Il ponte sullo Stretto o il tunnel sotto il mare dello Stretto? Un comitato di sedici saggi, già nominato, esaminerà tutte le alternative. Il dossier valutativo dei progetti sarà scritto da un gruppo di quattro tecnici ministeriali, sei direttori di enti interessati alla costruzione dell’opera, e sei professori. Una cosa sembra certa, laddove sarebbe comunque opportuno l’uso del condizionale e la manifestazione del dubbio: il governo assicura che il Ponte sullo Stretto si farà. Quale che sia.

Il progetto potrebbe essere pronto già a fine ottobre. Ma tra i dem soffiano venti di polemica, per ora inzuppata nell’ironia: Giuseppe Provenzano, per dirne una, ironizza sulla pista ciclabile proposta dal ministro De Micheli. "Arriverà anche la metropolitana, e spero che nessuno proponga la funivia o la catapulta…". Il ministro per il Sud evidentemente dimentica che le piste ciclabili ci sono da tempo sul Golden Gate a San Francisco e sul ponte di Brooklyn. Il governo pare non abbia l’intenzione di inserire l’opera nel piano del Recovery Found.

In definitiva, si evince con chiarezza che non c’è solo il tunnel sottomarino all’esame dell’Esecutivo. C’è anche il ponte sospeso, progetto saltato due volte e per altre due volte, varato ufficialmente, è stato bloccato all’ultimissimo momento. Il premier Conte non ha mai nascosto il proprio entusiasmo per la soluzione tunnel. "Un miracolo di ingegneria", l’ha definito. Partita lancia in resta, il ministro Paola De Micheli ha nominato una commissione di sedici membri. "Persone scelte tra le professionalità di alto profilo tecnico e istituzionale. La commissione sarà deputata a valutare "tutte le possibili alternative per collegare Calabria e Sicilia".

Le soluzioni sono tre: ponte sospeso, tunnel sottomarino, tunnel sommerso. Il comitato pare non rientri tra quelli di formazione pilotata. Come quello farsa che nominò l’allora ministro Toninelli. Il gruppo di lavoro incaricato dovrà fornire "entro due mesi una scelta tra una soluzione e l’altra, poi gli elementi di valutazione e le decisioni politiche saranno presi dal governo". Il gruppo di lavoro è composto innanzitutto dai tecnici del ministero. Mauro Antonelli, capo della segreteria tecnica del ministero; il Capo dipartimento per i Trasporti, Speranzina De Matteo; Pietro Baratono, capo Dipartimento per le infrastrutture, e la dirigente della Struttura tecnica di missione, Tamara Bazzicchelli. E per i vertici degli enti competenti, il presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, Massimo Sessa; Carlo Doglioni dell’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia; Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italina, con Massimo Simonini dell’Anas e Ennio Cascetta della Rete Autostrade del Mare.

Appare chiaramente un inutile esercizio la ricerca in questi elenchi di nomine pilotate. Solo due dei tanti componenti possono essere ricondotti all’appartenenza a un’area politica. Massimo Gentile è il nome dai Cinque Stelle al comitato dell’Anas; Cascetta è stato uno strettissimo collaboratore dell’allora ministro dei Trasporti, Delrio. Sei i professori. Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano; Carolina Di Maio, ordinario di Geotermica all’Università della Basilicata; il docente associato di Trasporti a Napoli, Armando Carioni; Gabriele Malavasi, ordinario di Trasporti alla Sapienza, Attilio Toscano, ordinaria di idraulica agraria a Bologna; Giuseppe Catalano, ordinario di ingegneria economico-gestionale alla Sapienza. Nessuno dei componenti il Comitato si è mai occupato dell’argomento in passato. Dovranno effettuare in concerto studi propedeutici a "un dibattito pubblico sull’opera". Compito non facile.

Il solo progetto del "ponte sospeso" è composto da ottomila documenti, pari a sessanta metri cubi di planimetria, calcoli, studi di fattibilità, verbali di collaudo, indagini sull’impatto ambientale, e altro ancora. Il "tunnel sommerso a mezz’acqua" o adagiato sul fondale e il "tunnel sottomarino" scavato nel fondale a duecentocinquanta metri sotto il livello del mare, al momento, possono essere identificati come "progetti di massima, senza alcuna verifica del loro impatto ambientale e della loro resistenza sismica. Sì, la nomina del comitato riapre la partita dello Stretto e ne indica la scadenza a fine ottobre. Ma al tempo stesso, come detto, né il ponte sospeso né il tunnel saranno inseriti dal Governo nel piano di rilancio che dovrà essere inviato a Bruxelles entro il 15 ottobre, per poter accedere al Recovery Found.

Laddove la soluzione più semplice, e logica, sarebbe stata quella di rispolverare il progetto del ponte. Per il quale sono stati già spesi trecento milioni. Un progetto arrivato alla stesura definitiva che, nel 2012, aveva ottenuto tutti i timbri. Compreso quello del Comitato tecnico scientifico nominato nel momento in cui il governo Monti indirizzò altrove i fondi stanziati pere realizzarlo, il ponte. Misteri d’Italia, a fronte di una galoppante certezza. Ponte o tunnel, stavolta c’è davvero l’intenzione di scegliere la soluzione definitiva per lo Stretto. E attuarla.

di FRANCO ESPOSITO