Per questo referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari, nella Circoscrizione Estera erano chiamati al voto 4 milioni e mezzo di connazionali residenti nei diversi continenti ed aventi quindi diritto di voto per corrispondenza: all’indomani del voto, che ha visto all’estero la netta vittoria del ‘SI’ in modo ancor più forte che a livello nazionale (con punte addirittura dell’80%), il dato più evidente è però parso quella relativo alla partecipazione. Questo perché all’estero la partecipazione non è stata alta, con una media del 23%. Probabilmente le ragioni sono da ricercare, specialmente in alcune parti del mondo, nelle situazioni di diffusa pandemia da Covid.

Sul risultato referendario e su altre questioni relative agli italiani nel mondo ha espresso la propria opinione Michele Schiavone, Segretario Generale del Cgie, da noi raggiunto telefonicamente. "Nella Circoscrizione Estero la riduzione dei parlamentari, rispetto all’ambito nazionale, inciderà in modo maggiore sotto l’aspetto della rappresentanza delle nostre comunità all’interno del Parlamento italiano", ha commentato Schiavone evidenziando come queste percentuali alte di votanti a favore della riduzione dei parlamentari, anche all’estero, possano essere interpretate in diversi modi. Tre sono le possibili chiavi di lettura di questo risultato fornite da Schiavone: una risposta istintiva ad una politica percepita come distante dai cittadini oppure il frutto di una volontà di risparmio in termini economici o ancora la richiesta di riforme.

"Qualunque sia stata la ragione del ‘SI’, il dato ci dice che soprattutto nella Circoscrizione Estero bisognerà avviare un percorso di riforme e una riflessione forte sulla rappresentanza degli italiani nel mondo, perché ormai parliamo di oltre 6 milioni di cittadini italiani ai quali vanno garantiti diritti e servizi", ha aggiunto Schiavone che, come più volte avvenuto nei mesi precedenti, è tornato sul problema della mancanza di un’adeguata informazione referendaria per i connazionali. "L’informazione sui contenuti referendari è stata assente e come Cgie abbiamo sollecitato le istituzioni in tal senso: l’Agcom, la Commissione di vigilanza parlamentare e la Rai chiedendo che le nostre comunità venissero informate attraverso i canali pubblici. Questo non è avvenuto se non in qualche area", ha sottolineato il Segretario Generale che ha espresso rammarico.

Il rammarico è per questa "occasione mancata che avrebbe potuto permettere ai connazionali di riavvicinarsi alle istituzioni e al nostro mondo", così il Segretario Generale ha voluto lanciare l’appello anche al Governo affinché si possa ripartire dalle politiche per gli italiani all’estero, già all’indomani di questo referendum. Un’occasione altresì mancata – in tal caso per il rinvio dovuto al Covid – è stata quella della tanto attesa, da oltre dieci anni, Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie che avrebbe consentito di fare il punto proprio sulle politiche destinate agli italiani nel mondo. "È un appuntamento saltato ma cercheremo di riorganizzarla diversamente. Ci rendiamo infatti conto che le decisioni assunte dalle istituzioni a suo tempo su questi temi non corrispondono più al mondo attuale dell’emigrazione. Bisogna recuperare il gap che esiste tra chi vive fuori dall’Italia e il nostro Paese", ha spiegato Schiavone che all’orizzonte vede l’imminente incontro del 28 settembre: l’Assemblea Plenaria del Cgie, che sarà un’occasione per dialogare direttamente con il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

Alla plenaria l’argomento sarà di fatto uno, sebbene esso abbia molte sfaccettature: l’Italia e gli italiani all’estero prima, durante e dopo il Covid. "Sono passaggi temporali cruciali per capire come si andrà a ridefinire la società una volta superata l’emergenza sanitaria. Quindi discuteremo di cosa è successo nel mondo e qual è stato il ruolo della rappresentanza diplomatico-consolare nonché di quella parlamentare degli italiani all’estero, dei Comites, del Cgie e delle associazioni", ha aggiunto Schiavone annunciando che si metteranno in luce gli interventi prodotti dall’estero in soccorso del nostro Paese nella fase più difficile del Covid.

Infine ci si interrogherà sulle misure messe in campo dal Governo con i diversi decreti: dal Cura Italia al decreto Rilancio passando per il decreto Semplificazioni. "Per essere sinceri, gli italiani all’estero hanno raccolto molto poco, pur con interventi così corposi, e quindi chiederemo una maggiore attenzione ai connazionali nel mondo", ha concluso Schiavone definendo gli italiani all’estero come "un’avanguardia all’internazionalizzazione per l’inserimento delle nostre aziende sui mercati ma anche sotto l’aspetto culturale del Vivere all’Italiana". All’appuntamento del 28 settembre faranno seguito altre videoconferenze (con data ancora da definire) monotematiche sui temi specifici elaborati dalle Commissioni tematiche del Cgie.

Simone Sperduto