di SANDRA ECHENIQUE

Il professore ha intenzione di andare fino in fondo. E i motivi sono tanti. Si chiama Luigi Bonaffini, 73 anni, docente di italiano, madrelingua, è nato a Isernia il 26 aprile 1947, vive negli Stati Uniti dal 1961 e ha insegnato al Brooklyn College, istituto pubblico, dal 1977. Ma all'inizio di quest'anno, ecco la denuncia, l'ha mandato in pensione a causa dell'età, della nazione di origine, l'Italia, e per una disabilità uditiva che il professore afferma non influisce sulle sue capacità di insegnare nelle sue classi la lingua che, in particolare in quella parte di New York, è sempre molto popolare. Il prof. non si ferma qui comunque: afferma anche che il Brooklyn College con il suo pensionamento senza motivi ha eliminato l'insegnamento della nostra lingua nella zona più italiana d'America: in cinque distretti infatti ci sono circa 800.000 italo-americani. Una decisione quella del Brooklyn College che ha portato a sbarazzarsi di Bonaffini, ma anche dei suoi colleghi più anziani del dipartimento, il più giovane di 65 anni di età. La causa portata da Bonaffini in tribunale ha anche una richiesta multimilionaria per i danni causati: 12 milioni di dollari. C'è anche da aggiungere che il prof. Bonaffini nell'ambito dell'insegnamento dell'italiano negli Stati Uniti è molto conosciuto: infatti non si limita alle lezioni, ma scrive e traduce libri ed è anche un editore. I suoi lavori sono popolari, come le sue lezioni, ma dall'inizio del 2020 tutto è cambiato. Al punto da costringerlo, in aprile, a presentare la denuncia contro il Brooklyn College alla Equal Employment Opportunity (Commissione per le pari opportunità di lavoro), autorizzato il 29 luglio a portare la causa in tribunale. Tra le 'carte' del tribunale si legge anche che il docente ha sempre ricevuto ottime recensioni da parte degli studenti e negli ultimi anni ha tenuto corsi completamente online in seguito alla sua disabilità uditiva. "Ho trovato intollerabile - ha spiegato il docente - e anche offensivo, dopo aver insegnato italiano per 43 anni, sentirmi dire che non potevo più farlo semplicemente per una decisione della amministrazione che, senza motivo, ha cancellato tutti programmi di italiano". Ovviamente dall'altra parte, dal Brooklyn College, vengono respinte tutte le accuse portate dal prof. Bonaffini, offrendo una spiegazione che va in direzione opposta. "Per quello che riguarda gli Italian Studies - ecco la voce del College, rappresentato da Rich Pietras - lo scorso autunno il Department of Modern Languages and Literatures ha deciso che i major e i minor di italiano avevano bisogno di essere rivitalizzati in seguito a un calo delle iscrizioni: al momento per entrambi corsi c'era soltanto un allievo a testa". Questa la spiegazione, ma la controparte, che chiede 12 milioni di dollari di risarcimento, afferma che la provost Anne Lopes, che sovrintende a tutta l'offerta educativa dell'istituto, aveva anche informato Bonaffini e gli altri docenti che invece di insegnare italiano, avrebbero dovuto portare avanti corsi di istruzione generale, corsi in altri dipartimenti oppure essere inseriti nei congedi amministrativi. Se da parte del Brooklyn College non vengono offerti altri dettagli ("Non commentiamo controversie pendenti o questioni relative al personale" le parole di Pietras), l'avvocato Marshall Bellovin, che rappresenta il prof. Bonaffini, è stato invece più chiaro. "Per qualche motivo, politico o meno - ha sottolineato il legale - hanno preso di mira una significativa, sostanziale minoranza di studenti e secondo le accuse presentate nella denuncia, il mio cliente non ha avuto nessun'altra alternativa che quella di andare in pensione". Ma adesso qual è la situazione al Brooklyn College? Secondo quanto si è appreso alcuni corsi elementari di italiano sono ancora programmati, ma dietro la cattedra c'è solo un coadiuvante, non un docente madrelingue. Il resto? Tutto abolito, i corsi major e minor non ci sono più, quello che era un punto di riferimento per la lingua italiana a Brooklyn e a New York, è stato cancellato. Un grandissimo danno per la nostra lingua.