Due buone notizie, senz’altro. La prima è che il vaccino contro la ‘normale’ influenza ci sarà per tutti. La seconda, la più importante. è che a novembre potrebbero essere disponibili le prime dosi a quello che può essere definito come ‘l’antidoto’ al Coronavirus. Ma andiamo con ordine e partiamo con le parole rassicuranti del presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli: "Sono state garantite le disponibilità per un numero assai elevato di vaccini contro l'influenza", le sue parole rilasciate ieri a SkyTg24. E poi ancora: "Siamo largamente sopra i diciassette milioni e mezzo già a oggi, un numero decisamente incrementato rispetto a quello che era l'uso negli anni passati. Non passi il messaggio fuorviante che sia il governo centrale che le Regioni non si stiano attrezzando per la vaccinazione antinfluenzale". Ma la notizia di certo più interessante riguarda l’annuncio dato da Piero Di Lorenzo, presidente di Irbm di Pomezia, che collabora con l'università di Oxford per lo sviluppo del vaccino prodotto da AstraZeneca, la cui sperimentazione era stata sospesa per una reazione avversa su un volontario, rivelatasi poi non legata al siero inoculato: "Se non ci saranno fatti avversi, e i test andranno avanti senza intoppi, è possibile ipotizzare che per novembre saranno disponibili per l'Italia le prime dosi di vaccino per il Covid-19". Un annuncio importante, di quelli ‘pesanti’: la speranza è che dunque entro la fine dell’autunno finalmente si possa avere la risposta scientifica che tutti si auspicano. Secondo Di Lorenzo entro novembre potrebbero essere nella disponibilità del Bel Paese sùbito 3 milioni di dosi, specificando che ovviamente saranno rispettate entro il giugno del 2021 le forniture previste dall’accordo con la Commissione dell’Ue che prevede 400 milioni di dosi del vaccino per la popolazione europea. Intanto la compagnia statunitense di biotecnologia Moderna potrebbe arrivare a novembre (e nel peggiore scenario a dicembre) ad avere dati sufficienti dalla sua ultima fase di sperimentazione clinica, per comprendere se il suo potenziale vaccino contro il Coronavirus funziona. "Se sarà sicuro ed efficace si potranno consegnare 100 milioni di dosi al governo americano nei primi mesi del 2021", ha specificato Stephane Bancel, l'amministratore delegato. Moderna è una delle tre società finanziate dal governo statunitense, insieme a Pfizer e AstraZeneca, a essere arrivata alla fase finale del proprio trial clinico. In attesa del vaccino, i contagi aumentano in tutto il mondo. Ieri Hans Kluge, direttore regionale per l'Europa dell'Oms, ha fatto capire che la situazione all’interno del vecchio continente non è delle migliori: "E' una situazione molto grave quella che si sta verificando in Europa, dove i nuovi casi settimanali di Coronavirus hanno superato quelli segnalati quando la pandemia ha colpito per la prima volta a marzo".

STEFANO GHIONNI