Giù, sempre più. Verso il basso, il consenso cala precipitosamente, il virus ora penalizza il governo. L’esecutivo va giù di sedici punti nel sondaggio commissionato da La Repubblica a Demos&Piper. La rilevazione è stata condotta nei giorni 26 e 28 ottobre. Sedici punti in meno rispetto al periodo della prima emergenza. Un tonfo, a ben vedere. Scendono anche consenso e gradimento del premier Conte, che va giù del dieci per cento. Impietoso il confronto con i sondaggi di agosto, per quanto possano contare quelli e questi. Il presidente del consiglio dei Ministri viene raggiunto da Luca Zaia. L’atlante politico italiano risulta quindi aggiornato dai più recenti accadimenti in materia di Covid-19. Draghi e Speranza in alto nella classifica dei leader più graditi, migliorati rispettivamente di dodici e sedici punti. In ascesa anche Gentiloni e la Meloni. Poderosa anche la crescita del governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. L’avanzata è in questo caso significativa, partendo da una posizione non certamente di primo piano ad agosto. Lieve la crescita di consensi per il ministro Franceschini; in calo gli altri, da Luigi Di Maio a Vincenzo De Luca. Moria di consensi riguarda anche Alessandro Di Battista, Beppe Grillo, Matteo Renzi.

Ma com’è messo Zingaretti nel sondaggio Demos&Piper? Com’era ad agosto, così è ora. Stabile il segretario Pd, mentre cresce il consenso intorno al partito, che ora insidia addirittura la Lega, pur sempre primo partito in Italia, ma sul punto di essere raggiunto appunto dai dem. Salvini in picchiata libera è al 23%; il Pd tocca quota 21,5%. Il dato dovrebbe confortare la sinistra e spingerla a un’azione più incisiva nelle scelte di governo. Perché non sbatte i pugni sul tavolo per il Mes? Mistero della fede, tenuto conto che ormai i Cinque Stelle sono prossimi ad acquisire un ruolo marginale nel panorama politico italiano. L’elettorato dei grillini si riduce di giorno in giorno. Li mantiene in vita Conte. Pura riconoscenza o peloso interesse? Insieme col contagio in aumento diminuisce la fiducia nei confronti del governo. Ormai lontano il picco dei consensi raggiunto nella scorsa primavera. Il consenso è sceso di due punti nell’ultimo mese, di cinque a giugno, e di sedici, come detto, rispetto a marzo scorso. I recenti provvedimenti calamitano un evidente inferiore favore rispetto a quelli dell’alta primavera e dell’estate. Significativo il cambiamento del clima d’opinione. I sentimenti politici erano allora il risultato della paura dilagante. L’opposizione fu spinta letteralmente ai margini.

Oggi l’orientamento sta cambiando. Quanti si dicono "molto preoccupati" dal Covid che cresce sono in numero superiore rispetto a marzo/ aprile. Almeno il cinquanta per cento in più. Insieme a coloro che ammettono di essere "abbastanza preoccupati" raggiungono l’ottantasette per cento della popolazione. In pratica, quasi tutti gli italiani. Laddove la fiducia nel governo continua a calare. Dati alla mano, la fiducia in Conte continua però a essere elevata, tuttavia il sondaggio dice 12 punti in meno rispetto a marzo. Lontani i giorni del 70% a favore del premier "avvocato del popolo". Ma il fatto più importante è questo: Conte non è più in testa al gradimento degli italiani. Luca Zaia, presidente del Veneto, gode attualmente di un plebiscito pari al 77%. A seguire, Mario Draghi con 54% dei consensi. L’ex presidente della Banca Centrale Europea ha dichiarato intanto di non essere interessato alle massime cariche dello Stato. E proprio per questo è particolarmente apprezzato. Roberto Speranza, Ministro della salute, si colloca alle spalle dei primi col suo 40%.

Detto di De Luca, "troppo ironico e appariscente", del prode ministro Di Maio e della pletora di grillini da vertice, diventa meritevole della citazione Matteo Renzi. Ma in negativo, mai più in chiave positiva. Il suo Italia Viva mostra uno scarso appeal elettorale in ogni circostanza. Secondo le stime di Demos&Piper, non arriva al tre per cento. Praticamente sulla stessa linea Calenda candidato a sindaco di Roma, con Azione. La Lega davanti a tutti, ma ora con il 23%, e la continua perdita di consensi. Un punto e mezzo in meno negli ultimi mesi. Nove addirittura rispetto alle elezioni europee del 2019. Salvini a testa in giù, vittima di masochismo irrefrenabile. Il Pd più vicino, distante appena un punto e mezzo. Il M5S alleato di governo prima della Lega e ora del Pd perde costantemente consensi: è precipitato sotto al 10%. Meno della metà di quanto ottenuto alle elezioni politiche del 2018. Giorgia Meloni l’ha superato in tromba, con un significativo 16,2%. Più del doppio rispetto alle Europee e quasi quattro volte in più delle Politiche. Resiste ormai da mesi Forza Italia, stabile poco oltre il 7%. In Italia il Centro Destra sarebbe ancora maggioritario, ma gli equilibri al suo interno cambiano in continuazione. Un sisma permanente, ma il virus con la loro coalizione ballerina il virus c’entra punto.

Franco Esposito