Quali saranno le politiche di riforma per gli italiani all'estero? Quale futuro avranno le riforme di Cgie e Comites ferme ormai dal 2017? Quale ruolo avrà l'istituenda Commissione Bicamerale per gli italiani all'estero dopo il taglio dei parlamentari a seguito del referendum dello scorso settembre?

Questi temi sono stati parte dell'Assemblea plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero. All'incontro hanno partecipato il Presidente della Commissione Esteri della Camera, Piero Fassino, e il Sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo.

Michele Schiavone, Segretario Generale Cgie, ha ricordato come il Premier Giuseppe Conte, in occasione della presentazione del RIM 2020 della Fondazione Migrantes, abbia riconosciuto il ruolo determinante dell'associazionismo e delle nostre comunità estere nel rilancio economico e culturale del Paese. "Siamo in un'epoca che sta cambiando in un chiaroscuro nel quale dobbiamo dare il meglio di noi stessi per avvicinare il destino degli italiani all'estero al nostro Paese", ha esordito Schiavone precisando come si sta parlando di una platea di 6 milioni di residenti e di 80 milioni di italo-discendenti per i quali "serve una ridefinizione degli attuali organismi istituzionali e anche un rafforzamento della rappresentanza dei connazionali nel mondo".

Schiavone ha sottolineato come dal secondo dopoguerra ad oggi ci siano stati molti cambiamenti: sono sorti nuovi movimenti migratori di cittadini italiani in zone del mondo di cosiddetta nuova mobilità: "per esempio Asia e Medio Oriente con realtà che presentano esigenze diverse", ha evidenziato Schiavone ricordando il ruolo che in certi contesti devono assumere tanto le Consulte regionali quanto i Comites, soprattutto a seguito del referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari, compresi quelli all'estero, che sono scesi da diciotto a dodici. Universalità del voto e sicurezza dello stesso: temi che riguardano le nostre comunità all'estero e dei quali l'istituenda Bicamerale evidentemente dovrà occuparsi. "La Bicamerale completerà l'architettura istituzionale per gli italiani all'estero: diventi un raccordo per le istanze degli organismi intermedi e di quelli istituzionali.

Schiavone è intervenuto con forza sulla riforma del Cgie e dei Comites bloccata ormai da tre anni. "E' dal novembre 2017 che questa riforma è bloccata e vorremmo fosse trasmessa con rapidità al Parlamento e al Governo: serve un'accelerazione delle riforme che non prescindano dalle differenze che esistono nella composizione delle nostre comunità e soprattutto dall'esercizio della cittadinanza e dalle necessità dell'italo-discendenza", ha aggiunto Schiavone ricordando che dal 2025 i cittadini europei che vivono in Paesi extracomunitari potranno finalmente esercitare il diritto di voto attivo e passivo alle elezioni europee. "Lo stesso Cgie auspica che si arrivi ad un Consiglio generale dei cittadini europei residenti all'estero e all'istituzione di un'Agenzia europea per il monitoraggio delle politiche comunitarie indirizzate ai cittadini europei residenti fuori dall'Europa. La maggior parte degli iscritti all'Aire risiede in Paesi europei ma bisogna soddisfare le esigenze anche di altri continenti dove ci sono molti italo-discendenti e ci sono criticità economiche e politiche o addirittura eventi bellici. E' opportuno ripensare alla rappresentanza guardando al futuro e pensando all'uso delle nuove tecnologie", ha concluso Schiavone.

Del Presidente della Commissione Esteri, Piero Fassino, è stata ricordata la conoscenza approfondita del mondo degli italiani all'estero: già Sottosegretario agli Esteri è l'esponente politico che ha dato, a suo tempo, un apporto alla legge istitutiva del Cgie e alla legge, promossa da Mirko Tremaglia, per portare in porto il voto per gli italiani all'estero. "Il Pd sta cercando di fare in modo che si superi la differenza di trattamento tra cittadini italiani che vivono in Italia e discendenti di italiani che vivono all'estero. Si è rimediato ad alcune contraddizioni come sull'accesso al super bonus per le ristrutturazioni, con condizioni di parità a prescindere da dove si risieda, oppure l'estensione del reddito di emergenza. Ci siamo battuti per una serie di stanziamenti: 12 milioni per i cittadini italiani all'estero meno abbienti e 6 milioni per i lavoratori transfrontalieri senza coperture. Riconoscere le nostre comunità all'estero significa anzitutto riconoscerne i diritti", ha spiegato Fassino ricordando la trasformazione dei flussi migratori di chi oggi lascia l'Italia, più complessi rispetto al passato: "oggi abbiamo anche studenti, ricercatori, manager e non solo bisogna prenderne atto ma adeguarvi la nostra politica". Fassino ha infine precisato che la Bicamerale sarà composta al 50% da parlamentari nazionali "per non rischiare di ghettizzare gli italiani all'estero" e quindi per il 50% dagli eletti all'estero", ha concluso Fassino esprimendo solidarietà ai francesi per quanto accaduto in questi giorni a Nizza.

Fernando Marzo (Belgio) ritiene urgente rinnovare gli organismi come Comites e Cgie, lamentando come i Comites siano in questi giorni subissati di chiamate per le questione delle pensioni Inps: "un emergenza dal lato umano". Silvana Mangione, Vicesegretario Generale Cgie per i Paesi anglofoni extraeuropei, ha sottolineato come sulle due proposte di riforma, Comites e Cgie, si sia lavorato un anno e mezzo con tutto il mondo delle associazioni e "la nostra visione di allora si è mostrata lungimirante in questo momento di crisi assoluta e di pandemia". Mangione ha insistito sul tema del rafforzamento dei Comites "come difensore civico delle comunità e come antenna del sistema Paese" nonché del Cgie come "organismo inquadrato nella politica estera italiana che sia ausiliario allo Stato, di consulenza per le Regioni e di raccordo e sintesi". Mangione ha chiesto di rivedere la legge elettorale dopo il taglio dei parlamentari e di evitare il rinnovo delle rappresentanze con le leggi vigenti: contestata la possibilità attuale per i residenti in Italia di candidarsi all'estero ma non viceversa. Andrea Mantione (Paesi Bassi) ha contestato l'opzione inversa, cosa da cambiare. Chiara Prodi (Francia) ha espresso il cordoglio per gli attentati di Nizza e ha ricordato come il RIM 2020 abbia rimarcato l'aumento del 76% dell'emigrazione italiana, segnalando come le nuove migrazioni spesso non abbiano familiarità con gli organi di rappresentanza. "Bisogna dare spazio alle nostre comunità" , ha rimarcato Prodi auspicando un maggior coinvolgimento del Cgie anche sulla riforma delle modalità di voto all'estero.

Manfredi Nulli (UK) ha lamentato una mancanza di progressi in questi ultimi anni sulle riforme auspicando di poter avere al contempo "una rappresentanza ben distribuita dei pochi eletti all'estero per dar voce alle nostre comunità". Riccardo Pinna (componente del Comitato di Presidenza Cgie per i Paesi anglofoni extraeuropei) ha ricordato la già avvenuta diminuzione dei consiglieri Cgie da 94 a 63. "Anche i Comites in alcune zone sono stati decimati e oltretutto la legge di riforma ha previsto un taglio trasversale del 30% nella riduzione dei parlamentari. In Sudafrica c'è un solo consigliere Cgie e non avremo più la speranza di avere un parlamentare". Rodolfo Ricci (Filef) ha ricordato come i numeri dell'emigrazione italiana siano raddoppiati senza contare i non iscritti Aire e una presenza giovanile corposa. "Serve una riconfigurazione del mondo della rappresentanza Cgie che deve avere poteri più consistenti: non va più bene avere soltanto la possibilità di esprimere pareri ma che questi siano vincolanti altrimenti si accentua il distacco determinato dal referendum". Francesco Papandrea (Australia) ha lamentato i problemi della rappresentanza derivanti dal taglio dei parlamentari e si è interrogato anche sul ruolo delle ripartizioni per i consiglieri Cgie. Luigi Billé (UK) ha chiesto una revisione dei collegi elettorali anche in Italia e procedure nuove per il voto estero.

La deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli (FI), eletta nella Circoscrizione Estero, ha parlato di riforme necessarie anche per dare un nuovo impulso a Comites e Cgie ridisegnando le ripartizioni in maniera condivisa; quindi ha evidenziato la criticità sulla sicurezza del voto estero, di fatto irrisolta. Nello Gargiulo (Cile) ha ricordato come all'estero l'80% dei cittadini che ha votato al referendum in favore del taglio dei parlamentari abbia chiesto forse una maggiore qualità della politica: "serve inoltre una struttura più agile nella rappresentanza". Norberto Lombardi (Pd) ha auspicato che la Bicamerale vada in porto presto "affinché si possa insediare velocemente come parziale compensazione al taglio dei parlamentari". Un altro nodo è nella questione della rappresentatività: ossia se tenere quattro ripartizioni o andare in un'altra direzione, "Altri Paesi si sono mossi diversamente: con una ripartizione europea e un'altra per il resto del mondo come per esempio fatto da Francia e Portogallo", ha precisato Lombardi che non è d'accordo sull'eventuale superamento della Circoscrizione estero e sul superamento del voto per corrispondenza. Vittorio Pessina (FI) ha parlato di miglioramenti con il sistema del codice a barre nel voto per corrispondenza e con lo scrutinio presso diverse Corti d'Appello. Isabella Parisi (Germania) ha lamentato come "i Comites abbiano ragione di esistere mentre invece molti sono stati chiusi ed altri sono addirittura senza una sede dove accogliere i cittadini". Tony Mazzaro (Germania) ha invitato a pensare di più alle imprese nella nuova migrazione.  Carlo Ciofi (Ctim) ha rivolto un pensiero ai parlamentari eletti all'estero mostrando la vicinanza del Cgie. Luigi Scaglione (Consulte Regionali) ha invitato a ragionare su nuovi paradigmi di rappresentanza: la Bicamerale potrebbe essere un grande risultato ma non si rischi di farne un elemento autoreferenziale; al contrario, secondo Scaglione, si dovrebbe ragionare di più sulle riforme già proposte per esempio dal Cgie. Il deputato Massimo Ungaro (IV), eletto nella Circoscrizione estero, ha chiesto una voce autonoma per i connazionali all'estero, ha espresso la sua contrarietà all'inversione dell'opzione e ha menzionato l'introduzione nella legge di bilancio da parte del Governo di una voce per i connazionali in rientro. Dal canto suo il consigliere Enrico Musella (Francia)  ha espresso solidarietà alle vittime del drammatico attacco terroristico di Nizza e ha sottolineato la necessità di portare avanti una forte sinergia fra Comites, Cgie, patronati, associazioni e rete diplomatico consolare per promuovere il nostro Paese. Franco Dotolo (Migrantes) si è invece detto contrario ad una ennesima revisione del testo di riforma di Comites e Cgie e ha aupicato di riuscire ha svolgere nel 2021 almeno le elezioni dei Comites.

Ha poi preso la parola il Direttore Generale per gli Italiani all'Estero del Maeci Luigi Maria Vignali che ha ricordato di aver chiesto al Consiglio Generale un tavolo di confronto sulla proposta di riforma del Cgie. Una riforma che, per il Direttore Generale, contiene spunti interessanti. "Sono d'accordo a trovare un punto di raccordo e di incontro in questo ambito fra la rete consolare e il  Cgie – ha affermato Vignali – ma non posso accettare a scatola chiusa la proposta di riforma. Il rapporto fra la rete consolare e i Comites deve essere improntato alla collaborazione e non può essere conflittuale. Ad esempio la figura del difensore civico dei connazionali presente nella proposta presenta un aspetto di conflittualità che non può essere accettato. Il parere obbligatorio sui conti dei consolati da parte dei Comites non può andare. Ci sono poi aspetti – ha continuato Vignali – che meritano approfondimenti, ad esempio il riferimento per calcolare il contributo ai Comites per le comunità di origine italiana, appare difficile da stimare in quanto non abbiamo schedari consolari per chi è di origine italiana  Su questi aspetti auspicherei un confronto. Non entro invece sul merito di altri temi di tipo politico,  come ad esempio l'inversione dell'opzione di voto, la stessa modalità di nomina di membri del Cgie o la funzione del Consiglio Generale come organo ausiliario. Vi ribadisco – ha concluso  Vignali – la disponibilità a lavorare con voi".

Il Sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo si è soffermato sui tempi politici necessario per la realizzazione delle riforme. "Il taglio dei parlamentari – ha ricordato  Merlo – è stato appoggiato da quasi tutte le forze politiche e nel referendum fra il 70% e l'80% dei votanti all'estero si sono espressi per la riduzione. Adesso faremo fatica a riorganizzare una vera rappresentanza che possa esprimere e rappresentare 6 milioni di italiani distribuiti in tutto il mondo, non sarà facile". Alla luce di questa situazione per il Sottosegretario appare dunque urgente arrivare ad una sintesi, anche attraverso un incontro con l'amministrazione, della proposta di legge di riforma del Cgie e dei Comites elaborata dal Consiglio Generale. Un lavoro di squadra che consenta di portare la proposta in Parlamento il più presto possibile subito dopo l'approvazione della legge di stabilità e in tempo per le prossime  elezioni dei Comites previste intorno ad ottobre 2021. Per Merlo sarebbe poi opportuno che il Cgie discutesse ed elaborasse anche una proposta di modifica del voto all'estero e della circoscrizione Estero.

Dal canto suo il Segretario Generale Schiavone si è detto disponibile ad un confronto sulle proposte di riforma degli organi di rappresentanza elaborate dal Cgie,  a condizione che il testo venga preso in considerazione sui principi espressi e che il lavoro supplementare realizzato in questo ambito abbia una corsia preferenziale in Parlamento e rappresenti l'indicazione portata avanti dal Governo. "La questione dei Comites – ha aggiunto Schiavone – va inserita all'interno di un rappresentanza complessiva perché diventino tasselli di una rappresenta che si disegni dal basso. Dobbiamo capire che prima di arrivare al rinnovo dei Comites e del Cgie vogliamo approvare una nuova legge che dia maggiori poteri alle rappresentanza,  questo è l'obiettivo finale, se siamo d'accordo su questo obiettivo allora ci mettiamo disposizione... Abbiamo bisogno – ha concluso Schiavone – del rafforzamento della rappresentanza e su questo il Governo si deve impegnare"