Salvini a processo a Catania. Oggi l’udienza, in mezzo alle tensioni dei comizi in città. Qua e là contromanifestazioni. Il Processo Gregoretti al centro della tre giorni leghista in Sicilia. Meloni e Tajani annunciati in arrivo a Catania. "Se ho sbagliato saranno gli italiani a dirlo", è l’atto di sfida del numero uno della Lega alle toghe. Mentre la sua Lega sguazza in un mare di guai. Quei quarantanove milioni scomparsi, dopo la confisca da parte della Cassazione. Le indagini sulla compravendita di un immobile a Cormano destinato a ospitare la Lombardia Film Commission. "Una distrazione di 800mila euro di fondi pubblici da parte dei commercialisti della Lega". In carcere il prestanome Luca Sostegni. I magistrati di Genova e Milano si sono incontrati giovedì per confrontarsi "sui diversi punti di contatto tra le varie inchieste".

Servita fresca fresca o calda da poco uscito dal forno, questione di gusto, l’ultima indagine riguarda una cosaccia da ventinove milioni di euro. Un’operazione gonfiata dall’onnipresente Alberto Di Rubba. Proprio lui, sempre lui, l’immancabile, il grande regista. Il contabile che in questo caso acquista con l’imprenditore Marzio Carrara due aziende per cinque milioni, rivendendole a un prezzo maggiorato sei volte. Ventinove milioni, appunto. Chiaramente un’operazione gonfiata ovviamente da Alberto Di Rubba. L’imprenditore bergamasco Carrara, non indagato, è titolare delle aziende di stampa Nuovo Istituto di arti grafiche ed Europe gravure, in possesso del gruppo tedesco Bavaria Industries. Nel gennaio del 2018 Art Group Holding, partecipata da Carrara e Di Rubba, versa di tedeschi cinque milioni. Quattro mesi dopo AGH cede le due aziende a Elcograf del gruppo Pozzoli per ventinove milioni.

Sostiene la Guardia di Finanza che "non è possibile stabilire una diretta corrispondenza tra le disponibilità sul conto corrente e la disponibilità del bonifico da ventinove milioni, dal momento che sul conto di Elcograf risultano accreditati sei bonifici da altri conti della stessa società acquirente". Un mistero o che cosa? Operazioni bancarie sospette, transazioni che sembra puzzino d’imbroglio. Banca d’Italia scrive "non possiamo escludere che i fondi ricevuti come corrispettivo della Arti Group Holding siano collegiati ad attività di finanziamento illecito dei partiti (Lega Nord)". Facile intuire che si tratta di ipotesi non campate in aria. Non semplici sospetti, ma la scoperta di percorsi che gettano nuove sinistre luci sul partito che presenta come vertice Matteo Salvini, da oggi a processo a Catania. Ventinove milioni di cui non si conosce la reale provenienza. Le due procure, di Genova e di Milano, progettano indagini sui conti svizzeri dei leghisti. Proprio lì sarebbe presente la chiave di tutte le magagne.

Lo schema pare sia quello solito, simile a quello sulla compravendita della sede della Lombarda Film Connection di Cormano che ha portato all’arresto dei tre commercialisti. La movimentazione dell’ingente quantità di denaro (ventinove milioni di euro, non bruscolini) in pochissimo tempo sarebbe poi finita in fondi anonimi. Società estere e polizze vita. Numerose le segnalazioni di operazioni sospette pervenute alla Banca d’Italia sui commercialisti leghisti Alberto Di Rubbia e Andrea Manzoni. La procura ha deciso di approfondire tre alert collegati tra loro e considerati molto interessanti. I magistrati di Genova e Milano sarebbero riusciti a scoprire alcuni percorsi compiuti da ventinove milioni. In pochi giorni 15 e 386mila finiscono di nuovo a soggetti legati ad AGH: a Di Rubba 1.129.410; 6 milioni alla Boost di Marzio Carrara; 8 e 257mila all’ex amministratore Alessandro Buffon, non indagato. Un tesoro questo che finisce nella Sos, dirottato poi in polizze vita per complessivi 4 milioni e 600mila.

L’Antiriclaggio si dedica anche all’acquisizione del fondo con sede nell’isola caraibica di Curacao, da parte di Boost Lediberg. La società che produce le omonime agende, controllata da Iris Capital. Appare quindi evidente il solido legame tra Carrara e Di Rubba. Il quale ha percepito redditi per 24mila euro nel 2017 e nel 2018, e ha avuto "una procura di sportello" per agire sui conti aziendali. La Guardia di Finanza ha ricostruito l’intreccio tra Boost, Lebit Holding, Lediberg, Lediberg Gambh. Società riconducibili all’imprenditore Carrara e al commercialista Di Rubba. Sul conto di Lediberg, tra il 2017 e il 2019, "vengono registrate movimentazioni in uscita per 13 milioni e 286mila verso la tedesca Lediberg Gmbh". Pesanti ombre gravano anche sull’acquirente Lediberg. "Dell’operazione non è stato rinvenuto l’atto di compravendita, è ignota è la data esatta, posto che viene fatto riferimento all’estate 2018".

E sulla proprietà del fondo Iris Capital "viene omessa l’identità del titolare effettivo, unico riferimento un libanese residente a Bergamo, senza che venisse rivelata l’identità dei benefici ultimi del fondo estero". La Finanza, su Iris Capital, fa notare come abbia un nome "molto simile a Iris Found Sicav, entità lussemburghese rappresentata da Angelo Lazzari": socio di società finite nell’inchiesta sul riciclaggio dei fondi della Lega Nord a Genova e citato nell’indagine sulla Lombarda Film Connection. Serve altro? Assolutamente, c’è di tutto e di più in questa indagine su quei ventinove milioni, aspettando l’esito del processo Gregoretti. Imputato Matteo Salvini.

Franco Esposito