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Contagi di ritorno, basta musica e luci spente in Sardegna: la Costa Smeralda non balla più

Stop alla musica, la Costa Smeralda non balla più. Si adegua Solinas, governatore della Sardegna. Basta discoteche affollate, chiudete tutto, e subito. Il Governo ordina e il presidente regionale esegue. Saltano serate sold out, locali con il tutto esaurito costretti a chiudere. Sconcertati e furibondi i titolari del cosiddetto divertimento della notte, danneggiati in maniera irreparabile.

"Biglietti già venduti e dj pagati, non possiamo fermare gli eventi". Disobbedienza e protesta viaggiano in combutta, i locali non intendono accettare le disposizioni che l’ultimo dpcm contiene. Quello che ha indotto il governatore Solinas a tornare sui propri passi e a cancellare precedenti disposizioni. L’inferno in Costa Smeralda di notte. I gestori avvertono che non indietreggeranno di un passo. Non vogliono neppur sentir parlare di Dpcm, ordinanze regionali, e di indice. Fanno circolare messaggi e ci provano in tutti i modi. Ricorrendo anche a belle ragazze-immagine che distribuiscono inviti lungo le spiagge.

Messaggi che suonano così: "Il nostro locale non chiuderà. Le sale da ballo all’aperto possono continuare a funzionare. Se comprate ora in prevendita, potete usufruire anche dello sconto". Alla vigilia di Ferragosto la Costa Smeralda è alle prese con una situazione paradossale. La Sardegna, all’inizio di luglio, era tra le regioni che avevano deciso di autorizzare le danze. Solo nei locali all’aperto e nel rigoroso rispetto delle solite regole sul distanziamento, spesso trascurate. Invece, nel cuore dell’estate più incerta di sempre e anche pregna di rischi, si assiste al cambiamento delle carte in tavola. Quello che i gestori definiscono "un inaccettabile stravolgimento".

L’ultimo Dpcm firmato da Conte continua a "non menzionare le discoteche tra le attività che possono ripartire", mentre a tre giorni dal momento di massimo afflusso anche la Regione Sarda decide che le luci dei locali si devono abbassare e la musica è obbligata a zittirsi. Il tutto senza che non ci sia uno straccio di nero sul bianco. Trema la movida della Costa Smeraldo. La spiacevole novità è la scadenza di un’ordinanza che il governatore Christian Solinas per il momento minaccia di non rinnovare. L’unico documento, quello, che autorizzava i locali a far partire il grande barnum del divertimento notturno. Ma in assenza di una proroga la musica si spegne, in Costa Smeralda. Scaduta l’autorizzazione regionale, l’unica regola che conta è quella nazionale.

Muto Solinas, ma l’impressione è che voglia applicare il diktat del presidente del Consiglio. Discoteche chiuse, quindi. Tutte e subito. Protestano con veemenza i gestori, chiedono chiarezza, provano a difendere il popolo della notte e, giustamente, i loro interessi. Ma per il momento sono obbligati a mandare via i clienti. Porto Cervo è la voce della Costa Smeralda che vive di notte. "Le autorità ci dicano cosa dobbiamo fare. Abbiamo già organizzato eventi per milioni di euro, siamo pronti a licenziare centinaia di dipendenti". Grida di dolore.

Il lamento corre da un capo all’altro della costa. I clienti più giovani sperano di non perdere il biglietto già pagato. Arrivano i dati dei contagi in Sardegna delle ultime ventiquattrore. Gli ultimi casi in sequenza fanno lievitare il bilancio dei positivi. La notizia arriva proprio dalle discoteche. All’isola di Carloforte il caso più eclatante e preoccupante. Ventiquattro ragazzini, alcuni appena quattordicenni, sono stati contagiati durante una serata in discoteca. In cinquecento sono stati già sottoposti al tampone. L’esito delle prime analisi rischia di far diventare la piccola isola di Carloforte in una specie di zona rossa.

Ma la Sardegna non è sola. Il fatto che la musica non suoni più in Costa Smeralda, complice il disastroso ritorno del virus, non è la sola brutta notizia che ieri circolava in alcuni posti d’Italia. Di eventi musicali annullati e di locali chiusi si parla infatti a Catania e Marina di Pietrasanta in Toscana, per arrivare fino a Vercelli. Dei rischi della movida pazza i virologhi parlano da settimane. I loro appelli sembrano avere oggi valore di profezia. La Costa Smeralda si ritrova nel mirino. "I ragazzi che vogliono divertirsi rispettino le precauzioni: molti dei nuovi positivi sono giovanissimi". Tremano a Carloforte turisti e residenti. Sono chiaramente nel panico. Le notizie sui più recenti contagi hanno convinto Christian Solinas, il governatore della Sardegna, a mettere in pausa gli eventi musicali già programmati. "In realtà non abbiamo mai detto di voler chiudere le discoteche. L’unica certezza è che esiste un Dpcm che impedisce l’apertura delle discoteche e lascia alle Regioni la possibilità di prendere decisioni diverse". Solinas scarica la palla sul Governo, allarmato anche da quello che accade a Carloforte.

"In Sardegna stiamo facendo valutazioni per capire come arrivare a una sintesi". I tempi delle decisioni tecnico-scientifiche non sembrano potersi sposare con le prossime serate programmate presso i divertimifici notturni in Costa Smeralda. Dove sono in arrivo alcuni deejay più famosi d’Europa. I gestori non ci stanno, non vogliono starci. "Rispettiamo il distanziamento, a tutti viene misurata la temperatura, i centoquaranta dipendenti hanno fatto corsi sulla sicurezza. Si smetta di colpevolizzare il divertimento. Gli assembramenti si creano anche sulle spiagge e nelle città". La rabbia ad alta voce. Ma il governatore regionale non sembra disposto ad ascoltare istanze e proteste. Giuste o sbagliate, corrette o eccessive, le disposizioni arrivano dall’alto.

di FRANCO ESPOSITO

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