Incalzato da governatori e amministratori locali, ma anche e soprattutto dalle legittime domande di gestori di attività commerciali che, alle 20 del giorno prima, ancora non sapevano se l'indomani avrebbero dovuto aprire il negozio oppure no, Giuseppe Conte si presenta per la diretta da Palazzo Chigi e annuncia: "Le misure del nuovo Dpcm entreranno in vigore a partire da venerdì 6".

Regioni d'Italia divise per zone, rossa, arancione e gialla, ciascuna con misure più o meno crescenti destinate al contenimento della diffusione del Covid-19. L'elenco e la suddivisione nelle varie fasce è snocciolato dal premier davanti alle telecamere, ma solo dopo una premessa: "I numeri complessivi dei contagi sono in costante aumento e comportano un'alta probabilità che molte regioni superino le soglie critiche delle terapie intensive già nelle prossime settimane. Dobbiamo per forza di cose intervenire".

Quindi la ripartizione nelle zone: Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta sono regioni rosse, ad alto rischio; Puglia e Sicilia sono in zona arancione (intermedia); tutte le altre in zona gialla, con criticità moderata. Stupore e sconcerto in Campania, regione che ha fatto registrare oggi quasi 4.200 nuovi contagi e per la quale c'era il dubbio se fosse considerata rossa o arancione: è invece tra le regioni con il livello di rischio più basso.

"Se introducessimo misure uniche in tutta Italia produrremmo un duplice effetto negativo", aggiunge Conte. "Quello di non adottare misure veramente efficaci dove c'è maggior rischio e di imporre misure irragionevolmente restrittive dove la situazione è meno grave". Il monitoraggio dei dati sarà costante e, una volta ottenuta l'assegnazione in una fascia di rischio intermedia o alta, ogni regione vi rimarrà per almeno due settimane.

Rino Dazzo