Nuovi test, nuovi risultati. E, anche, nuove percentuali. Fortunatamente, quelle che arrivano dalla Pfizer sono positive: il vaccino prodotto dalla casa farmaceutica statunitense contro il Covid-19 sembrerebbe essere efficace al 95% e non ha avuto effetti collaterali gravi sulle persone testate. L'evento avverso più comune riscontrato è stato l'affaticamento, con il 3,7% dei volontari che hanno accusato segni di stanchezza. Il 2% di loro, invece, ha presentato mal di testa dopo la seconda dose e gli anziani hanno riportato effetti minori e più lievi, fanno sapere dall'azienda.

Per questo la Pfizer, che ha sviluppato il vaccino con il suo partner BioNTech, ha annunciato come le aziende stanno pianificando di richiedere l'autorizzazione di emergenza alla Food and Drugs Administration "entro pochi giorni".

Un risultato che fa ben sperare in vista di un'imminente arrivo delle dosi vaccinali ma che bisogna prendere con le dovute cautele. Sorattutto, sembrerebbe essere diventata una gara a chi si avvicina di più alla soglia del 100% di sicurezza. O meglio, una competizione commerciale fra le case farmaceutiche di tutto il mondo. Una settimana fa, la Pfizer aveva annunciato che i primi test dimostravano un'efficacia del vaccino intorno al 90%. Immediata  la risposta russa (che, per la verità, già da molto tempo sostiene di avere il vaccino anti-Covid) con Mosca che ha garantito come il "suo" fosse sicuro per il 92%. Poi, due giorni fa, la seconda azienda farmaceutica statunitense Moderna si è spinta fino al 94,5%, prima degli ultimi risultati di oggi. Ma Stati Uniti e Russia non sono le uniche che stanno conducendo sperimentazioni: anche Australia, Gran Bretagna, Cina, India si stanno muovendo per garantirne la produzione..