C'era un volta Ponzio Pilato. Ma tranquilli, c'e ancora adesso, almeno a Pittsburgh in Pennsylvania. Cos'è successo? In breve: Italian Sons & Daughters of America (ISDA) si era opposta alla decisione della città di Pittsburgh, del sindaco William Peduto, citandoli entrambi in giudizio in seguito alla 'raccomandazione' del primo cittadino di rimuovere la statua di Cristoforo Colombo di Schenley Park. E mercoledì dell'altra settimana la Art Commission si era accodata al volere di Peduto, votandone la rimozione, anche se per il momento, fino a quando il contenzioso non sarà risolto, la tanto discussa statua resterà al suo posto. Già ma come si arriverà a un accordo?

William Peduto, sindaco di Pittsburgh

Il giudice John T. McVay infatti se n'è lavato le mani, firmando un ordine che istruisce entrambe le parti in causa di conciliare la questione tra loro, senza l'azione della giustizia. "Italian Sons & Daughters of America - la risoluzione del giudice - e le autorità cittadine dovranno incontrarsi nel tentativo di raggiungere un accordo". Il giudice ha anche sollecitato le due parti di avviare una discussione di larghe vedute sottolineando che i cambiamenti che la società sta portando avanti comprendono anche la storia. "Si dice spesso - ha continuato McVay - che la storia è scritta dai vincitori e la nostra comprensione della stessa, come nazione, tende a evolversi nel tempo, mano a mano  che la ricerca rivela nuove comprensioni e le nostre norme culturali cambiano. Indubbiamente la storia insegnata ai più negli Stati Uniti ha avuto una prospettiva nazionalista ed eurocentrica".

Ma i suggerimenti del giudice non si sono fermati qui aggiungendo anche la testimonianza personale su quello che era stata l'esperienza del padre, insegnante di storia, il quale era solito ribadire che tanti dei monumenti Confederati erano "spesso intesi come simboli della supremazia bianca". Cosa c'entra Colombo con la Guerra Civile? Lo sa il giudice... Comunque McVay ha insistito sul fatto che le due parti si devono impegnare per raggiungere via d'uscita da sole e senza l'intermediazione della giustizia. "ISDA e la città - ha concluso -  devono trovare un terreno comune. Chiedo che si sforzino in questo. Sono convinto che attraverso la conciliazione, Pittsburgh guiderà la nazione su questo tema che riguarda la rimozione delle statue rispetto alla storia e alla comprensione storica della comunità in evoluzione".

Saranno in grado le due parti di seguire quello che il giudice chiede? Le premesse per la verità non sono incoraggianti. Peduto, Democratico, è in carica come 60º sindaco della città di Pittsburgh dal 2014 e quando la questione della statua di Colombo ha cominciato a far crescere la tensione in città si è subito schierato dalla parte di chi ne voleva la rimozione (gli stessi che più volte l'hanno anche vandalizzata) aggiungendo anche che in questo modo l'avrebbe restituita alla comunità italo-americana della città. "Possono preservare il monumento - le sue parole - in modo da celebrare la cultura italo-americana pur riconoscendo il naufragio che la schiavitù e il razzismo hanno causato all'America. E se Colombo per alcuni funge da simbolo di orgoglio, l'esploratore rimane anche un simbolo di schiavitù e razzismo".

La risposta era stata la causa guidata da Basil M. Russo, presidente di Italian Sons and Daughters of America attraverso il team legale condotto da George Bochetto. "Invece di mostrare il coraggio necessario per onorare la storia del nostro Paese - aveva risposto Russo - riconoscendo i contributi alla città di Pittsburgh da parte della comunità italo-americana, il sindaco Peduto ha permesso le azioni di delinquenti che hanno usato la violenza in altre città per intimidire pubblici funzionari al fine di cancellare la storia dell'America". E per erigere la statua dedicata a Colombo allo Schenley Park, la comunità italo-americana aveva raccolto $65.000 necessari per il monumento alto quasi 16 metri e tutto in bronzo.

Basil M. Russo (a destra) presidente di Italian Sons and Daughters of America

Adesso Cristoforo Colombo è stato completamente ricoperto, ma non ancora rimosso nonostante il parere positivo di sindaco e City Art Commission: si attendeva il sì anche del giudice che invece ha rispedito il contenzioso alle due parti. Cosa succederà adesso? Di sicuro se le due parti si siederanno una di fronte all'altra non mancheranno le scintille e viste le posizioni, appare difficile che si possa arrivare, almeno a breve termine, a un accordo definitivo.

ROBERTO ZANNI