Italia sciatta, menefreghista, strafottente. Italia incosciente, egoista, individualista, che se ne frega del prossimo. Un episodio, soltanto uno, direte, non fa testo, non va preso d’esempio. Invece no, è una spia, un allarme, un momento di denuncia e di riflessione. Esagerazioni? Assolutamente: l’incredibile episodio del treno che parte da solo, con uno solo passeggero a bordo, il macchinista e il capotreno al bar a prendere un caffè, è decisamente inaccettabile. E lascia intendere, con drammatica chiarezza, quale livello d’incoscienza abbia raggiunto una certa categoria di persone. Il macchinista e il capotreno al bar, il treno che va via, riparte da solo, e viene poi fatto deragliare dalla centrale contro un muro. È accaduto in Lombardia, in Brianza, per la precisione. Un treno della linea Bergamo-Milano, ieri l’altro, nella stazione ferroviaria di Carnate Usmate, Monza Brianza. Alcune carrozze del convoglio di Trenord si sono rovesciate. Quando il treno è ripartito il personale era sceso per "una pausa al bar". Macchinista e capotreno al banco del bar-vineria a pochi metri dalla stazione di Paderno. Sorseggiano caffè, uno dei due ordina un "panino con pancetta da portare via", poi entrambi escono a fumare una sigaretta sotto il pergolato. Beati incoscienti, in volontario inconcepibile fuori servizio, vengono scossi dal capo stazione urlante. "Il treno, ragazzi. Si muove il treno. Se ne va". Le telecamere di sicurezza del bar riprendono macchinista e capotreno che cominciano a correre verso la banchina. Il treno di Trenord, che sarebbe dovuto partire di lì a poco, destinazione Milano Porta Garibaldi, se ne sta andando, mosso da una pendenza leggerissima, non visibile a occhio nudo. Macchinista e capotreno provano a salire in corsa sul treno, ma cadono goffamente e drammaticamente nella ghiaia. Il convoglio se ne verso Sud. I ferrovieri verranno poi soccorsi da un’ambulanza. Che dire? Resto muto, nessun commento. Meglio affidarsi ai fatti. Gli investigatori della Polfer e i magistrati della Procura di Monza hanno aperto un fascicolo per "disastro ferroviario colposo". Il macchinista non ha "stagionato" il treno, in pratica non ha azionato i freni per la sosta. Arrivato a Paderno d’Adda, il treno è rimasto "in bilico" per una quindicina di minuti, poi si è rimesso in moto verso Milano, completamente fuori controllo. Ovvero, senza nessun controllo. Lentamente, poi a velocità sempre più alta. Senza macchinista, senza guida, è diventato un "treno fantasma". Con un solo passeggero a bordo, chi era di grazia lo sventurato? Un nordafricano cinquantenne. Il treno percorre un lungo tratto nella campagna verso Milano a velocità sempre più sostenuta, tra capannoni e palazzi. Facile pensare a scenari drammatici, se non addirittura tragici. Mai sentita una roba del genere, mai letta, nessun riferimento in campo mondiale. In quel momento, per fortuna, scatta l’allarme nella sala di controllo. Gli addetti al traffico ferroviario sulla tratta attivano le procedure di sicurezza. Abbassano innanzitutto i tre passaggi a livello sul percorso e procedono all’attivazione degli scambi. All’ingresso della stazione di Carnate instradano il treno fuori controllo su un binario morto. A questo punto non ha hanno altra scelta: lasciano che il treno fantasma privo di guida e fuori controllo si schianti contro un muro. L’urto è devastante, un boato squassa il silenzio della zona. La locomotiva di testa sfonda il muro, monta su un giardino in pendenza di un condominio, e scavalca la costruzione. Per fortuna, non va più avanti. La locomotiva di testa gira su stessa e rimbalza di traverso in mezzo ai binari. Trascina con sé due vagoni che si sganciano, accartocciandosi. Un ammasso di lamiere. Una scena da brividi. Il timore immediato è quello che possa essersi verificata una strage, sfiorata per puro caso. Sul posto arrivano gli elicotteri del 118, ambulanze, volanti dei Carabinieri, la polizia ferroviaria. Le ispezioni danno questo risultato: treno del tutto vuoto, a parte il passeggero straniero; i viaggiatori arrivati a Paderno erano scesi normalmente; quelli che avrebbero dovuto partire non erano ancora saliti a bordo. L’africano era montato su in anticipo. Si è trovato in uno dei vagoni di coda e se la cava quindi con una forte contusione al ginocchio. Deve ritenersi una persona fortunata, anche se spaventata. L’ispezione attesta che le "maniglie" del treno sono tutte sfrenate. Traduzione dal gergale tecnico-ferroviario, il convoglio non sarebbe stato bloccato. Gesto che un macchinista compie migliaia di volte, in automatico, per così dire meccanicamente. Impossibile credere che si sia trattato di una dimenticanza. Parleranno quindi le "scatole nere", che diranno una parola vera sull’accaduto, mille volte assurdo, incoscienza e superficialità elevate oltre il livello massimo. Mi dichiaro basito. È il minimo, penso.

FRANCO ESPOSITO