Le affermazioni secondo cui l’ammiraglio Orazio Nelson fosse uno schiavista potrebbero essere spazzate via grazie a una lettera che si è rivelata un falso. Mentre il National Maritime Museum esamina il suo "status di eroe" alla luce di Black Lives Matter, un importante esperto afferma di aver trovato delle prove che mettono in dubbio le affermazioni. La lettera su carta pergamena, scritta a bordo della HMS Victory, offre una visione di uno dei più grandi eroi britannici. L’ammiraglio Nelson scrisse la missiva a un proprietario di piantagioni di schiavi nelle Indie occidentali solo quattro mesi prima di morire nella battaglia di Trafalgar nel 1805. Nelson non immaginava che quella lettera avrebbe gettato una lunga ombra sulla sua reputazione. Per più di 200 anni, le parole scritte nella lettera lo hanno allineato con chi aveva sostenuto l’inqualificabile commercio di esseri umani, grazie al quale avevano guadagnato una fortuna e che ne avevano contestato ferocemente l’abolizione.

MA È UN FALSO

Il Daily Mail rivela che la lettera è un falso. E il tempismo non potrebbe essere più fortunato, poiché il National Maritime Museum di Greenwich annuncia che a causa del suo ruolo "complesso" nel coinvolgimento della Gran Bretagna nella tratta degli schiavi, si tratta di rivedere lo "status di eroe" di Nelson. La scoperta della lettera contesta profondamente questa visione. Mette in luce fino a che punto gli oppositori dell’abolizione della schiavitù erano pronti a promuovere la loro causa ribaltando la reputazione dell’uomo che sconfisse i francesi a Trafalgar.

LE ACCUSE DI “SUPREMATISMO BIANCO”

La questione è emersa per la prima volta nel 2017, quando la scrittrice e giornalista di Sky News, Afua Hirsch, ha etichettato Nelson come un "suprematista bianco" che aveva usato il suo seggio in parlamento per difendere vigorosamente la tratta degli schiavi per conto dei suoi ricchi amici proprietari di piantagioni. Nelson ha parlato solo sei volte alla Camera dei Lord e mai sulla tratta degli schiavi. L’esplosiva lettera che l’ammiraglio aveva scritto al proprietario di schiavi Simon Taylor era stata resa pubblica nel 1807 poco prima del voto dei Comuni sul disegno di legge del deputato William Wilberforce per l’abolizione della tratta degli schiavi. Nella lettera Nelson promette di far sentire "la mia voce contro la dannata e maledetta dottrina di Wilberforce e dei suoi ipocriti alleati". Sono queste parole che hanno portato Hirsch a chiedere che la colonna eretta in onore di Nelson fosse rimossa e altri monumenti di Deptford, nel sud-est di Londra e a Norwich, vandalizzati. Ma Lord Nelson, scrive il Daily Mail, non ha mai scritto quelle parole. La lettera era un falso, con una falsa firma e un altrettanto falso sigillo di cera. Martyn Downer, studioso di Nelson ha recentemente scoperto il falso in una collezione privata di documenti. Sarà mostrata al pubblico presso il National Museum of the Royal Navy presso l’Historic Dockyard a Portsmouth. È una preziosa integrazione all’archivio Nelson e alla documentazione storica generale perché mostra come gli anti-abolizionisti sfruttassero cinicamente la fama postuma di Nelson in un ultimo disperato tentativo di far cadere il disegno di legge di Wilberforce.

L’ORIGINALE

La lettera originale di Nelson a Simon Taylor è andata persa, presumibilmente distrutta ma gli anti-abolizionisti non sapevano che l’ammiraglio aveva conservato una copia nei suoi archivi privati ora conservati nella British Library. Dal confronto tra la copia e il documento appena scoperto è emerso che Taylor e i suoi amici anti-abolizionisti hanno apportato non meno di 25 modifiche alla lettera originale di Nelson. L’hanno poi stampata in fretta dopo la morte dell’ammiraglio per cercare di influenzare il voto in parlamento. Nel passaggio chiave, Nelson non ha scritto "contro la dannata e maledetta dottrina" dell’abolizione della tratta degli schiavi, come si leggeva nella versione modificata. La formulazione originale era "contro la dannata dottrina crudele" e si riferiva alle conseguenze della liberazione degli schiavi che avrebbero affrontato la fame e il massacro dovuto al caos che ne sarebbe seguito. Nelson aveva letto alcuni resoconti di rivolte degli schiavi in Guadalupa, Santo Domingo, Dominica e altrove che avevano provocato l’uccisione di migliaia di persone, bianchi e neri. Temeva l’anarchia e la violenza che il disegno di legge di Wilberforce avrebbe potuto scatenare. Chi possedeva degli schiavi non era ovviamente interessato a queste sottigliezze di tipo umanitario, ma solo alle conseguenze economiche dell’abolizione. Ma qual era esattamente il punto di vista di Nelson sulla tratta degli schiavi e la scoperta della lettera lo scagiona completamente? qualità di ufficiale della Royal Navy, il compito principale di Nelson era quello di proteggere il commercio britannico, che allora includeva la tratta degli schiavi. Di fronte al dovere era pignolo, come i suoi colleghi ufficiali, e dunque non ha mai messo in dubbio questo compito deplorevole. Politicamente, Nelson si identificava con un gruppo di destra noto come Portland Whigs, ma che comprendeva anche gli abolizionisti di sinistra, come Wilberforce. Nelson non ha mai posseduto schiavi o una piantagione, non ha mai preso parte ad attività di schiavitù in mare e non ha mai finanziato una nave schiavista. All’inizio della sua carriera fu di stanza nei Caraibi, ma vi fece solo una breve visita dopo il 1787.