La pressione sugli ospedali si fa ogni giorno più insostenibile e il Governo prova ad allentarla puntando su ospedali da campo e Covid hotel. In un incontro con gli Enti locali, il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha incaricato il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri di “attivarsi immediatamente, d’accordo con Regioni e Comuni, per mettere a disposizione il più alto numero possibile di Covid Hotel che serviranno a curare i contagiati senza sintomi gravi che hanno difficoltà a restare in isolamento domiciliare”.

Al momento i Covid hotel contano circa 15mila posti, ma il Governo vorrebbe incrementarli di altri 20mila. L’obiettivo, per alleggerire in particolare il carico sui pronto soccorso, è avere una struttura in ogni provincia. Nel frattempo, va messa meglio a punto la questione del personale da impiegare qualora le persone “ricoverate” nei Covid hotel - per questo sarebbe meglio si scegliessero edifici vicini a grandi strutture ospedaliere, si è detto nel vertice - avessero bisogno di un minimo di assistenza medica.

Per aumentare il numero dei posti letto destinati a chi deve essere ricoverato, invece, il Governo ricorrerà agli ospedali da campo. Non ci sono per tutte le regioni, la Protezione civile sta censendo il fabbisogno. Due sono già stati montati a Nuoro e a Perugia, altri partiranno per raggiungere le regioni in cui si presenteranno le situazioni più critiche.

Ieri, dopo il caso del video choc registrato all’ospedale Cardarelli di Napoli e sulla base dell’emergenza sempre più alta che si registra nei nosocomi della regione collocata dal Governo in area di rischio gialla ma da giorni in attesa di essere spostata in una fascia più alta, si era deciso di inviarne uno in Campania, ma non si farà.

Come ha precisato nel pomeriggio il Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che - mentre il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, chiedeva l’intervento dell’esercito - sui social ha scritto: “Nessun ospedale da campo verrà in Campania. L’unica nostra richiesta è da tempo l’invio di medici e le risposte non sono arrivate. Il resto è sciacallaggio”.

Nel vertice di oggi Boccia ha provato a stanare De Luca, invitandolo più o meno velatamente a seguire l’esempio dei Governatori di Emilia - Romania, Friuli Venezia Giulia e Veneto che oggi con delle ordinanze su cui hanno incassato anche il placet del ministro della Salute, Roberto Speranza, hanno adottato misure più restrittive rispetto a quelle già previste. “Se vuoi adottare misure più rigorose ti sosteniamo così come abbiamo sostenuto oggi Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia con l’intesa data dal ministro della Salute”, gli ha detto Boccia. Poco dopo l’unità di crisi della Campania ha fatto che la Regione adotterà “una serie di nuove ordinanze restrittive” proprio “in sintonia con quanto si sta attuando in altre Regioni (Emilia, Veneto e Friuli)”.

Lente puntata sul lungomare e alcune strade di Napoli, ad alta frequenza di assembramenti, e su città come Giugliano e Castellammare di Stabia, dove si è registrato un crescente numero di contagi. Potrebbero diventare, tutte, zone rosse già domani. Altra giornata cruciale per la definizione di nuove misure restrittive per contenere l’epidemia. Domani, infatti, si riuniranno la Cabina di regia per elaborare il report settimanale con i nuovi dati sui quali si dovrà decidere il passaggio di fascia delle quattro regioni - Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto - nei giorni scorsi definite “a rischio” dall’Istituto Superiore di Sanità e poi il Comitato tecnico scientifico per esprimere le sue valutazioni sui dati.

I provvedimenti “arriveranno tra sabato e domenica, ma si daranno sempre 24 ore di tempo dopo l’ordinanza del ministro della Salute per l’organizzazione territoriale”, ha spiegato Boccia, precisando che “non ci saranno altri Dpcm”. La nuova stretta passerà per l’aumento progressivo del livello di rischio delle Regioni, con il conseguente passaggio di area e colore e per l’istituzione di altre, sempre più numerose, zone rosse.