Governatori modello sindaco de Lo Squalo. Ricordate il sindaco dell’isola, l’isola del primo e insuperato film sul big pescecane? Ecco, i governanti delle nostre Regioni appaiono, anzi sono, formati alla stessa scuola: il sindaco de Lo Squalo è il loro archetipo. Cosa fa il sindaco de Lo Squalo? Ha una missione chiara cui tiene sopra ogni cosa: salvare gli affari dell’isola. In particolare e nello specifico salvare la stagione turistica dell’isola (le coincidenze, alle volte…). Quindi il sindaco de Lo Squalo dichiara e proclama la sua isola (Regione?) sicura, protetta, pura. Ma questo non basta al sindaco de Lo Squalo, sente di dover fare di più. E quindi difende l’immagine stessa della sua isola. Immagine che non può essere sporcata dal sospetto, dalle chiacchiere di scienziati, dai fatti. Se impurità ci sono, allora devono venire da fuori, dagli altri.

Zaia governatore del Veneto in odore di riconferma plebiscitaria (sondaggi gli attribuiscono quasi l’80 per cento) sta facendo sapere che i casi di contagio in Regione vengono quasi tutti da fuori. Solinas governatore della Sardegna giura su una sorta di epidemiologia anagrafico-residenziale per cui i contagi in Sardegna sono tutti di forestieri (quindi i sardi non si contagiano?). Musumeci ha proclamato più volte Covid Free la Sicilia e lo stesso ha provato ai tempi a fare Emiliano con la Puglia. Coronavirus è ovviamente in tutta Italia ma i Governatori sindaci del Lo Squalo si impegnano un sacco a difendere l’immagine del territorio proclamando il virus come forestiero.

Non deve sorprendere: provate ad allineare su una carta geografica tutte le zone che chiedono fiscalità di vantaggio per loro, fiscalità diversa…Diversa da chi? Se allineate le richieste di fiscalità di vantaggio coprite l’intero territorio della nazione. E lo stesso se allineate tutte le categorie che chiedono fiscalità di vantaggio. Vantaggio su chi? Nessuna categoria è fuori dall’elenco di chi chiede trattamento di vantaggio rispetto ad altri. Altri chi? Tra il grottesco e l’indegno la propaganda che viene da Regioni e Governatori a proposito dei turisti. Prima li hanno invocati, blanditi, rassicurati. Perché portavano soldi. Ora che i turisti al rientro dalle vacanze portano forse anche il virus, ecco che diventano merce da scaricare…in discarica.

Nessuno li vuole: se gli faccio il tampone in partenza e mi risultano positivi poi mi restano in quarantena in Regione, quindi tampone allo sbarco. Se gli faccio il tampone allo sbarco quelli me li imbarcano alla chi se ne frega, tanto li scarico altrove. Quindi tamponi all’imbarco. Sanità regionale, tabù e totem. Nessuno dice che il re è nudo: la Sanità gestita dalle Regioni è la principale fonte di spesa delle Regioni stesse ed è questa capacità di spesa di denaro pubblico cui le Regioni tengono. Anzi la Sanità in Italia è regionale anche se non soprattutto per questo, perché molti abbiano voce in capitolo su come si spende.

Così l’assurdo di una risposta sanitaria alla pandemia mondiale spezzettata e diversificata tra Regioni, con governi locali che giocano a fare Stati nazionali in miniatura è diventata normalità accettata in Italia. Mascherine, discoteche, tamponi… dipende e varia da Regione e Regione. Un teatro dell’assurdo, una sceneggiatura lucidamente demenziale in cui la parte del sindaco de Lo Squalo è un grande classico.