Cose ‘e pazzi a Napoli. Succede a Napoli, e se non qui dove? Spariscono dalla strada tutti i "pollicino". I mini bus per spostamenti e trasporto nelle strade strette e nei vicoli. Spariti all’improvviso, dove sono finiti? Il Comune li ha affittati, non regalati. Li ha dati in prestito oneroso a Ischia, che ne aveva bisogno durante il periodo critico dell’estate. Quello della maggiore affluenza di turisti. In Galleria Umberto, centro di Napoli, tra via Roma e il Teatro San Carlo, è accaduto l’incredibile. Cose che solo a Napoli si fanno. Un party abusivo di promessi sposi. Il video della festa abusiva, non autorizzata, diffuso sui social. Palloncini colorati, una stuoia rossa sistemata al centro del prezioso pavimento, candele e fuochi d’artificio accesi al chiuso dagli invitati, parenti e amici. Una follia non ordinaria. I resti delle candele hanno imbrattato il pavimento marmoreo; i marmi del monumento macchiati dai fuochi. Uno scenario abusivo da set cinematografico, la coppia di innamorati con palloncini a forma di cuore, vistose lettere gonfiabili, lo spettacolo pirotecnico accompagnato dalla musica a tutto volume fino al silenzio per la domanda dello sposo in abito da cerimonia. Pronunciato dalla ragazza molto emozionato il sì di prammatica, sono partiti i festeggiamenti. Applausi degli invitati e brindisi con lo spumante. Pulizia della Galleria e sistemazione degli accrocchi affidati ai clochard stazionati sul posto, con modica spesa. Trenta euro a testa. I carabinieri della Compagnia Napoli Centro, vigili urbani e polizia di Stato sono a caccia della coppia protagonista dello squallido inconcepibile show, immortalati in un filmato diventato immediatamente virale sui social. Una prova a carico per le indagini. I promessi sposi napoletani sono finiti nell’occhio del ciclone. Una promessa d’amore scenografica, celebrata senza alcuna autorizzazione e permesso sul pavimento ottocentesco di un monumento storico tutelato dalla Sovrintendenza ai beni artistici. Ma come è potuto succedere? Sdegnata l’opinione pubblica, furenti le istituzioni cittadine. È impensabile che si possa organizzare una proposta di matrimonio in Galleria Umberto. La notizia è stata rilanciata, via radio, dal conduttore radiofonico Gianni Simioli e dal consigliere regionale Francesco Borrelli. "Siamo davvero senza parole. Chiediamo al Comune e alla Sovrintendenza se chi ha organizzato questo evento assurdo aveva tutti i permessi per poterlo fare". La Galleria Umberto rappresenta la storia e la cultura della città. Il monumentale sito oggi è in condizioni di grave degrado. Dovrebbe essere oggetto di maggiori attenzioni da parte delle autorità cittadine e regionali. Il mattino dopo la cerimonia che mette tristezza nei cuori di quanti tengono a cuore il bello della città. La vicenda viene apostrofata come "un atto vandalico" dal sovrintendente ai Beni artistici del comune di Napoli, Luigi La Rocca. Il giorno dopo, al mattino presto, il pavimento della Galleria Umberto era ricoperto di cera rossa sciolta e dalle chiazze di spumante e residui di cibo. Il personale di Napoli Servizi ha dovuto grattare il pavimento per scrostare la cera: portati via tre grandi sacchi pieni di sporcizia. Purtroppo questo è uno dei tanti aspetti negativi e di soprusi commessi ai danni dell’antica prestigiosa Galleria Umberto, salotto di Napoli in tempi andati: nessuno l’ha mai dotata di cancelli che possano difenderla da abusi e atti di vandalismo. I giovinastri la usano di notte come pista per gimkane ed evoluzioni motociclistiche e come campo di calcio. Delitti che offendono la nobile storia del sito. Un caso i "pollicini" spariti. Le linee destinate a strade strette e vicoli dovevano ripartire mercoledì due dicembre. Le corse sono saltate in blocco, tutte meno una. Anche questa una cosa assurda, la dimostrazione ulteriore di come funziona a Napoli e dintorni. "I mezzi dell’Anm sono a Ischia, le amministrazioni avevano dimenticato la scadenza", tentano di mettere la pezza a colori i sindacalisti Usb. Gli autisti destinati al servizio non hanno trovato un solo "pollicino" quando si sono presentati presso il deposito per cominciare il servizio. I mini mezzi sono stati dati in prestito a Ischia. Dopo essere stati fermati a Napoli a marzo, a causa della pandemia. Cinque percorsi sono stati bloccati per mancanza di mezzi. È riuscita a partire solo la linea C52, che attraversa il Rione Sanità. Penalizzati i viaggiatori in attesa alle fermate. Inutili i tentativi di allestire corse di emergenza. Gli autisti si sono rifiutati, i mini bus non erano stati sottoposti a sanificazione. L’Azienda Napoletana Mobilità si è coperta di ridicolo. Le linee annunciate non sono tornate dall’isola. La verità è venuta fuori. "I mezzi li abbiamo dati in locazione a Ischia e Procida. Però i mini bus disponibili non sono usciti dal deposito per un disguido. Una questione comunque già risolta", assicura l’amministratore unico di Anm, Nicola Pascale. Ma a frittata fatta e bruciata.

FRANCO ESPOSITO