L'ambasciatore italiano in Uruguay, Giovanni Iannuzzi, ha parlato della situazione de La Gente d'Italia in un videomessaggio. Come riporta l'Aise, Iannuzzi ha sottolineato come "un giornale che chiude rappresenta una perdita per qualunque comunità ed è ancora più doloroso di osservarlo da questa ambasciata, pensando che La Gente d’Italia è in gran parte in italiano ed è pubblicato qui, in Uruguay".

L'ambasciatore ha proseguito affermando che "è vero che il quotidiano ha messo spesso sotto la lente il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, insieme a questa ambasciata, formulando giudizi ingiusti, anche perché fondati su approfondimenti superficiali e presunzioni errate. Ma questo non ha niente a che vedere con una chiusura, anche se alcuni, sbagliando, hanno stabilito un nesso che non può esserci e non c’è. Notizie false e calunnie possono essere combattute su altri piani”.

Quindi sui ritardi nell'erogazione del contributo: "Dai primi mesi dell'anno la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che eroga i contributi al giornale, ha chiesto chiarimenti su alcuni aspetti relativi al suo funzionamento, interpellando non solo quest’ambasciata. Questo perché l’ultimo contributo chiesto da Gente d’Italia aveva raggiunto i 900mila euro, un aumento di circa il 50% rispetto all’anno precedente. Con i nostri mezzi abbiamo fornito fino allo scorso luglio risposte che hanno portato la Presidenza del Consiglio a fare una riflessione conclusasi il mese scorso".

"La redazione - ha aggiunto Iannuzzi - ha ricevuto dunque notizia che una sostanziale parte del contributo verrà versata a breve". L'auspicio dell'ambasciatore è che la chiusura sia "revocata" e che possa rappresentare piuttosto una "pausa che il giornale si è preso sapendo che i fondi stavano arrivando. Ritengo che il contributo integrale sarà ristabilito appena tutti i quesiti posti saranno chiariti e sarà esclusa ogni irregolarità”.

"Come detto dal Ministero degli Esteri, con le parole del sottosegretario Merlo, è un dispiacere che un presidio di italianità all’estero si spenga. Ho condiviso tale timore personalmente e soprattutto istituzionalmente, esattamente come qualunque ambasciatore avrebbe fatto", ha asserito Iannuzzi. "Perché non si lavora in isolamento, ma in un sistema organizzato di cui l’Ambasciata è un elemento. Ma questa volta sembra che sia toccato da qui portare una buona notizia per molti”.