Firenze in passerella, tre giorni di sfilate. Ieri la prima, la moda uomo a Palazzo Vecchio. Un pezzo pregiato dell’alta moda italiana si ripropone al mondo. Domani in passerella le creazioni a Villa Bardini. L’artigianato abbinato alla moda in tutti i tre giorni. Dolce&Gabbana e gli artigiani presentano la qualità della grande maison e la ricchezza artigiana, tipica di Firenze, e anche esclusiva. "Novella", l’alta gioielleria firmata D&G, è in esposizione nell’Officina Profumo Farmaceutica Santa Maria Novella. "In cui creatività e arte contano più del valore dell’oro e delle pietre preziose", è al settimo cielo Alfredo Dolce, amministratore delegato della maison.

Firenze si gasa, il ritorno dell’alta moda e dell’artigianato di qualità è ritenuto un momento importante non solo dal punto di vista della mera vetrina. Ma innanzitutto un chiaro e forte segnale di ripresa del settore dopo il silenzio e l’oscurità che il lockdown ha portato. Ma c’è chi in città ha un’altra visione sulla tre giorni della moda e dell’artigianato. Consiglieri comunali di sinistra, Antonella Bundu e Dmitrij Palagi la buttano infatti in polemica. "Palazzo Vecchio ha progettato una sfilata del lusso, esclusiva: ci si domanda quanto costa alla cittadinanza e quanto lavoro crea".

Pura demagogia, sia chiaro. Immediata la replica del sindaco Nardella, a precisa richiesta. "Non rispondo agli ignoranti, nel senso non offensivo ma tecnico di chi non sa. La moda è da tempo sdoganata dal concetto di nicchia, basta andare nelle tante aziende di Firenze e Scandicci. Si piange se la Cavalli trasferisce tutto a Milano, ma non ci sono lavoratori se non c’è la moda". Nardella definisce le critiche surreali. "Dolce e Gabbana portano in città oltre agli invitati, circa 1.250 persone che lavorano qui intorno alle sfilate, trecento dipendenti, sessanta giornalisti. È gente che fa lavorare alberghi e ristoranti".

In definitiva da parte da parte sta la ragione e dov’è il torto eventuale, che proprio non esiste in questo caso? "Una straordinaria occasione per Firenze", la definisce l’assessore alla Cultura del Comune, Tommaso Sacchi. Antonella Mansi ha solo parole piene e belle. "Dolce e Gabbana rappresentano un successo internazionale italiano. Legare il loro nome agli artigiani fiorentini costituisce un volano economico e di Alfonso Dolce e Dario Nardella immagine delle botteghe e della città".

Consegnata la chiave della città a Monica Bellucci, sempiterna espressione della bellezza italiana, il sindaco Nardella manifesta l’orgoglio personale "per un evento che non è solo di moda. Ma è anche un modo per combattere l’incertezza e la sfiducia che pesano nella crisi economica e sociale di questo momento. Firenze può vantare comunque Il "primo evento di moda a livello internazionale nel mondo". L’evento in tre momenti. Ieri nel Salone del Cinquecento di Palazzo Vecchio la sfilata dell’alta sartoria da uomo, abiti fatti a mano ognuno un esemplare unico fuori dalle stagioni e della moda.

Dolce&Gabbana hanno mandato in pedana tra i modelli anche "una madonna vestita di broccato rosso con fiori d’oro e al centro una perla". Nel cortile di Michelangelo la presentazione delle creazioni dei trentotto artigiani scelti da Domenico Dolce. Tutti gli invitati hanno indossato una cappa di prezioso broccato creata apposta da D&G. Oggi la sfilata dell’alta moda nel giardino di Villa Bardini. Dolce&Gabbana hanno battezzato l’insolito evento "Il Rinascimento e la Rinascita".

La festa al Bargino è in calendario domani alla Cantina Antinori. Un’occasione per valorizzare un’altra eccellenza toscana, il vino. Il risultato è in funzione del lavoro di squadra. E viceversa. Oltre alla partecipazione di D&G e delle Botteghe Artigiane, all’organizzazione contribuiscono la Regione Toscana, il Comune, Pitti Immagine, il Centro moda italiana di Firenze, la Camera di Commercio, la Fondazione Cassa di Risparmio, il Consorzio Cuoio di Toscana.

La squadra può contare, ai fini di una perfetta efficienza, anche sui dirigenti degli enti cosiddetti sponsor: Leonardo Basilicchi, Luigi Salvadori e Antonella Mansi, che sottolinea come "l’unione di Dolce e Gabbana con gli artigiani è una straordinaria occasione per la ripartenza di Firenze e dell’alta moda italiana, un evento di rinascita che non è solo moda, ma cultura, arte, responsabilità sociale".

In queste ore, Firenze appare percorsa da particolare fermento. Secondo Luigi Salvadori della Cassa di Risparmio, "questo evento di rinascita valorizza due asset strategici della città, moda e artigianato". Settori in cui operano 7.400 aziende e più di 43mila lavoratori nell’area fiorentina. E questo è quanto, al di là delle luci e dei lustrini della tre giorni dell’alta moda firmata Dolce&Gabbana e Botteghe Artigianali. Respiri profondi per l’economia in Toscana.

Franco Esposito