Leggo sul giornale uruguaiano (El País) una notizia straordinaria, ... o forse non tanto. Sono giá trascorsi quattro mesi da quando il COVID 19 é atterrato in Uruguay e nella provincia (Departamento) di Florida - caso unico in Uruguay - non si registra nessun caso di infezione. Il Sindaco (Intendente) attuale é la Sig. ra María Brugman - una giovane donna dal volto intelligente - che non ha dubbi: é vero - dice ai giornalisti - che c’é molta responsabilitá nelle misure sanitarie che abbiamo preso, ma é anche vero che qui tutti pensano "È San Cono!". Aggiunge: "e io che sono credente, penso che il Santo ha contribuito a questo risultato".

Ma perché tanta fede in questa provincia dell’Uruguay riposta in un Santo, che viene da Teggiano, un paesino lontano, in provincia di Salerno? La storia racconta che San Cono nacque alla fine del secolo XII a Diano, antico nome di Teggiano, paese che sormonta una grande valle (appunto il Vallo di Diano). I suoi genitori erano Bernardo Indelli (o Mandelli o De Indella) e Igniva, che purtroppo - come tanti di noi - non avevano la vita facile con il figlio. Notizie assai tardive dicono che Cono si diede alla penitenza fin da bambino, fuggì da casa e si ritirò nel monastero benedettino di Santa María di Cadossa (oggi santuario di San Cono) presso Montesano sulla Marcellana nel Cilento.

Un giorno i genitori, avendo scoperto il suo rifugio, andarono a fargli visita, ma Cono per evitarli si nascose addirittura in un forno acceso. Tuttavia, con grande sorpresa dei conventuali, le fiamme non gli causarono nessuna bruciatura. Morì comunque giovanissimo nel santuario di Cadossa e quando il monastero fu abbandonato, il suo corpo venne trasferito nel 1261 a Teggiano, dove è venerato tutt’oggi come santo patrono. San Cono é stato sempre un santo prodigo di miracoli, anche prima che giungesse a Florida.

Diverse sono le leggende e i miti della sua storiografia. Per esempio, nella guerra del 1497, durante l’assedio di Diano da parte degli aragonesi, salvó la cittá e aiutó specialmente un monaco che prese parte nella difesa e fu visto "respingere i proiettili senza che verun danno ne soffrisse la città". Un secolo dopo preghiere e invocazioni al Santo allontanarono, in poco tempo dalla città, la peste del 1600. Piú recentemente in un terremoto del 1857, San Cono riapparve per salvare la sua Teggiano e in tale occasione i cittadini riconoscenti fecero costruire un obelisco in suo onore.

Il santo fu canonizzato da Pio XI nel 1871, e la sua festa - come ben sanno gli uruguaiani - si celebra il 3 giungo. Vi chiederete a questo punto come giunse San Cono in Uruguay. È proprio il caso di dire che fue un "Santo emigrante", il cui culto seguí la scia di abitanti di Teggiano, che a metá del secolo XIX, vennero in Uruguay e si installarono nella cittá di Florida. Nel 1882 la collettivitá italiana del posto invió un certo signor Blas Aloy a Teggiano con l’incarico di portare a Florida una riproduzione dell’immagine del Santo. Il Sig. Aloy compí egregiamente l’incarico e ritornó con una statua in legno, che riproduceva il santo. Si costruí per l’occasione una cappella, per ospitare la riproduzione. Ma all’epoca i "floridensi" erano del tutto indifferenti e il Santo era solo onorato da pochi teggianesi e cilentani.

E fu allora che San Cono si fece sentire. Infatti si registró un forte movimento sismico: gli abitanti di Florida, impauriti, interpretarono l’evento come un castigo del Santo, per l’indifferenza mostrata. Da allora San Cono ricevette la piena cittadinanza del luogo, che oggi é uno dei posti del mondo dove é piú venerato. Non c’é da sorprendersi se il Santo - noto a Teggiano e in molte comunitá italiane all’estero - come il Santo protettore contro la peste, le guerre e i terremoti, oggi stende un manto di protezione sulla cittá di Florida per allontanare il COVID 19 dai suoi abitanti. Quindi, niente coronavirus a Florida per i devoti del grande Santo di Teggiano!

JUAN RASO