Una videoconferenza destinata agli italiani nel mondo per far fronte alla scarsità di informazioni sull’imminente referendum costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari. Trasmessa in diretta su Facebook, l’iniziativa è stata promossa dal Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) e ha affrontato diverse tematiche inerenti al voto e alla situazione dell’estero come è stato recentemente denunciato anche in una lettera-appello al presidente della Repubblica Mattarella. "Oggi l’Informazione all’estero è un punto di emergenza" ha esordito il segretario del Cgie Michele Schiavone. "Abbiamo solo le informazioni generiche pubblicate sui siti dei consolati e delle ambasciate ma ciò è assolutamente insufficiente. Il Cgie si è già rivolto alla Commissione di vigilanza e all’Agicom per sollecitare una campagna informativa ma non abbiamo ricevuto risposta". Il confronto tra Gianni Pittella e Stefano Fassina è stato al centro della prima parte della videoconferenza dove i relatori hanno illustrato, rispettivamente, le ragioni del no e e quelle del sì. "La riforma provocherà gravi danni alla rappresentanza, sia per le comunità italiane all’estero che per le regioni più piccole" ha affermato il senatore del Partito Democratico Gianni Pittella aggiungendo: "Si tratta solo di un taglio netto e dannoso per la salute della democrazia anche perché manca una riforma per superare il bicameralismo perfetto. Un taglio che ha solo il sapore della demagogia e del populismo". L’ex vicepresidente del Parlamento europeo è molto preoccupato per la situazione che stanno vivendo gli elettori fuori dall’Italia: "Ribadisco il principio che tutti i connazionali sono uguali e non esistono cittadini di serie a e serie b. Vanno accertate eventuali irregolarità e se una parte degli elettori è impossibilitato a votare allora va subito sospeso il voto perché viene meno il diritto costituzionale". Anche l’onorevole Stefano Fassina si è detto "molto preoccupato per la scarsità informazioni e bisogna fare in modo che i diritti scritti sulla carta devono essere effettivi". Le sue ragioni incentrate sul sì sono condizionate dalla futura approvazione della legge elettorale proporzionale: "Questa è una condizione indispensabile per accompagnare la riforma perché la riduzione del Stefano Fassina numero di parlamentari non può avvenire solo come operazione solitaria. Io mi appello al decimo punto del patto di governo che abbiamo fatto con il Movimento 5 Stelle per formare questo governo. Lo dico chiaramente, nel caso in cui non si riuscirà ad approvare la legge elettorale noi siamo pronti a mettere in discussione la tenuta della maggioranza. Qui noi tutti ci giochiamo la credibilità". Per superare la riduzione dei parlamentari della circoscrizione estera, Fassina ha auspicato che gli italiani nel mondo "possano avere grazie all’uso della tecnologia un contatto sistematico anche con gli altri parlamentari magari in base a determinate tematiche". La videoconferenza è proseguita con gli interventi di diversi consiglieri. Per Vincenzo Mancuso è stato un "grave errore errore concepire il taglio dei parlamentari senza alcun distinguo per l’estero. In questo modo gli italiani all’estero non saranno adeguatamente rappresentati". "Le nuove proporzioni tra elettori ed eletti fanno seriamente preoccupare" ha commentato Silvana Mangione fornendo l’esempio del Nord America e l’importanza strategica di questa zona: "È come se l’Italia si tagliasse una gamba prima di correre una maratona". Secondo Luca Tagliaretti la riduzione dei costi è "solo una scusa. Il vero motivo del taglio dei parlamentari è una riduzione della rappresentanza in modo populista che inciderà sul rapporto tra eletto e territorio di riferimento. A differenza dell’Italia, nel collegio estero l’elettore conosce il suo deputato". Di "mancanza grave nei confronti del Cgie" ha parlato il consigliere Aniello Gargiulo nei confronti del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: "Non è mai venuto a spiegarci la situazione e a dialogare con noi e questo è un dato indicativo che dimostra già il primo fallimento di questo referendum. La partecipazione tra gli italiani all’estero probabilmente sarà bassa e molti diranno che noi non vogliamo votare ma non è vero. La partecipazione sarà limitata dalla situazione di totale assenza di informazioni". Nella sua analisi, anche Silvia Alciati si è riferita alle estensioni geografiche immense che la riforma prevede per le aree di elezione dei parlamentari all’estero: "Inevitabilmente questa situazione farà crescere le oligarchie dato che per esercitare mandati o possibili campagne elettorali si dovranno avere grandi risorse economiche. Ci stiamo allontanando sempre di più dal significato originale della rappresentanza". Infine, una denuncia sul Brasile dove "lo sciopero della posta rischia di mettere a repentaglio il diritto di voto dei cittadini". "La diretta Facebook è stata un grande successo" ha commentato a fine giornata Schiavone elencando i numeri della videoconferenza: "Oltre 17mila persone raggiunte, 2mila interazioni, 5600 visualizzazioni, 84 condivisioni e 146 commenti. Sono numeri importanti che ci fanno ritenere di assolvere ad un ruolo importante per i nostri connazionali all’estero, i Comites, le Associazioni e le istituzioni".

MATTEO FORCINITI