Forse, più delle 133 navi che nel corso degli anni sono state costruite nel suo cantiere, a rendere particolarmente orgoglioso Federico Contessi è l’essere riuscito a trasmettere ai figli tutto l’amore per il proprio lavoro e per l’Italia. Federico Contessi ha davvero di che essere orgoglioso visto che i suoi quattro figli, Evelina, Felisa, Alejandra e Domenico, oggi hanno raccolto la sua eredità "professionale" e continuano a realizzare imbarcazioni nel cantiere di Mar del Plata.

E che dire dei nipoti (sei, e sempre sei sono i bisnipoti, anzi, quasi sette): un ingegnere informatico e un ingegnere navale specializzato nei disegni, una laureata in pubblicità e un’altra ancora in commercio internazionale, tutti impegnati nel portare avanti il testimone di Federico Contessi. Da alcuni anni, Presidente del gruppo è Domenico, mentre Federico aspetta di festeggiare, il 29 agosto, i suoi 89 anni. In pratica, un gruppo economico di grande eccellenza che vede oggi lavorare insieme la seconda e terza generazione di Contessi. "Il Gruppo Veraz – spiega Alejandra – è composto da diverse compagnie di pesca con stabilimenti produttivi non solo a Mar del Plata, in provincia di Buenos Aires, ma anche a Rawson (provincia di Chubut) e Puerto Deseado (Provincia di Santa Cruz). Possiede anche un marchio di conserve di pesce ‘Marechiare’, con uno stabilimento di produzione a Mar del Plata, leader nell’elaborazione di prodotti a base di gamberi e merluzzo del sud, prodotti che vengono esportati in oltre 15 paesi".

Immagini di Federico Contessi

Un "impero" che dà lavoro ad oltre 900 persone. E anche se Federico Contessi non lavora più, resta sempre il leader indiscusso, riconosciuto e rispettato da tutti, tanto che la prossima imbarcazione (la numero 134), "sarà molto speciale - tiene a sottolineare Alejanda - si chiamerà, infatti, ‘Federico C.’ Si tratta del peschereccio più grande costruito nel nostro cantiere e per questa ragione abbiamo scelto il nome di papà, un modo per rendere omaggio a quanto ha costruito nel corso della sua vita, con sacrifici ed immenso amore, per il lavoro e la famiglia".

Prima del peschereccio, i figli, in occasione dei suoi 85 anni, hanno fatto a Contessi un altro particolare regalo: "Abbiamo raccolto in un libro dal titolo ‘Su vida, sus barcos’, tutta la storia familiare e quella del lavoro per segnare, anche su queste pagine, le ‘imprese’, ogni piccola conquista che papà ha realizzato in Argentina". Parlare della storia del maestro d’ascia Federico Contessi non è facile, come si fa a scegliere tra i vari aneddoti che hanno costellato la sua vita, tutti degni di nota, tutti emozionanti, tutti in grado di far capire con quanta determinazione, caparbietà, ha costruito, dal "niente", un colosso. Quando il padre, Domenico, lascia San Benedetto del Tronto per l’Argentina, Federico Contessi aveva appena quaranta giorni. In un incontro di qualche tempo fa, raccontò della sua famiglia di pescatori e di come, "non avendo veri balocchi, giocavo con gli strumenti di mio zio falegname navale, ovvero martello, tenaglia, segaccio e scalpello". Ha giocato così tanto, da diventare abilissimo, e con questi "giocattoli" ha costruito navi e pescherecci vanto della flotta argentina. Anche se in casa ha respirato la tradizione dei pescatori, quando a 16 anni raggiunge l’Argentina per conoscere il padre, già proprietario di una barca da pesca, prova a seguirlo, "ma il mare non era per me". Così inizia a lavorare in un cantiere e dopo tanto lavoro e sacrifici, riesce ad acquistare una barca, "Annabella".

E’ il primo passo… grazie alla sua "Annabella", Contessi compra alcuni terreni, "nasce così il mio cantiere, ‘La Gioventù’". Aveva 19 anni, e non può dimenticare che a commissionare le sue prime barche furono due fratelli pescatori originari di Sorrento, "i pescherecci si chiamavano ‘Compagnello’, ‘Libertà’ e ‘San Telmo’. Era un primo traguardo, ma capivo che il mio cantiere era troppo lontano dal mare. A decidere per me, in qualche modo, fu un incendio. Distrusse tutto". Senza perdersi d’animo, trasformando la tragedia in un segno del destino, Federico Contessi ricostruisce, in maniera ancora più grandiosa, e nel 1965 fonda il primo cantiere navale privato argentino chiamato Astillero Naval Federico Contessi y Cía. S.A.C.I.F.A.N. Quando lo incontrammo, era all’imbarcazione numero 112, tra cui la "Regina australe", un catamarano turistico per 350 persone; la barca SKUA9 commissionata dal Cile; un semisommergibile per regalare ai turismi momenti di grande suggestione ammirando lo spettacolo delle balene; il primo peschereccio congelatore costruito in Argentina e, nel 1995, "Centauro 2000", la più grande nave da pesca realizzata, fino ad allora, dal suo cantiere. Una vita dedicata al lavoro, tanto da chiamare una sua imbarcazione "Trabajamos".

E ogni varo, diventa un rito: "Ricordo che a San Benedetto, quando nelle barche si collocava il fascione esteriore, veniva consegnato al proprietario un pezzo di legno con dei fiori sopra. Il proprietario, per ringraziare, offriva la colazione. Si tratta della tradizione della Pezza Santa, che ho portato con me, nei miei cantieri, anche se oggi l’ultima tavola non è di legno ma di acciaio". Per anni, Contessi non ha risparmiato una goccia di energia per il suo cantiere, senza mai rinunciare all’inseparabile tuta blu, la stessa che indossa anche nella copertina del suo libro. E’ stato Presidente della Camera di Commercio e pian piano, sono arrivati i riconoscimenti, come l’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana con il grado di Commendatore, e quello di "Cittadino illustre di Mar del Plata". Ma il riconoscimento a cui è più legato, è arrivato nel 1995 dalla sua San Benedetto: il Premio Truentum, la massima onorificenza concessa dal Comune "a quei sambenedettesi di nascita o di adozione che, operando nei vari campi dell’agire umano, siano riusciti a conseguire traguardi prestigiosi a livello nazionale o internazionale, dando lustro alla città". Un giorno davvero memorabile…

Federico Contessi omaggiato da tutta la cittadinanza, da quella Terra che non ha mai dimenticato e a cui ha regalato grande lustro. Un legame fortissimo, "consacrato" anche con la costruzione, a Mar del Plata, di una chiesa dedicata a San Benedetto Martire. E non poteva mancare anche l’omaggio dell’ex Presidente della Repubblica Argentina, Mauricio Macri, portavoce della riconoscenza di tutta la comunità italiana, che il 13 luglio del 2018 ha visitato i cantieri del maestro d’ascia per toccare da vicino il frutto del suo lavoro. Federico Contessi è stato a San Benedetto nel 2017, ed ora, in attesa di festeggiare il suo compleanno, sogna sempre il mare della sua città, quella città dove è tornato dopo 23 anni dalla sua partenza e poi ad ogni occasione per far conoscere i luoghi delle sue origini alla famiglia, per i Campionati mondiali di Calcio del 1990, ed anche per festeggiare i 50 anni di matrimonio con la sua amata Leonilde.

di GIOVANNA CHIARILLI