Dunque, oggi alle ore 16 scade tassativamente per gli italiani all'estero il termine ultimo per la consegna nei propri consolati di competenza dei plichi contenenti le schede votate per il referendum sul taglio dei parlamentari. Da qui prenderanno il volo per Roma, dove da lunedì 21 saranno scrutinate insieme a quelle di chi vive nel BelPaese.

Non ci ricordavamo qui in Sud-America di una ‘consultazione’ passata in totale sordina, con un silenzio assordante da parte della Farnesina e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: un referendum sottaciuto perché era forte, da parte del governo, il timore di una presa di posizione verso il no da parte degli italiani all’estero rimasti delusi da un esecutivo che ha combinato parecchi pasticci nel corso della pandemia (e non solo).

Niente di meglio, avranno pensato da Roma, che trattare il meno possibile l’argomento con l’obiettivo di far votare poche persone. Sui giornali, qui, nessuna pubblicità atta a spiegare il perché di questo referendum come accadeva in passato, ma neanche semplici comunicati che potessero chiarire il focus del tema in questione. Una comunicazione, quella della Farnesina, rasente al muro, nulla in pratica.

Una nuova mancanza di rispetto nei confronti di chi vive all’estero, gente perseguitata da un governo che ha fatto di tutto per definitivamente disinnamorarli della propria Patria. Un referendum, dal sapore tutto anticostituzionale, che penalizzerà proprio gli italiani all’estero: con la vittoria del sì ci saranno ancora meno rappresentanti di quelli che ci sono oggi, che sono già ora pochi.

Un referendum, questo, che sarà ricordato per il populismo del MoVimento 5 Stelle che si è ‘mangiato’ anche il Partito democratico, che subisce le decisioni della galassia pentastellata per restare ancorato al potere: non sia mai si decidesse di far arrabbiare quello statista di Di Maio… Pensate l’Italia come è messa…

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