Si sta muovendo in fretta il Baltimore City Council, il consiglio comunale della città del Maryland: c'è da rinominare un obelisco che era stato intitolato a Cristoforo Colombo, ma soprattutto da cancellare il Columbus Day, la festa degli italo-americani. John Bullock sta portando avanti la proposta di legge e non c'è dubbio, questione di tempo, poco, tutto sarà fatto. Negli anni passati simili iniziative avevano trovato ostacoli insormontabili, adesso è diverso. "Crediamo - ha detto Bullock - che per noi sia giunto il momento di essere dalla parte giusta della storia e celebrare un giorno che rifletta la vera eredità di questo continente". Tanto per essere chiari il giorno in questione, secondo lunedì di ottobre diventerà Indigenous Peoples' Day. Non importa la frustrazione della comunità italo-americana, i loro sentimenti non sono nemmeno presi in considerazione.

Sono tutti Democratici a Baltimore (e in decenni di governo hanno rovinato la città), ma non si ascoltano nemmeno tra di loro. John Pica, ex senatore Democratico, sta infatti cercando, invano, di far sentire anche la voce degli italo-americani, ma nonostante il suo peso e carisma, non c'è verso. Pica ha sollevato, e continua a farlo, i gravi problemi che porterebbero le decisioni del City Council, in particolare sulla cancellazione del Columbus Day a livello locale. "Non esiste una documentazione scritta di ciò che si presume Colombo abbia fatto - il primo argomento di Pica - l'unica informazione proviene da un diario o lettera di qualcuno che stava cercando di prendere il posto di Colombo. Ma in ogni caso non ci sono problemi a celebrare l'Indigenous Peoples' Day, in un giorno separato però. Ma nessuno del City Council ha contattato il sottoscritto o la comunità italo-americana prima della presentazione del disegno di legge. Per rispetto dovevano interpellarci e forse assieme avremmo potuto elaborare qualcosa. Si possono celebrare le due giornate, ma portarci via il nostro giorno per fare l'Indigenous Peoples' Day è un insulto, una offesa".

John Pica

Via il Columbus Day a Baltimore, ma anche l'obelisco dedicato al navigatore. "Non si trattava di una celebrazione di Colombo - ha voluto sottolineare il consigliere Eric Costello - ma era l'omaggio per il contributo offerto dagli italo-americani alla cultura di questo Paese. Gli italo-americani hanno dato tanto, ma sono stati discriminati, certo non si può paragonare a quello che afro-americani hanno subito, ma non si deve nemmeno dimenticare". L'obelisco si vuole dedicarlo alle vittime della polizia, anche questo un fatto che sta creando malumori in città. Intanto però c'è fretta, il prossimo 12 ottobre, che sarebbe a livello federale il Columbus Day, a Baltimore si vuole essere già pronti per la nuova celebrazione, con il voto del Consiglio Comunale della città. "La comunità indigena di Baltimore - ha dichiarato Brandon Scott, presidente del City Council - merita sostegno e riconoscimento, ma mi impegno a trovare una via da seguire che possa consentire alla comunità italo-americana di Baltimore di poter celebrare il proprio patrimonio e la propria cultura accettando che Colombo non sia più una figura storica degna del nostro onore come città".

Parole che non hanno entusiasmato. "Non sono fiducioso - ha risposto Pica - non credo che i membri del consiglio ci contattino per discutere il progetto, continueremo a lottare, vogliamo difendere la nostra eredità, parleremo con loro, che il Consiglio lo voglia oppure no". Baltimore è, forse a questo punto meglio dire 'era', una delle città più italiane degli Stati Uniti. Furono proprio i concittadini di Cristoforo Colombo, i genovesi, secoli dopo, tra il 1840 e il 1850, i primi italiani ad arrivare. Poi campani, in particolare napoletani, abruzzesi e siciliani soprattutto di Palermo e Cefalù. Nel 1920 erano quasi 8.000 in città a parlare italiano e nel 1940 i nati in Italia o discendenti di connazionali che vivevano a Baltimore 18.179. Celebre la Little Italy e nell'area metropolitana circa il 6,2% della popolazione è italo-americana. Numerosi gli italo-americani celebri di Baltimore, in particolare Thomas D'Alessandro Jr. e la sua famiglia. Genitori originari di Montenerodomo in provincia di Chieti, D'Alessandro fu sindaco della città dal 1947 al 1959, carica che poi passò, dal 1967 al 1971 al figlio Thomas D'Alessandro III. Ma D'Alessandro Jr. era anche il padre di un politico, oggi famosissimo: la Speaker of the House Nancy Pelosi che però ha da tempo dimenticato le sue origini italiane.

Roberto Zanni