"La crisi che stiamo vivendo impone di dedicare attenzione al divario di conoscenze e di opportunità, che rischia di accentuarsi proprio a causa dell'impatto della pandemia globale sui sistemi di istruzione e sulle dinamiche socio-economiche". È la dichiarazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della ‘Giornata internazionale dell’alfabetizzazione’.

Un passaggio il capo dello Stato lo ha dedicato proprio all’importanza che il digitale ha avuto nel periodo della piena emergenza legata al Coronavirus: "La chiusura delle scuole e, nei Paesi dove è stato possibile, l'utilizzo delle tecnologie informatiche per la didattica a distanza, hanno inciso sull'apprendimento e sui programmi di formazione. Pur fra grandi difficoltà, e con il concorso degli insegnanti, i periodi di forzata permanenza a casa sono stati per tanti studenti ragione di accelerazione dell'utilizzo degli strumenti digitali". Insomma, la ‘Giornata internazionale dell’alfabetizzazione’ deve rappresentare, secondo l’inquilino del Quirinale, un'occasione per riflettere sull'utilizzo di metodologie didattiche innovative e per sostenere educatori e studenti nei processi di apprendimento.

Ma non sono tutte rose e fiori, perché per Mattarella al tempo stesso la pandemia "ha allargato in molti contesti il divario sociale e digitale, rimarcando le difficoltà dei più vulnerabili Il tema del divario non riguarda soltanto la scuola, né soltanto i giovani. L'alfabetizzazione è una sfida che impegna le diverse comunità nei confronti di tutte le generazioni. Non c'è pienezza nella libertà e nell'esercizio dei diritti senza la capacità di leggere, di scrivere, di fare calcoli".

Per la più alta carica dello Stato Per Mattarella "l'alfabetizzazione consente alle persone di partecipare pienamente alla vita sociale attraverso l'esercizio concreto del diritto all'istruzione e offre la possibilità di migliorare i mezzi di sussistenza". Poi Mattarella ha aggiunto che oggi nel mondo ci sono ancora almeno settecentosettantatre milioni di adulti che non hanno competenze di alfabetizzazione di base, rischiando così l'esclusione dalla sfera pubblica e di relazione, nonché l'emarginazione culturale ed economica". E quindi c’è la necessità di "investire sull'alfabetizzazione, migliorare l'apprendimento, impedire l'analfabetismo di ritorno significa offrire, a giovani e adulti, strumenti per creare società sostenibili, stabili e inclusive, condizioni idonee a scongiurare conflitti, diseguaglianze ed esclusioni sociali, migrazioni per necessità".

di STEFANO GHIONNI