A 4 giorni dall'election day, Joe Biden è davanti a Donald Trump 54% a 42% nell'ultimo sondaggio della Cnn a livello nazionale: un vantaggio di 12 punti, "il più alto di qualsiasi candidato in oltre due decenni nei giorni finali della campagna elettorale", anche se poi a decidere è il risultato nei singoli stati per il meccanismo dei grandi elettori.

Trump continua la sua forsennata rincorsa a colpi di comizi oceanici ma la strada resta in salita, anche se negli ultimi giorni ha rosicchiato qualcosa: nella media dei sondaggi di RealClearPolitics il distacco da Joe Biden è sceso al 7,1% a livello nazionale mentre si è ridotto anche il gap nei principali 'battleground States', a partire dalla Florida, dove per la prima volta il presidente è passato in testa con un +0,4%. Il divario che lo separa dallo sfidante è esiguo anche in Pennsylvania (+3,8%), Arizona (+2,4%) e North Carolina (+0,7%), tutti stati in bilico. Un campanello d'allarme che ha indotto i democratici a cambiare tattica, insistendo sul voto anticipato di persona, come ha fatto oggi lo stesso Biden nella sua Wilmington in Delaware, ma invitando ora ad evitare quello per posta nel timore che le schede non siano consegnate entro i termini fissati dai vari Stati. Finora hanno già espresso la loro preferenza oltre 73 milioni di persone, di cui quasi 50 per corrispondenza, una modalità in larga maggioranza usata dagli elettori democratici. Ma adesso è troppo tardi per affidarsi alle poste. La mossa è stata suggerita anche da una recente sentenza della corte suprema, che ha bocciato la decisione di una corte statale del Wisconsin - un altro 'battleground state' - di estendere la validità del voto postale sino a sei Joe Biden giorni dopo l'election day. Una sentenza che rischia di essere un precedente anche nelle battaglie legali ancora in corso in altri Stati cruciali, come la Pennsylvania e il North Carolina, dove i tribunali hanno esteso la validità del voto per corrispondenza rispettivamente a tre e nove giorni dopo il 3 novembre. I dem sono preoccupati dalla motivazione scritta da uno dei giudici della Corte suprema, Brett Kavanaugh (un conservatore nominato da Trump), secondo cui spetta ai parlamenti statali definire le regole per le elezioni presidenziali e le corti federali sono legittimate ad intervenire per garantire che i tribunali statali "non riscrivano le leggi elettorali statali". Una motivazione che si rifà all'opinione dell'ex capo della corte suprema William Rehnquist nella sentenza sulla controversia elettorale del 2000 in Florida tra George W.Bush e Al Gore, vinta dal primo dopo che fu bocciato il riconteggio manuale ordinato dalla corte suprema del Sushine. Il rischio è che non siano contati molti voti recapitati dopo il giorno della consultazione, presumibilmente in gran parte dem. 14 mld, le elezioni più costose della storia - Le elezioni Usa 2020 hanno infranto ogni record del passato diventando le più costose della storia americana, con un bilancio totale previsto di quasi 14 miliardi di dollari, di cui 6,6 miliardi per le presidenziali, quasi il triplo dei 2,4 miliardi del 2016. Raddoppiati i costi delle gare federali per Camera e Senato. Sono le proiezioni del Center for Responsive Politcs.