Le cronache, puntuali e documentate, dei giorni scorsi, ci hanno raccontato quello che è successo nella prestigiosa Università per Stranieri di Perugia. Non ci sono termini appropriati per descrivere lo stupore di tanti, ancora fiduciosi che qualche Valore alligni nella nostra società, soprattutto in quelle Istituzioni, come le Università, sede e simbolo del Sapere, della Cultura, della Onestà. Nel rispetto della Legge. Né più, né meno. Non entreremo nel merito, né riprenderemo le fasi, anche quelle più salienti e vergognose, che caratterizzano l’intera vicenda. Siamo fiduciosi che il capo della Procura, l’ottimo Raffaele Cantone, farà il suo dovere per raccogliere le prove coerenti con le imputazioni ipotizzate. Siamo fiduciosi che anche la giustizia sportiva, che si è mossa solerte, faccia altrettanto, nel rispetto delle Carte Federali, che sono ancora più categoriche dello stesso Codice Penale. Senza alcuna "sudditanza psicologica". Ma noi stiamo parlando di una vicenda che vede indagata la Rettora, preferiamo questo termine a quello di Rettrice, di quella Università che sorge in una Città ed in una Regione che gronda Bellezza, Storia ed Architettura stupenda. Un "luogo" dove la "bruttezza", quella miserabile dei più bassi istinti dell’animo umano, non dovrebbe avere diritto di cittadinanza. Ed invece, proprio in quel "luogo" Sacro al Sapere, gli indagati sono ben cinque "capeggiati" dalla Rettora, appunto, e dal Direttore generale. Provincialismo d’accatto di fronte ai lustrini ed alla potenza economica di un mondo, quello seducente del calcio, sempre più lontano dai valori dello Sport, dominato ora da interessi abnormi e sospetti. Mentre un tempo era "abitato" da grandi campioni, grandi anche come uomini che ci hanno regalato emozioni indimenticabili. Ebbene, di fronte alla potenza di una squadra prestigiosa e di una famiglia che appartiene alla storia del Paese non erano necessari "salamelecchi sguaiati", sotterfugi fino a veri e propri imbrogli. Tanto più se per ottenere omaggi di bassa lega da chi ostentava potenza e… prospettive convenienti per la stessa Università. In tutto questo clamore c’è un convitato di pietra: il Ministro dell’Università e la Ricerca Scientifica, il Prof. Gaetano Manfredi, già Rettore dell’Università di Napoli, che, finora, non ha ritenuto di aprire una inchiesta o mandare qualche "ispettore" per capire quello che è accaduto e assumere i provvedimenti conseguenti che, comunque, appaiono già tardivi. Sta a lui salvare l’onore non solo di quella Università, ma di tutto il mondo accademico, abitato da protagonisti di primissimo livello sul piano scientifico e su quello culturale, che non possono correre il rischio di essere omologati a tanto squallore. Il cittadino "ignorante" che non ha avuto il privilegio della "corazza" degli studi universitari che cosa deve pensare di questo mal costume? E non può sospettare che, forse, anche gli esami universitari potrebbero andare anche così? E come deve giudicare l’inerzia, almeno finora, del ministro? Certamente non complice, conoscendo l’onestà e la rettitudine di Gaetano Manfredi, ma probabilmente ispirata alla strategia del "sopire, sopire" finché tutto vada nell’oblio, con buona pace dei valori vilipesi. Intanto il fango continuerà ad impazzare sui social. Mentre il grande Rettore è lì a ricordarci il suo rammarico senza speranza, "…intelletto, intelletto dove ti sei rifugiato?". Con buona pace di quella Rettora, del ministro silente, della squadra famosa che pensa, secondo antiche consuetudini , che tutto le possa essere consentito.

Ci saranno Uomini, come auspicava l’imperatore Adriano, che sapranno ancora coltivare Bellezza, Verità, Giustizia, Pace?! E qualcuno saprà ancora indignarsi?!

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