Macchina del fango con vista sulle elezioni regionali imminenti in funzione a pieno regime? Possibile, ma non certo. Il dubbio scatena la domanda di riserva. E se fosse tutto vero, ampiamente provabile? Ai posteri l’immediata risposta, che per il momento rimane ardua. Il fatto, la notizia, è che un’inchiesta giudiziaria agita la politica in Campania, a poco più di un mese dalle elezioni regionali. Turbativa d’asta e frode in pubbliche forniture i reati ipotizzati dai pm Simone De Roxas e Mariella Di Mauro, d’intesa col procuratore aggiunto Giuseppe Lucantino. La magistratura indaga su presunte irregolarità nella costruzione di tre ospedali modulari di Napoli, Caserta e Salerno. Le strutture avrebbero dovuto accogliere i pazienti contagiati dal covid-19. Avrebbero dovuto in quanto gli ospedali di Caserta e Salerno non sono mai entrati in funzione. Un bluff in piena regola? Semplicemente a causa di un contenzioso tra la Regione Campania e l’azienda che si è aggiudicata l’appalto. Ma il dato più importante della notizia è reperibile dai nomi dei quattro politici indagati,
tutti vicinissimi a Vincenzo De Luca e fedelissimi del governatore uscente della Regione Campania.
L'ex sindaco di Salerno è il ricandidato del centro sinistra. Dei quattro indagati, tre sono dirigenti pubblici, il quarto è un consigliere regionale. I nomi dei presunti autori di frodi in pubbliche forniture e turbativa d’asta? Ciro Verdoliva, dirigente dell’Asl Napoli 1; Luca Cascone, consigliere regionale; Claudio Cuccurullo, presidente di Soresa, la centrale per gli acquisti della Regione Campania; Roberta, lei dirigente e punto di Soresa.
Persone di acclarata fede deluchiana, molto vicine al cosiddetto Sceriffo. Ma De Luca non ci sta, palese la fermezza che disimpegna nella smentita delle presunte colpe di cui si sarebbe macchiato il quartetto. Intervenuto a Torre del Greco a una manifestazione per il rilancio del corallo, il governatore ha rivendicato con forza la correttezza del proprio operato.
"Abbiamo fatto un lavoro straordinario grazie alla collaborazione dei cittadini campani e del personale medico sanitario". Una manica di farabutti i quattro indagati vicini alla sua persona e al suo ufficio? De Luca cita i numeri, illustra dati, con la certezza che i pm non abbiano centrato la questione, con tutto il rispetto dovuto anche alla complessità del loro operato. "Abbiamo evitato una ecatombe. Tutti, a livello nazionale, si aspettavano un Una bufera si abbatte sulla sanità Campana disastro in Campania. Abbiamo dato prova di assoluta correttezza amministrativa e di ordine". Ma cosa dicono le carte dei pm? Delegate ai carabinieri del comando provinciale, le verifiche sono state avviate dopo la presentazione in Procura di cinque esposti. Li ha firmati l'ex deputato di Fratelli d’Italia, Marcello Taglialatela, oggi schierato al fianco del candidato di centro destra alla presidenza della Regione. Il già governatore regionale Stefano Caldoro, che corre in opposizione a De Luca col suo movimento Campo Sud.
I militari hanno effettuato perquisizioni e sequestrato documenti sull'appalto. E anche telefonini e computer dei quattro indagati. Elementi di interesse potrebbero emergere dall’esame della documentazione. I tre ospedali in questione sono costati diciotto milioni e dovevano entrare in funzione dopo diciotto giorni. Ma al momento attuale, dei tre, solo quello di Napoli ospita pazienti. Salerno e Caserta non sono mai entrati in funzione.
La vicinanza della data delle elezioni è la causa di continui fermenti politici a livello regionale. Sisma quotidiani ad azionare la possibile macchina del fango. Un giorno sì e l’altro pure, il centro destra continua a sparare bordate contro De Luca. Sulla carta, in chiave elettorale, non ci sarebbe partita, la rielezione dello Sceriffo appare scontata. Il centro destra non si nega all'ironia, anzi la mette puntualmente e tenacemente in campo. "De Luca nel corso dell’emergenza sanitaria si era vantato più volte dell’efficienza dimostrata dalla Campania". Ovvero dal governatore e dai suoi consiglieri regionali.
L’indagine dei pm Di Mauro e De Roxas sui presunti reati commessi dal quartetto politicamente molto vicino a De Luca scatena in blocco Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, e il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini. Chiedono chiarimenti a De Luca. Va oltre il solito, esagerato, spericolato Maurizio Gasparri. Da parte sua, l’invito a De Luca di "ritirare la propria candidatura alla presidenza della Regione". Ovviamente sordo a questo tipo di sollecitazione il governatore regionale uscente.
Uomo forte, spalle politiche quadrate, sostenuto dal consenso popolare, De Luca rispedisce al mittente anche la richiesta/invito che il vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, indirizza al Governo: "Si proceda al commissariamento della Campania". Su De Luca, inaffondabile, tira cannonate anche la leader del M5S, Valeria Ciarambico. "Il governatore si dibatte tra complicità e silenzi assordanti". Le complicità finora sono presunte, l’indagine è in corso. Ma silenzioso Vincenzo De Luca non sembra proprio. "Tra i tanti risultati ottenuti ce n’è uno incontestabile: fino a qualche mese fa, quando si parlava di Campania tutti ci ridevano dietro, ora possiamo camminare a testa alta.
In Italia e in Europa". I fatti questo dicono. Se poi intorno è tutta melma e fango, saranno i risultati dell’indagine a provarlo. De Luca non arretra, non indietreggia, al grido di battaglia "Sono tranquillo, siamo tranquilli noi di sinistra". Ai posteri, leggi esito delle elezioni imminenti, la sentenza
precisa.

Franco Esposito