All'inizio del secolo scorso a Chicago c'erano oltre 16.000 italiani, trent'anni dopo toccarono quota 74.000. Oggi i discendenti di quegli immigrati, seconda, terza generazione, superano nell'area urbana e suburbana quota 500.000. Perchè Chicago è stata sempre un po' italiana. E quando si parlava di Taylor Street, beh era e dovrebbe essere ancora oggi il cuore di Little Italy. Ma purtroppo non è più così: è già successo a New York, ora è il turno di Chicago. "Quando vengono i turisti e mi chiedono dov'è Little Italy - l'amara verità di Ralph Davino, proprietario di terza generazione di Pompei, uno dei pochi ristoranti tricolori rimasti sulla Taylor Street anche se in procinto di trasferirsi - devo rispondere che non c'è più". L'atmosfera che una volta caratterizzava quelle strade è in declino da anni: colpa dei cambiamenti demografici, ma anche dei gusti della gente, e ultimamente si sono aggiunte nuove avversità a cominciare dall'espansione del quartiere sotto l'influsso dei nuovi costruttori immobiliari. Una pressione alla quale Little Italy ha cercato, disperatamente di opporsi, ma quasi allo stremo delle forze è arrivato anche il COVID-19 a dare una spallata pesantissima. E molti temono che possa essere quella definitiva. Francesca e Davanti Enoteca, due dei ristoranti italiani più famosi della zona, hanno chiuso, definitivamente lo scorso giugno, mentre l'edificio che occupa Pompei è stato messo in vendita per $4,9 milioni, l'intenzione della proprietà è di continuare l'attività da un'altra parte. Il rischio di perdere l'italianità, una delle caratteristiche di Chicago, a questo punto è davvero alta, anche se è un destino condiviso con altre comunità. "Se questi quartieri commerciali etnici dovessero sparire - ha spiegato al 'Chicago Tribune' Curt Winkle, docente di pianificazione urbana alla University of Illinois at Chicago - si potrebbe smarrire un po' di quella legittimità di città globale". Ci sono spiegazioni per questi mutamenti? "Non è che il cibo italiano stia perdendo la sua popolarità - ha spiegato Daniel Hyman, agente immobiliare di Millennium Properties - è il quartiere che sta cambiando". Un trend che va indietro nel tempo: quando la University of Illinois fu costruita, negli anni '60, molti italiani che abitavano lì furono costretti a lasciare le loro case, un esodo poi proseguito quando l'ateneo successivamente si è allargato. Ma l'identità italiana, nonostante tutto, non si era persa: mantenuta in vita proprio dal cibo, dai suoi ristoranti, dalle celebri chiese cattoliche della zona e anche dalla National Italian American Sports Hall of Fame che però giusto un anno fa si è trasferita, lasciando così un altro vuoto incolmabile. Nel 1990 c'erano 20 ristoranti italiani, oggi quelli che restano sono una manciata. Ma, aspetto ancora più rilevante, se ne sono andati personaggi che avevano fatto e mantenuto viva la storia italiana di Chicago: da Oscar D'Angelo, scomparso nel 2016, era chiamato il sindaco di 'Little Italy' a George Randazzo, deceduto l'anno scorso, fondatore della Hall of Fame. E la loro dipartita ha lasciato un vuoto di leadership incolmabile. "Taylor Street, Little Italy è la nostra eredità, non voglio vederli andare giù - ha detto Phil Stefani, proprietario di Tuscany, ristorante così chiamato in onore della regione dov'è nata la madre - noi faremo di tutto per andare avanti. Abbiamo solo bisogno di un piccolo supporto". C'è anche un po' di rammarico per quello che si poteva fare e invece non è stato fatto. "Ricordo vent'anni fa - parole di ancora di Mr. Stefani - partecipammo a una riunione per ascoltare il progetto di chi aveva ricostruito la Little Italy di San Diego e avrebbe voluto fare lo stesso a Chicago: pavimentazioni nuove, luci e una lunga serie di ristoranti italiani. In quel momento però gli affari andavano bene e non c'era nessuna fretta". Ma adesso? C'è ancora una piccola speranza, anche se pare impossibile un ritorno, nel futuro, al periodo di massimo splendore. La crisi portata dalla pandemia spingerà anche gli affitti in basso e questo, secondo alcuni esperti, sarebbe la nuova spinta per la ricrescita economica anche di Little Italy. Infatti la chiusura definitiva di alcuni ristoranti si trasformerà in un sacrificio necessario che ridurrà un eccesso di offerta e che porterà a un ritorno nei vecchi quartieri. Ma per il momento sono solo ipotesi, quello che resta per ora è una triste realtà: Little Italy a Chicago sta scomparendo.

SANDRA ECHENIQUE