gestirà questa somma a cui nessuno credeva? Il presidente del Consiglio taglia corto: "Li gestirò io, in prima persona" e annuncia, sia pure se non ufficialmente, che si servirà di una task-force così come è accaduto quando in Italia la pandemia imperversava.

Sono andate bene le cose allora, perché non dovrebbero andar bene in futuro quando si dovranno decidere le riforme con l’aiuto di esperti di grido? I sondaggi dell’ultima ora riferiscono che la maggioranza degli italiani è ancora una volta a favore dell’avvocato del popolo. Più su di due punti di gradimento. Non è poco. Quindi, adesso, si lascino le polemiche alle spalle e si lavori tutti per far risorgere il Paese.

BRUNO TUCCI