Salgono i casi di COVID anche negli Stati Uniti. Il pericolo di un nuovo lockdown generalizzato si fa sempre più pesante, anche se al momento l'attenzione è tutta rivolta alla Casa Bianca visto il cambio dell'inquilino. E il Dr. Anthony Fauci, che ha ha avuto, e continua ad averlo, un ruolo prominente nella battaglia al Coronavirus, con la nuova amministrazione Biden-Harris dovrebbe vedersi ribadita la fiducia che invece con Donald Trump ormai era stata completamente consumata. Così in attesa​ di vedere il cambio della guardia a Washington D.C., il Dr. Anthony Fauci continua a predicare prudenza, cautela soprattutto nella riapertura​ di ristoranti e bar anche alla luce del nuovo record, oltre 100.000 casi di positività in un giorno solo, registrato l'altro mercoledì negli USA che in un certo senso ha confermato le pessimistiche previsioni proprio dell'immunologo, ribattezzato lo zar del COVID. Ma è curioso che a Staten Island, enclave italo-americana di New York, ci sia un altro Anthony Fauci che non è d'accordo con il celebre immunologo. E non si tratta di una omonimia qualsiasi, perchè​ i due Anthony Fauci sono cugini e il secondo non ha seguito, professionalmente, la stessa strada dell'altro: infatti l'Anthony Fauci di Staten Island, 84 anni (5 in più del famoso cugino) è proprietario, con il figlio Joe (57 anni) di un iconico ristorante italiano 'La Fontana' a Oakwood.

"In questo momento non dovrebbero esserci lockdown - ha spiegato - si può chiudere un'area, ma non l'intero settore". Sulle stesse frequenze del padre anche Joe. "All'inizio - ha aggiunto - credevo che il Dr. Anthony Fauci fosse favoloso, poi però alcune cose le ha ribaltate. Ci ha bloccati, tutti, a un ritmo impensabile In estate, quando le cose andavano meglio, avrebbero dovuto contribuire ad allentare la situazione, è stato fatto per tanti settori, ma non per la ristorazione". Critiche aperte sui dettami del Dr. Anthony Fauci che già in un recente passato, aveva dichiarato di essere favorevole a un lockdown nazionale per bloccare la diffusione del virus. Poi negli ultimi mesi ha invece aggiunto che, probabilmente non era necessario, opponendosi però a un riavvicinamento alla normalità. Presa di posizione che poi ha mantenuto in settembre, riguardo alla Florida, dove il governatore Ron De Sanctis aveva voluto far riaprire i ristoranti, decisione questa che l'immunologo ha definito "molto preoccupante'. Ecco affermazioni e contro-affermazioni, che hanno creato forti dubbi anche ai parenti più prossimi come Anthony e Joe che poi, guarda caso, come proprietari di un ristorante, fanno parte di un settore tra i più pesantemente colpiti dalla crisi. Il Dr. Anthony Fauci e il cugino Anthony sono entrambi di Brooklyn, famiglia di origine italiana le cui radici si possono trovare a Napoli e in Sicilia. Una parentela che spiega lo stesso ristoratore di Staten Island. "Mio padre e​ il suo - ha raccontato in una intervista al NY Post - erano cugini di primo grado. I loro nonni erano fratelli". Una parentela che anche se adesso è un po' alla lontana una volta era ravvicinata. "Ricordo - ha aggiunto l'Anthony di Staten Island - che il mio fratello più giovane portava la posta alla farmacia del Dr. Fauci a Bensonhurst". Adesso però le distanze si sono fatte più... lunghe, infatti Anthony e Joe non hanno mai avuto l'opportunità di incontrare il loro famoso parente. Ma 'La Fontana', dal 1983 quando è stato inaugurato, si è trasformato in un punto di riferimento per la gastronomia locale, ma anche di ritrovo e prima che scoppiasse​ la pandemia, gli affari andavano nel migliore dei modi al punto che nel 2017 era stato aperto un secondo locale ad Annadale​ 'La Fontana Sorellena'. Cucina italiana, cibo fatto in casa: ecco le ricette di successo della famiglia Fauci, i ristoratori. Poi la gravissima crisi con una previsione cupa per l'immediato futuro. "Il peggio deve ancora arrivare, purtroppo - ha sottolineato​ Anthony dal suo locale - finora non si stanno pagando le spese, ma tra un paio di mesi, quando la situazione sarà un po' più chiara i problemi verranno alla superficie e in tanti si troveranno davvero in pessime condizioni".

ROBERTO ZANNI