Al fine di facilitare le operazioni di voto in Brasile,  il Sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo raccogliendo le richieste dei rappresentanti istituzionali della comunità italiana – Comites e CGIE – ha scritto una lettera al Direttore generale per gli italiani all’estero alla Farnesina, Luigi Vignali, indicandogli di intervenire affinché l’Ambasciatore d’Italia in Brasile, Francesco Azzarello, predisponga urne elettorali in ogni sede consolare in terra brasiliana. 

Al tempo stesso il Sottosegretario ha ricordato come per tale accorgimento vadano comunque sempre implementate le misure volte a tutelare la salute del personale in servizio in Brasile. Quella delle urne, infatti, sarebbe una semplice operazione che faciliterebbe moltissimo le operazioni di voto, soprattutto adesso che tanti tra coloro che non hanno ancora ricevuto la busta a casa si stanno recando presso i Consolati a richiedere il duplicato del plico elettorale. Una volta ritirato, potrebbero votare immediatamente e imbucare le schede.  

Che succede, invece, in Brasile? L’Ambasciatore costringe i connazionali a ritirare il duplicato, a tornare a casa propria e poi a spedire il tutto per posta ordinaria. Una perdita di tempo e di risorse incredibile, oltre che un rischio per la loro salute, costretti a stare più tempo fuori casa quando ormai tutti sappiamo che in un momento di forte pandemia, come avviene in Brasile, è necessario uscire meno possibile: quella di restare a casa è forse la prima regola per vincere la battaglia contro il Covid. 

E’ giusto ricordare qui che Francesco Azzarello fin dall’inizio non ha affatto visto di buon occhio lo svolgimento del referendum. Azzarello – che in passato è stato capo segreteria del Sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, quello che voleva “passare sopra il CGIE con un carrarmato” – non ha ancora eseguito le istruzioni che gli sono arrivate da Roma, cosa che come funzionario di uno Stato democratico e repubblicano, qual è l’Italia, avrebbe dovuto fare immediatamente...