Conto alla rovescia per gli "stati generali" del Movimento. Covid permettendo i 5 Stelle si ritroveranno a Roma il 7 e l'8 novembre, preceduti da una serie di incontri preliminari sui territori dai quali scaturiranno mozioni e proposte che saranno poi discusse all'ombra del Cupolone. Ora, che il clima, tra i pentastellati, sia rovente lo certifica quanto accaduto, due giorni fa, a Montecitorio dove, nel corso di un'assemblea on-line dei parlamentari grillini con il ministro D'Incà, per poco si è sfiorata la lite virtuale con un ribollire di accuse e bacchettate contro i deputati assenti (che hanno rischiato di mandare sotto la maggioranza) ed i rappresentanti del governo (poco attenti alle istanze che arrivano dai parlamentari). Insomma: il dado è tratto e i gruppi si stanno organizzando per la battaglia finale. A partire da Alessandro Di Battista il quale, giocando d'anticipo, ha già dato il via alla sua "campagna" elettorale organizzando una serie di incontri in tutta Italia con gli attivisti locali, il primo dei quali partirà provocatoriamente dalla Campania, "casa" di Luigi Di Maio. A ruota, poi, ecco il tour del capo politico del Movimento, Vito Crimi, per i primi confronti in vista dell'evento romano. Tuttavia, a fare rumore è stata proprio la discesa in campo del "ribelle" Dibba impegnato a difendere il ruolo strategico di Rousseau (e dunque di Davide Casaleggio), ed opporsi alla fine del doppio mandato. Argomento, quest'ultimo che sta particolarmente a cuore proprio al figlio dello storico guru Gianroberto. "Il terzo mandato è un problema solo per chi non vuole rispettare gli impegni presi o i principi del M5S" ha detto ieri, non a caso, il patron dell’Associazione. Tra quanti hanno scelto di condividere l'asse Di Battista-Casaleggio, oltre a Barbara Lezzi, spiccano anche Piernicola Pedicini, Ignazio Corrao, Alberto Airola, Francesco Berti, Michele Sodano, Luigi Iovino e Davide Zanichelli. Insomma: una nutrita pattuglia di "duri e puri". Ma sono pronti a dire la loro pure i 5 Stelle di "Parole Guerriere" che chiedono l'avvio di una riorganizzazione del Movimento "liberandolo" dai legacci di Roma e Milano.

STEFANO GHIONNI