Prima volta a Bergamo. Nessun contagio, non accadeva da marzo. Preoccupa la Sardegna, anzi di più. Allarma l’isola, sulle navi viaggiano cinquantamila turisti. Il Lazio denuncia: "Dall’isola la metà degli infetti". Battagliano i governatori, evidente la frattura sull’ipotesi di stop alla mobilità tra Regioni. Zittito De Luca, presidente della Regione Campania, non ci sarà chiusura. "La fase dei blocchi è superata, il Governo non poteva chiudere tutto anche d’estate", conferma Roberto Speranza, ministro della Salute. Il calcio all’ipotesi estrema a completamento del discorso: mai più l’Italia in lockdown. "Massima prudenza, ma non siamo davanti a una nuova crisi". Preoccupano porti e aeroporti, i rigurgiti del Covid 19 in materia di nuovi contagi impongono il ricorso alla massima attenzione. "Ora tamponi pure all’imbarco". Ma la maggioranza dei positivi è asintiomatica, tracciarli comunque è difficile. A Cagliari appare evidente il ritorno anticipato dei turisti dalla Sardegna, tutti consci che vada evitate la paura di restare bloccati sull’isola. Una coppia di Treviso costretta a fare di necessità virtù. "Una sola settimana di vacanza, ora andiamo subito a casa". E non mancano soluzioni estreme. Come quella a cui sono ricorsi alcuni giovani napoletani. "Tre giorni barricati in casa, un autentico delirio". Hanno dovuto anticipare il ritorno a casa. Ma la Sardegna non è l’unica a dover soffrire i rientri anticipati di turisti e visitatori. Segnalazioni arrivano anche da Genova, Napoli, Livorno, Civitavecchia. Il numero dei contagi continua a salire. L’Italia supera quota mille nuovi casi nel sabato conclusivo delle due settimane centrali d’agosto. Porti a parte, ci sono gli scali aerei di tutta Italia, dove il coronavirus non c’era prima delle vacanze. Timori nelle aree dove decine di persone aspettano di recuperare la propria auto. Laddove cominciano a funzionare i protocolli per il rientro da Grecia, Croazia, Spagna, Malta. Anche a dispetto di code e lungaggini e la scoperta che non esiste un piano di emergenza per gli spostamenti all’interno del Paese. Novantuno dei 219 casi registrati nell’ultimo sabato sono legati ai rientri dalla Sardegna. "Bisogna intervenire rapidamente, altrimenti questa rischia di essere la nostra Atalanta-Valencia", lancia l’allarma l’assessore alla Salute, Alessio D’Amato. Aperto un drive-in al porto di Civitavecchia per sottoporre al tampone i viaggiatori che sbarcano. "Comunque non obbligatorio". Molti giovani rifiutano i controlli. Anche la Toscana pensa di fare test al porto di Livorno. Dove arrivano ogni giorno sei navi dalla Sardegna. L’isola è diventata il punto critico in questa torrida metà agosto. Qua e là allarmanti, i dati provocano lo scoppio di una polemica tra Sardegna e Lazio. Litigano gli assessori D’Amato e Nieddu. Mediatore il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, le due regioni ora sono al lavoro per il raggiungimento di una soluzione di reciprocità. Ovvero, la possibilità di fare tamponi prima della partenza sia a Civitavecchia che a Olbia. "Un modello che potrebbe essere replicato in altre regioni, a partire dalla Campania". Appare comunque difficile testare migliaia di persone e isolare i casi positivi per due settimane e oltre. "La volontà politica di provarci comunque c’è". I rientri continuano però a seminare agitazione anche in altre regioni. Il governatore della Campania in diretta Facebook. "A fine agosto vedremo se chiedere al governo di ripristinare la limitazione della mobilità intraregionale. Decideremo con grande determinazione, salvo i casi i motivi di lavoro o di salute. Ci regoleremo anche sui contagi nel resto d’Italia". L’ipotesi incontra la ferma opposizione della maggior parte dei governatori regionali. "Non esiste una emergenza clinica-sanitaria da presupporre o fare presagire ulteriori nuove chiusure". Anche se gli ultimi dati non lasciano punto tranquilli presidenti regionali, sindaci, specialisti, scienziati. Sabato sono stati effettuati 77.674 tamponi, come non succedeva dal dodici maggio. Ma la pressione sugli ospedali resta bassa. Asintiomatica la maggior parte degli infettati e comunque giovani, quindi non bisognosi di cure particolari. Cinque ricoverati in meno in terapia intensiva. Mentre aumentano di cinque unità i ricoveri ospedalieri. Ma il dato nuovo e del tutto sorprendente è rappresentato dal numero dei contagi nel Lazio. Duecentoquindici, e il dato supera quello della Lombardia, 185, e il Veneto con 160. A fronte del fatto che il Covid-19 ha ridotto notevolmente – e per fortuna – la propria efficacia mortale. Solo tre decessi, e, giova ribadirlo con grande gioia, Bergamo ha registrato zero nuovi casi. Nemmeno uno, là dove sembra essere tornati a prima dell’esplosione dell’epidemia.

FRANCO ESPOSITO