Scenari d’Italia a pochi giorni dal referendum costituzionale, sì o no alla riduzione del numero dei parlamentari, e dalle successive elezioni regionali. Cinque milioni di studenti sono tornati a scuola, mancano i banchi e 250mila insegnanti. Ma dov’è la notizia? Non c’è, i problemi sono stati ampiamente previsti, i discorsi del premier Conte si confermano pieni di vuote parole. Sul fronte dell’economia nazionale gli esperti indicano un gravissimo rischio: la previsione di spesa sarà tre volte superiore alle disponibilità che il recovery fund potrà assicurare.

La Lega come sbattuta dai marosi, investita da quella bufera scatenata dalla Procura di Milano destinata ad azzerarne le velleità nelle imminenti consultazioni referendaria ed elettorali. Il Movimento Cinque Stelle, poi. È squassato da questione interne, con gli ex fedeli che cambiano bandiera, minacce di espulsioni, e Davide Casaleggio, figlio del fondatore con Beppe Grillo, che accusa deputati e senatori grillini e minaccia di ridurre al minimo indispensabile i servizi sulla piattaforma Rousseau.

"Ci sono tanti morosi", ovvero gli attivisti continuano a non versare le quote previste dallo statuto della piattaforma del Movimento. La piattaforma Rousseau, come ormai arcinoto, è il software del M5S. Creato nel 2016, ha come obiettivo quello di sviluppare strumenti per la democrazia diretta. La gestione della piattaforma è di competenza di un’associazione esterna presieduta da Davide Casaleggio, figlio di uno dei due fondatori dei Cinque Stelle, e non dal Movimento.

Casaleggio jr si è autonominato nella successione. Ogni parlamentare dovrebbe versare all’associazione 300 euro al mese per garantirsi i servizi offerti dalla piattaforma. Davide Casaleggio ha deciso, che il banco salti. Vada pure a ramengo, a queste condizioni non vale la pena di continuare. Il figlio del fondatore è sfinito dalla guerriglia che gli ha scatenato contro un influente (e motivato) gruppo di parlamentari. Il presidente dell’associazione Rousseau – tipico atto di ritorsione – scrive agli iscritti per denunciare ancora una volta i "troppi morosi che non versano il contributo da 300 euro al mese" e annuncia il taglio di alcuni servizi. La formazione e l’assistenza legale per tutti, big del Movimento e semplici attivisti.

"Qualora tali condizioni permangano non sarà più possibile garantire l’infrastruttura organizzativa, amministrativa, tecnologica e comunicativa". Esplicito, diretto, Davide Casaleggio. Una minaccia, la sua, o una mossa strategica? La minaccia è vera e senza precedenti: spegnere Rousseau. Ma l’intera questione, un’ambigua storia, non ruota tutta intorno ai soldi. Una vasta rappresentanza di eletti contesta gestione della "cassa autonoma rispetto alla movimentazione di denaro". Quella che rappresenta parte degli introiti del Movimento. Nel 2020, finora. Diciassette deputati e dieci senatori non hanno ancora trasferito un solo euro nei conti di Rousseau.

Qualche nome di morosi cronici? Il reggente Vito Crimi non paga da aprile. "Chi ricopre incarichi, chi ha responsabilità è invitato a far rispettare le regole", comunica Casaleggio jr. Accorato il richiamo come a voler indurre a ritrovare e recupera la memoria di suo padre Gianroberto. "Quel suo progetto di partecipazione e democrazia diretta che lui sognava", e che lui, il figlio, intende difendere con "tutte le mie forze". Una vera ripicca o un chiaro segno di resa? Una questione di leadership del movimento, forse. Luigi Di Maio ha messo in piedi un accordo che tiene dentro l’ala governista e il direttivo alla Camera.

Il Cinque Stelle ministro degli Esteri continua a lavorare, sottacqua e alla luce del sole, a una leadership condivisa da sottoporre, quando sarà, al giudizio della piattaforma Rousseau. Già capo politico del Movimento, Di Maio continua ad avere il pieno appoggio di Beppe Grillo e il sostegno del premier Conte. Di Maio punta di incassare, anche in termini di consenso personale, il successo pieno in occasione del referendum. La vittoria del sì, peraltro non certa in questo momento, secondo gli esperti. Ma tutti questi sono elementi che hanno provocato l’isolamento di Davide Casaleggio. Il figlio del fondatore Gianroberto è fautore di una guida unica del Movimento e di una linea che premierebbe e riporterebbe nella cabina di comando Alessandro Di Battista.

Un po’ tutti, tra i Cinque Stelle, invocano gli Stati Generali. In attesa che succeda, il Movimento affonda nelle -alla copertura del riserbo della chat. "Mai si era giunti a questo livello di conflittualità", denunciano autorevoli voci di dentro nel governo. Viene inoltre esclusa, a questo punto, la possibilità che il rapporto M3S-Rousseau diventi un "fatto commerciale, un contratto di servizio". Mentre affiora in maniera prepotente una certezza. La clamorosa e rumorosa separazione fra Davide Casaleggio e quei giovani grillini ritenuti "nipotini illegittimi del Movimento e delle origini". Lo scontro è anche generazionale, ma non solo. È totale.

di FRANCO ESPOSITO