Tre giorni alla chiusura, i disperati della Whirlpool scrivono a Giuseppe Conte. Una lettera per scongiurare l’irreparabile per lo stabilimento di via Argine, periferia di Napoli. Un’improba battaglia, in piena pandemia da seconda ondata Covid-19, che vede la partecipazione delle maestranze della fabbrica nella loro interezza. Si danno da fare tutti, anche le sigle sindacali.

Proprio dalle loro segreterie è partita la lettera inviata al premier: chiesto un incontro prima dell’apertura eventuale di un tavolo di concertazioni. Fim-Cisl, Fiom-Cgil e UilmUil ritengono "opportuno e urgente informarLa, signor primo ministro, dei fatti in cui siamo a conoscenza e di esporLe le nostre ragioni ma soprattutto la nostra preoccupazione". La chiusura annunciata dello stabilimento di Napoli, annunciata da Whirlpool per il 31 ottobre, obbliga le rappresentanze sindacali ad azioni "straordinarie, efficaci e urgenti – è scritto nella lettera – a partire da un’interlocuzione diretta con la proprietà americana". I lavoratori della Whirlpool la lettera-appello la indirizzano alla cittadinanza. Chiedono solidarietà ai napoletani, che in questi giorni difficili, stanno manifestando nelle piazze per non morire.

"Fa male vedere una città sofferente che protesta per difendere i propri diritti". Napoli che lotta e grida a gran voce, sciopera, e viene descritta come una città incontrollabile. "Dove la rabbia si scatena, alimentata da forze antidemocratiche. Quello per cui si lotta sono diritti sacrosanti della nostra democrazia. Legittimo protestare anche con forza, sempre che dalla protesta non si passi al vandalismo e all’anarchia". I lavoratori Whirpool non vogliono che la lotta per il lavoro s’infanghi.

Come loro ben sanno, impegnati sul fronte appunto della lotta negli ultimi diciotto mesi., consci che nel Paese si continua a creare "una linea immaginaria tra nord e sud, dove una parte corre molto più veloce di un’altra". Contano su Napoli "da sempre sensibile, capace di reagire nei momenti di difficoltà, fino a diventare esempio per gli altri", i lavoratori di Whirlpool. Quindi, giusto e onesto battagliare, ma senza violenza e soprattutto senza quel senso di rassegnazione "che significherebbe darla già vinta".

I lavoratori della Whirpool Napoli combattono per il futuro loro e di tutti, con fermezza, risolutezza e immensa dignità. "Tenendo fede ai valori e agli ideali per cui lottiamo", così si conclude la lettera a Napoli. Per il premier Conte, la richiesta accorata per un incontro e la necessità impellente e decisiva di fare qualcosa per evitare che Whirlpool fra tre giorni chiuda, come annunciato dalla proprietà americana. Ma la Regione che fa?

Qual è l’atteggiamento del governatore De Luca, in queste ore affaccendato in complicate faccende? L’assessore regionale Machiello invita tutte le Regioni a dotarsi di un ente, immagina una fondazione, "che a partire da una determinata problematica coinvolga le migliori intelligenze politiche, sindacali, imprenditoriali, per elaborare proposte concrete al Governo", in perfetto politichese ma soprattutto dando vita a una esibizione di pura teoria, laddove il momento per le maestranze della Whirpool è decisamente drammatico. Oltretutto Invitalia, è qui l’assessore è in palese contraddizione, all’ultimo tavolo non si è neppure presentata. Fatto sta che il futuro immediato e la vita stessa dei lavoratori Whirpool sono appesi a un filo sottilissimo. Maestranze e sindacati come impegnati su un fronte di guerra, a settantadue ore dalla chiusura annunciata dello stabilimento.

Mittenti loro di quella lettera accorata, il destinatario Giuseppe Conte si degnerà (o sarò in grado) di fornire una risposta. Sarà possibile l’estremo disperato incontro a Roma con i disperati della Whirlpool? Incrociamo le dita con la convinzione che contatto e incontro difficilmente andranno in onda. Felicissimo di essere sbugiardato, clamorosamente smentito.

Franco Esposito