Una riflessione sul 20 settembre e sul significato che questa data ha avuto per l’Uruguay dove si celebra la giornata del libero pensiero. È stato questo il tema scelto per la tradizionale conferenza organizzata dal Circolo Garibaldino che questa volta ha scelto di commemorare la data con una videoconferenza della professoressa María Emilia Pérez Santarcieri. Storica esperta in identità cittadina di Montevideo, la professoressa Pérez ha descritto nel suo intervento il contesto e le conseguenze che segnarono uno degli avvenimenti più importanti del Risorgimento, ovvero la breccia di Porta Pia: il 20 settembre del 1870 il neonato Stato italiano conquistava Roma proclamandola capitale del regno e mettendo fine alla storia ultramillenaria dello Stato Pontificio.

"La guerra franco-prussiana di quel periodo fece venire meno la protezione francese verso lo Stato Pontificio che inevitabilmente cadde sotto un regno giovane che aveva bisogno della sua capitale per culminare il lungo processo di unificazione. Fu un evento che ebbe subito un eco internazionale fortissimo inserito all’interno di un’epoca dominata dai nazionalismi sotto diverse correnti ideologiche". Per descrivere la breccia di Porta Pia Pérez ha usato le parole estremamente significative di un giovane ufficiale dell’esercito, Edmondo de Amicis, che diventerà in seguito un famoso scrittore: "Tutti si arrestavano un istante, a guardare il sangue sparso qua e là per la strada: sospiravano, e ripigliavan la corsa. La Porta Pia era tutta sfracellata; la sola immagine enorme della Madonna, che le sorge dietro, era rimasta intatta; le statue a destra e a sinistra non avevano più testa; il suolo intorno era sparso di mucchi di terra, di materasse fumanti, di berretti di zuavi, d’armi, di travi, di sassi".

 

 

La presa di Roma del 1870 ebbe subito una notevole rilevanza in Uruguay dove a quei tempi c’era una forte presenza emigratoria italiana -con garibaldini, socialisti, anarchici e repubblicani- e che venne ulteriormente riconosciuta con l’approvazione di una legge del 2004 che definiva il 20 settembre come la "giornata del libero pensiero" su impulso del Circolo Garibaldino. Nella tradizione popolare questa data veniva associata alla figura di Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi che qui condusse diverse battaglie per l’indipendenza diventando anche capo dell’Armada Nacional (la marina militare).

"Garibaldi girò il mondo ma diceva che Montevideo, dove visse 7 anni, era la sua seconda patria. Qui sposò Anita presso la Iglesia de San Bernardino che oggi non esiste più anche se i documenti sono conservati presso la Iglesia di San Francisco nella Ciudad Vieja. È strano che un anticlericale come lui scelse di sposarsi religiosamente e fece anche battezzare i suoi figli". Ma cosa si portò Garibaldi in Italia dopo il soggiorno uruguaiano? Oltre all’ingresso nella massoneria, sono due le curiosità citate dalla professoressa Pérez: "Il gusto della carne e le camice rosse". Sul secondo punto esistono diverse versioni: "Alcuni dicono che abbia voluto replicare il colore usato dal Partido Colorado, altri invece sostengono che fu solo casualità dato che era rimasto con della tela rossa in abbondanza. Ciò che è certo è che nella spedizione dei mille si usarono le camice rosse che erano nate in Uruguay".